LA POESIA DI GIORGIO BONGIORNO: “Il tempo”

Quello stormo d’ ali distese fra ciuffi di nuvole
grigie
Imbronciate
Oltre i pioppi allineati
Nei campi nebbiosi di un giorno d’inverno
Disegna nella tavolozza del cielo
Magiche piroette
Danze vorticose
Ripetuti gorgheggi sempre più in alto
A sfiorare gli alteri confini del cielo
Insegue la corsa di pensieri distratti
Fuggiti in qualche angolo di casolare
Sperduto nel vuoto letargo della campagna
Nidi appesi ai rami spogli
Come case abbandonate
Camini senza focolare
Cure nascoste nelle capanne gelide
Pietrificate
Sulla riva del fiume
Note appena accarezzate di archi tremanti
Raccontano
Il sorriso di favole lucenti
Scritte dal respiro del vento
Lontane intrepide cavalcate
Commiati senza la gioia del ritorno
Grandi saloni di castelli incantatati
Profumi di candelabri accesi
Convivi affollati di giullari colorati
Notti di luna argentate
Dolci sensazioni rimaste orfane nelle strade buie
della memoria
Labirinti di immagini
Sapori della vita mai dimenticati
Voglia di feste antiche
Processioni snodate per le vie del borgo
Fino all’oratorio della collina
Tante donne in preghiera a passo lento
Cantilene malinconiche e lunghe
Invocazioni vecchie di secoli
Pianti di folle sempre uguali tramandati per
generazioni
Preziose luci degli altari
Il volo di questo stormo
L’inchino dei girasoli al fuoco del tramonto
Gli alberi
I palazzi
La croce sul campanile
Il grido lugubre della civetta
L’insidia della tempesta
Quel bacio appassionato
Pieno di ardore e di menzogna
L’innocenza dello sguardo bambino
La paura ancestrale della notte
L’inganno di tutti i sogni
L’alba fulgida della speranza
Tutto
Sembra più opaco
Più distante
Più irreale
Nel gioco inesorabile
Del tempo

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