Come per prima ha spiegato la scrittrice di origine egiziana Bat Ye’Or nei suoi libri Eurabia e Dhimmitudine, con il termine Dhimmitudine si intende la situazione di sottomissione all’Islam, dove i sottomessi pagano un tributo, pizu, in cambio di “protezione” cioè clemenza. Nella Sicilia che è stata araba continua la tradizione della mafia, dove il sottomesso paga il pizzo in cambio di protezione, cioè di clemenza. Il jihad o guerra santa si basa su uno schema preciso e intoccabile, che divide il mondo in tre parti:
il dar al islam o territorio dell’islam: il luogo dove l’islam regna, dove l’umanità ha accettato il suo ruolo di sottomessa. Una volta che una terra è dar al islam lo è per sempre. È chiaro? No? Chiariamo. La terra di Israele è stata occupata dall’islam quindi quando gli ebrei se la sono ripresa, sono stati considerati invasori. La stessa cosa vale per la Sicilia, per la Spagna, per parte del Portogallo e per Roma che, in quanto città santa dell’islam è dar al islam anche lei.
Il dar al harb o terra di guerra è la parte del mondo popolata degli infedeli. La terra degli infedeli è il luogo nella quale la guerra è obbligatoria finché essi rifiuteranno di riconoscere la sovranità islamica. Questo siamo noi.
Il dar al suhul è il nome delle regioni dove agli infedeli è concesso di vivere, purché paghino un tributo in denaro e in sottomissione, cioè accettino di essere Dhimmi e paghino il puzu. La superiorità dell’islam deve essere riconosciuta. ottengono, in cambio del pagamento, del tributo. Il tributo può essere costituito solo da denaro ma può anche essere costituito da figli. In Albania alle famiglie cristiane venivano sottratti i bambini più forti per trasformarli in giannizzeri. I giannizzeri erano soldati schiavi, come i mamelucchi in Egitto, sottratti bambini a famiglie cristiane, venivano addestrati in condizioni durissime. Quelli che sopravvivevano diventavano soldati disperati. Non potevano sposarsi, non potevano avere figli, nel caso fossero stati presi prigionieri nessuno avrebbe pagato un riscatto per loro. Erano canne da macello. La cessazione delle ostilità è sempre da considerarsi provvisoria e deve essere immediatamente revocata non appena si abbia l’impressione o compaia il pericolo che questa popolazione possa opporsi in qualche maniera all’islam. Agli Armeni era concesso vivere, visto che pagavano un tributo: le loro tasse erano il doppio di quelle di un turco di pari reddito. Non appena la I guerra mondiale ha fatto presagire la possibilità che truppe Cristiane arrivassero a liberare gli Armeni dal giogo, la tolleranza alla sopravvivenza armena è stata revocata. Lo stesso vale per i Cristiani massacrati in Iraq: la presenza angloamericana e quindi cristiana rende la loro posizione problematica, non era più legalmente possibile chiedere un tributo maggiore e quindi è cominciato la mattanza. (Il fatto che nessuna delle vittime, armeni in Turchia, Cristiani in Iraq si fosse anche solo sognato di brandire un’arma, anche solo di possedere un arma, non dico sparare un missile qassam, non ha avuto nessuna importanza). Chiunque si opponga all’espansione dell’Islam merita la guerra fino alla morte. Sua. Ovviamente. Il Jihad è il primo (anche il secondo, il terzo e il quarto) dovere di ogni islamico ed è una guerra permanente che può arrestarsi solo con la conquista del mondo: ne consegue che a un musulmano sono concessi con il mondo infedele solo trattati di tregua, non di pace. Una tregua può essere dovuta solo a un fattore: i musulmani sono in stato di inferiorità e necessitano di tempo per riorganizzare le proprie fila. Hamas, come l’Olp sono disposti ad accordarsi su tregue, mai sulla pace. Tutto il mondo è terra dell’Islam. Dio non permetterà agli increduli di prevalere sui credenti (Corano IV 141), da cui si evince il hadìth, cioè verità racchiusa in un detto L’Islam domina e non è dominato. Il 20 dicembre 1999 il tribunale della Sharia del Regno Unito ha emanato una Fatwa che proibiva ai musulmani di partecipare alle celebrazioni natalizie e per Capodanno. “È proibito ai credenti imitare i non musulmani (Noi, i non musulmani, siamo chiamati Kuffar, che non è un complimento, tipo i babbani di Harry Potter) nelle loro celebrazioni rituali o religiose, come la solennità del Natale o altre feste del calendario cristiano. Esistono numerose tradizioni attribuite la profeta Maometto che vietano ai musulmani di imitare i miscredenti”. I sindaci di sinistra si sono precipitati a vietare i presepi, mentre a tutta la burocrazia inglese e francese, oltre che ovviamente belga, è vietato l’uso delle parole buon Natale, bisogna dire buone feste. L’Islam non si adatta a nulla. Se si adattasse, se si integrasse tradirebbe il volere di Allah e la parola del Profeta. L’Islam non si integra mai. È il mondo non islamico che deve integrarsi. L’Islam è aggressione al mondo non islamico, per sua stessa ammissione. I Paesi europei si sono impegnati in una serie ci concessioni, le quali hanno garantito loro una discreta pace. Questo impasto di avidità e paura con la sua infinita serie di cedimenti prende il nome ben preciso di Dhimmitudine. Ci parlano di rabbia delle periferie francesi. Per quale incredibile motivo questa rabbia non coinvolge gli induisti? Qual è il livello di concessioni che bisogna fare perché la rabbia si cheti? C’è una sola concessione da fare: riconoscere la superiorità giuridica dell’Islam.
