LA POESIA DI GIORGIO BONGIORNO: “I miei anni”

I vent’anni sono più belli a quaranta che a venti. (Roberto Gervaso)

Rincorro questi miei anni
Sfuggenti
Come facevo una volta
In quel rigido inverno
Del grande fiume
Nei sogni di un bambino
Con quei colori di sabbia
Quelle lunghe barche allineate al porto
Quei cespugli intirizziti
Nella campagna sorniona
Quella brina distesa fin nella golena
E quei boati sordi
Della guerra lontana
Sento nelle viscere quel gelo che mi è rimasto dentro
E mi ha inseguito per la vita
Quante volte mi ritornano in mente sorrisi
Profumi
Sguardi
Carezze
Come fosse oggi
Passano veloci
Uno dopo l’altro
Portano con sé le emozioni di allora
Cullano i desideri
Spengono i fuochi della passione
E si affollano alla porta serrata del tramonto
Tutti insieme
Sempre più numerosi
Impazienti
Frustrati
Disillusi
Gioco spesso con le voci intime del passato
Quelle che mi sono restate in mente
Echi di parole indistinte
Svanite nel tempo con quei volti che parevano immortali
Con quei gesti consueti
Quelle immagini
Che chiamo a raccolta
A celebrare le tappe di questa corsa incessante
Senza un attimo di respiro
Attraverso il tripudio
L’esultanza
L’innocenza
E l’insistente euforia del ricordo

  • La vita sarebbe infinitamente più felice se potessimo nascere all’età di ottant’anni e gradualmente avvicinarci ai diciotto.
    (Mark Twain)

Foto di copertina: “I miei anni” dal web

6 commenti su “LA POESIA DI GIORGIO BONGIORNO: “I miei anni”

  1. Grazie Gianni delle tue affermazioni che confermano il senso dell’amarcord e la potente lente di ingrandimento dei ricordi evocati nella mia lirica. È veramente come rivivere quei momenti e goderne le conclusioni rielaborate secondo l’esperienza acquisita negli anni, i nostri anni.
    E mi correggo dichiarando che non sono solo “i miei” anni ma sono anni che condividiamo con molti e quindi sono più correttamente i “nostri” anni.
    Grazie ancora

  2. Ritornare con la mente e talvolta con gli occhi al passato , per istanti di volta in volta più lunghi , infinitamente più lunghi tanto da ricordare con gli occhi, visivamente, momenti di quando vivevo in una altra realtà ,in altra epoca, in un altro mondo ,distaccarsi quasi fisicamente dalla realtà, tutto questo mi capita sempre più frequentemente a mano a mano che la vecchiaia avanza.
    Ma questo credo capiti a chiunque e lo trovo bello, meraviglioso.
    Anche a partire da epoche per me antiche , remote come l’immediato dopoguerra, il riaffiorare insistente dei ricordi mi dà il senso della vita: mi permette di vivere due volte, di ritornare bambino alla scuola d’infanzia, correre e giocare con altri bimbi mentre la maestra mi guarda, mi osserva … quello sguardo fisso su di me, serio , pensieroso, preoccupato o investigativo? A distanza di trequarti di secolo ancora me lo custodisco dentro.
    Il ricordo dei miei anni più giovanili e anche successivi sono un dono che faccio a me stesso: mi vedo ragazzo , studente, lavoratore. Tutta la vita scorre davanti agli occhi , alla mente e al cuore, ma anche lutti e sofferenze.
    I ricordi degli anni che ciascuno di noi si porta dentro la testa e l’anima sono meglio che sfogliare un album di fotografie perché sono proprio i nostri, fanno parte di noi stessi , della nostra vita, irripetibili e non condivisibili .
    Sono gli allegati alla documentazione, il passaporto per l’Al di là.
    Francesco Violini

    1. Se queste sono le tue riflessioni sono lieto di averle in qualche modo suscitate. Mi piace la immagine del passaporto allegato, una figura retorica di grande impatto, una specie di lasciapassare per l’altro mondo.
      Grazie dei tuoi commenti

  3. Che “bei” anni abbiamo passato, dove mancava tutto ma c’era tutto l’essenziale! Siamo stati fortunati e lo siamo anche oggi perché abbiamo in noi la possibilità di esserci per i nostri figli e nipoti ricchi di sapienza ed esperienza. Grazie Buon tutto Giorgio

    1. Questo che tu scrivi è in fondo l’obiettivo principale del messaggio poetico ed è un grande risultato l’averlo facilitato e suscitato.
      Dove mancava tutto ma c’era tutto l’essenziale! Bella questa affermazione!
      Grazie del tuo commento Graziella.

  4. Inseguire la vita, inseguiti dai ricordi della vita, nascere vecchi per cercare vecchi i vent’anni, la rincorsa comune all’esterno che non arriva mai.
    E ripetere sempre che vorremmo avere vent’anni con l’esperienza e saggezza di adesso.
    Perché non si smette mai di imparare né di vivere senza l’oblio.

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