MAGDI CRISTIANO ALLAM: “Non solo studenti e docenti, tutta la società va rieducata”

Cari amici buongiorno e buon fine settimana. Vi auguro di cuore di stare tutti bene in famiglia e che vi siate risvegliati sereni, fortificati e determinati.
L’11 ottobre 2022 all’Istituto “Viola-Marchesini” di Rovigo, alcuni studenti hanno sparato in aula alla professoressa Maria Luisa Finatti con una pistola ad aria compressa, colpendola a un occhio e alla testa con dei pallini di gomma.
La docente, che insegna Scienze e Biologia, ha denunciato tutti i 24 studenti di quella classe per i reati di lesioni personali, oltraggio e pubblico ufficiale, diffamazione a mezzo social e atti persecutori.
L’avvocato Tosca Sambibello, difensore della docente, ha detto al “Fatto Quotidiano”: «Abbiamo voluto che questo caso non cadesse nel vuoto. Il primo colpo l’hanno sparato all’inizio dell’ora, erano tutti complici con i banchi disposti in uno strano modo. Nessuno si è dissociato, la nostra assistita non poteva nemmeno lasciare la classe. Alla fine le hanno sparato di nuovo».
Il video dell’aggressione era stato pubblicato su Tik Tok. La professoressa in un’intervista a Repubblica aveva spiegato: «Hanno avuto il coraggio di spararmi per ben due volte, una all’inizio della lezione e poi anche alla fine. Quattro o cinque pallini, mi hanno colpito allo zigomi. E tutto per cosa? Per guadagnare follower su Instagram e TikTok. Sono uscita dall’aula piangendo».
Il ragazzo che ha sparato e quello che ha filmato avevano avuto dei procedimenti disciplinari e la preside aveva commentato: «Come docenti, più che allarmati siamo affranti dal punto di vista educativo, perché i ragazzi non hanno percepito il disvalore del loro gesto, hanno reagito come fosse un gioco. Si è trattato di allievi di una prima classe, quindi giovani, che si sono anche autodenunciati. Non provengono da famiglie con disagio, sono ragazzi normali. Solo hanno preso la cosa come un gioco. Ma hanno irriso un pubblico ufficiale, non hanno capito la scala dei valori».

Eppure i due alunni che hanno sparato i pallini alla professoressa per due volte in classe durante la lezione, che ha rischiato di perdere un occhio, che è stata derisa sui social diffondendo il video dell’aggressione, sono stati promossi con il 9 di condotta.
Lo psichiatra Paola Crepet è insorto: «Siamo a due passi dal delirio. Quel voto è perfido. Il messaggio che si lancia è che tanto tutto è una bravata e come tale resta impunita. Così anche i compagni da questa promozione avranno imparato che ciò che hanno fatto non è nulla di grave. Quindi che si può sparare pallini al volto di una prof senza conseguenze».
Crepet non ha dubbi, i due studenti andavano bocciati: «La bocciatura. Ti sei comportato male? Paghi. Non hai studiato e ti interrogano? Capita, ma se non sai nulla prendi 4. È una lezione di vita. Guardate, banalmente, se non si fa così questi ragazzi non avranno mai gli anticorpi per affrontare gli ostacoli della vita».
Infine Crepet denuncia la «democrazia attiva»: «Guardi quello che posso dire, anche se mi daranno del fascista, è che quando abbiamo iniziato a pensare che l’educazione è democrazia attiva, abbiamo fallito. Noi dobbiamo comandare, dire dei no, non farci impietosire dalle lacrimucce e dobbiamo smetterla di difendere sempre i figli».

Cari amici, questo fatto ci fa toccare con mano che il problema non sono solo i giovani. Sicuramente i giovani vanno educati alla cultura delle regole, dei doveri, della responsabilità, del rispetto dell’autorità e del sacrificio.
Ma è altrettanto vero che anche i docenti vanno rieducati affinché imparino a distinguere tra il bene e il male, a sanzionare chi sbaglia, a farsi rispettare, a essere docenti e non gli amichetti dei loro studenti.
Così come è altrettanto vero che vanno rieducati i genitori che difendono i figli a prescindere se hanno fatto bene o male, che sono del tutto incapaci a sanzionarli quando sbagliano, che finiscono per sottomettersi all’arbitrio dei figli.
E poi ci sono le indubbie responsabilità dei cosiddetti “social”, delle televisioni, dei giornali, dei politici, dei magistrati, della Chiesa cattolica, che adottano un approccio relativista e buonista nei confronti dei giovani, quando non li incitano a comportamenti deviati e violenti.
È l’insieme del sistema di potere che è moralmente marcio. E non è riformabile. Va azzerato e bisogna ricostruire dalle fondamenta un nuovo modello di civiltà, di etica personale e di società.

Magdi Cristiano Allam
Fondatore e Presidente della Comunità “Casa della Civiltà”

Sabato 24 giugno 2023

Lascia un commento

error: Questo contenuto è protetto