Non riesco a pensare a nessun altro edificio
costruito dall’uomo che sia altruistico quanto
un faro. Sono stati costruiti solo per servire.
(George Bernard Shaw)
Risuona dolce
E riverbera ingenua
Oltre il possente riposo dei secoli
Quasi fosse un triste presagio
Questa amena cantilena di preghiera
Un coro che non conosce silenzio
Un perenne mormorio di flutti
Sullo scoglio solitario del gelido canale
Sfiora superba gli ultimi raggi del tramonto
Nel suono amico di isole di pietra
Colori disegnati dalle onde
Tele dipinte entro gli infiniti spazi
Fra mare e cielo
Solo tracce di indomiti pensieri
Chimere custodite dalla memoria di secoli
Soffocate nel magico
Prezioso scrigno del desiderio
Solitudine immensa che invade l’anima
Stanca di scrutare lontano
Dal naviglio vagabondo
Intrepido
Il ricamo argentato della riva
L’ansia dell’ancora
Il fuoco di luce
Irradia le nebbie del mattino
Scioglie immobile e pigro
Le ardite volute del sogno
I fumi acri del rimpianto
Arresta i suoi indomiti guerrieri
Lenisce le antiche
Selvagge ferite dello spirito
Con il ricordo di un remoto naufragio
Uno dei tanti
Un canto armonico di uno stuolo di sirene
E si unisce al grido di gabbiani impazziti
In volo disperato in compagnia
Di un affranto
Smorzato
Gemito del vento di tramontana
I fari sono più utili delle chiese.
(Benjamin Franklin)
Foto di copertina: Il Faro “Fin del mundo” sul Canale di Beagle (Terra del Fuoco)