La rabbia delle periferie ha quindi due origini. La prima l’ho appena spiegata: un islamico può vivere serenamente solo in una nazione dove la superiorità giuridica dell’Islam sia riconosciuta. Seconda origine invece nasce dalla percezione della superiorità culturale di cristianesimo ed ebraismo. Nella Francia in fiamme sono bruciate le biblioteche. L’odio per la parola, l’odio per la filologia, l’odio per la scienza comincia con il rogo della biblioteca di Alessandria, l’unico libro che vale è il corano , gli altri sono inutili, quindi dannosi, le narrazioni sono menzogna quindi da vietare. Continua con il divieto della stampa. Quando Gutenberg inventò la stampa, in Europa il costo dei libri crollò e il loro numero si moltiplicò, creando la base dell’ingresso del libro in ogni casa. La stampa fu vietata nel mondo islamico, in quanto l’unico libro che vale qualcosa è il Corano. Fu poi introdotta in Egitto dalle truppe napoleoniche, in Medio Oriente dall’impero Britannico, in Turchia alla fine dell’800, ma ormai il danno era incalcolabile, il divario tra cristianità e islam, tra filologia e mancanza di filologia era incolmabile. La stampa fu vietata in terra islamica agli islamici, ma non ai non islamici. Ebrei e Cristiani poterono usarla, quindi vale per gli armeni la stessa regola che vale per i copti e: benché minoranza e quindi dhimmi sono più colti, quindi più ricchi. Tutto qui. Stesso discorso vale per gli ebrei: gli analfabeti non guadagnano denaro, gli alfabetizzati sì. Un analfabeta non è in grado nemmeno di usare i numeri, di calcolare che se risparmia 500 euro al mese in venti mesi può comprare un campo da 10000 dinari. Un analfabeta non è in grado di prendere un prestito in una banca. Questa è una delle cause dell’odio per armeni, già cancellati e cristiani copti che resistono, oltre che per gli ebrei che dal 1967 non esistono più in nessuna nazione islamica. Una delle teorie più in voga, soprattutto tra i cosiddetti progressisti, parola di origine etimologica ignota visto che si tratta di gente che il progresso lo odia, è che i musulmani siano arretrati e “quindi” arrabbiati perché a loro sono toccate le terre più arretrate e quando finalmente hanno messo le mani su terre migliori (Spagna e Sicilia) ne sono stati cacciati dalla “cattiveria” europea. Le terre su cui i musulmani hanno messo le mani, Egitto, Libia, Marocco, Giordania ( città carovaniera di Petra, siti romani tanto per dirne qualcuna), Impero Romano d’oriente, Costantinopoli, Mesopotamia, Impero persiano, fiorentissima civiltà azara in Afghanistan, Siria con Damasco, erano fiorenti al punto tale da essere le più ricche della loro epoca e dopo che i musulmani ci sono arrivati, tempo qualche secolo, sono diventate miserabili. Il Bangladesh è una delle culle dell’induismo. Era una delle culle dell’induismo. Diventato islamico con una spaventosa pulizia etnica che ha messo in fuga 10 milioni di induisti negli anni 70. Non è buffo che la maggioranza delle persone non ne abbia mai sentito parlare? La polizia francese, così eroica quando si trattava di manganellate in faccia gli attivisti della manif pour tous e i gilet gialli adesso sembra in una situazione di virginale timidezza. È ovviamente paralizzata dal terrore di poter fare un altro danno a uno degli appartenenti all’ Islam. Questa virginale timidezza ci spiega che siamo già stati conquistati.
Chiarissimo e utile articolo di Silvana che condivido, come quello che ci ha sempre spiegato Magdi. Eppure c’è ancora, specie a sinistra, chi ancora romanticamente vede nelle rivolte islamiste una sorta di lotta partigiana e parigina di liberazione, come si bevono la liberazione e gli ideali occidentali come lotta di difesa contro la Russia ed il cattivo di turno, come da dottrina Atlantica, per giustificare una espansione. Già, gli Ideali superiori (quali??), come un Dio padrone superiore che parla tramite un libro sacro che è tutto il mondo conosciuto a Lui sottomesso.
Ora se Macron è degno rappresentante del Nuovo Ordine Mondiale e della grandeur francese, che andrebbe cacciato, anche per la sottomissione alla immigrazione postcoloniale islamica,terra che ora rivendica per renderla soggetta alla Sharia, appoggiare acriticamente la rivolta sarebbe un autogol, una resa dello Stato di diritto alla conquista dell’Islam, una resa alla violenza di chi non vuole integrarsi.
Non difendiamo Macron, ma non cediamo a questa violenza. Credo la Francia e anche noi si debba recuperare le radici di ciò che siamo, l’orgoglio ed il coraggio delle Istituzioni, che non possono temere nessuno, specie i violenti, quando rappresentano i cittadini francesi, la loro storia, cultura e il futuro.
Chi non vuole questo se ne torni pure dove è venuto, che starà sicuramente meglio, nel suo percorso storico identitario.