LA POESIA DI GIORGIO BONGIORNO: “L’amore se ne va”

Come porre termine, come chiudere: è su questo e non certo su come iniziare o aprire qualcosa, che chi vive la vita liquido moderna ha urgente bisogno di istruzioni.
(Zygmunt Bauman)

Si allontana lento
Altero
Senza volgersi indietro
Ogni volta che guardo in cielo
Il profilo di questi monti intona un mesto canto
Quasi un tenue lamento di pensieri
Cerco una traccia di quegli sguardi furtivi
Di quei cenni d’intesa
Pieni di emozione
Inondati di tenera
Innocente follia
Sento nell’anima
Il lieve fruscio di quei sospiri
Mi accompagna sulla pelle
Il brivido di quelle morbide
Insistenti carezze
Che pareva non dovessero finire mai
Insieme al tepore delle tue mani
Belle
Leggere
Alle insinuanti essenze del vento
E all’alternarsi di quelle nuvole bianche
Soffici
Statuarie
Indifferenti
Sul palcoscenico dell’orizzonte
Non resta più nulla di quei giorni
Tutto svanito in quelle ore di tempesta
In quei momenti di sogno
In quei tramonti dorati
Con le prime ombre della sera
L’amore se ne va
Gigante pellegrino
Vagabondo senza domani
Sulla silenziosa via dei rimpianti
Quelle note di una volta risuonano invano
È solo il viatico per un lungo viaggio
Il mio grido
Di vecchio viandante
Assetato di speranza
È soffocato
A poco a poco
Dal crudele
Inesorabile scorrere del tempo


Come scompaiono sul palcoscenico dell’orizzonte le immagini di tempi felici con lo scorrere del tempo! Pare non resti nulla…

Foto di copertina: Nuvole dal web

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