Cari amici buongiorno e buon fine settimana. Vi auguro di cuore di stare tutti bene in famiglia e che vi siate risvegliati colmi d’amore per la vita.
Roberto Vannacci (La Spezia, 20 ottobre 1968) è un generale delle Forze armate, già comandante della Task Force 45 durante la Guerra in Afghanistan. Ha ricoperto i ruoli di comandante del 9º Reggimento d’Assalto Paracadutisti “Col Moschin”, comandante della Brigata Paracadutisti “Folgore” e comandante del contingente italiano nella Guerra civile in Iraq.
Ha appena pubblicato il libro autoprodotto dal titolo “Il Mondo al contrario”. Ieri, per il contenuto del suo libro, è stato destituito dallo Stato maggiore dell’Esercito da capo dell’Istituto geografico militare.
Leggi il libro “Il mondo al contrario”
Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha detto: «Non utilizzate le farneticazioni personali di un generale in servizio per polemizzare con la Difesa e le Forze armate. Il generale Vannacci ha espresso opinioni che screditano l’Esercito, la Difesa e la Costituzione. Per questo sarà avviato dalla Difesa l’esame disciplinare previsto».
«Chi serve il paese guidando pro tempore un’istituzione come la Difesa deve solo limitarsi a mantenere distacco ed applicare le regole e le norme. Nulla più, nulla di meno».
«Le Forze armate, cui è consentito, per legge e Costituzione, l’uso della forza, devono operare prive di pregiudizi di ogni tipo (razziali, religiosi, sessuali). Perché tutti devono sentirsi sicuri. Chi indossa una divisa ha le sue opinioni, ma se la porta, le tiene per sé, e la onora».
In una nota ufficiale l’Esercito ha affermato di non essere a conoscenza «dei contenuti» del libro e che i vertici militari non sono stati sollecitati da Vannacci per una «autorizzazione o valutazione» che, invece, deve essere richiesta quando si scrive di argomenti relativi al servizio.
Il generale Vannacci ha detto: «L’obiettivo del libro è di manifestare delle opinioni che sono personali. Fondamentalmente i temi a cui mi riferisco sono quelli del buon senso e quella che io definisco la normalità, ovvero quello che pensa la maggior parte della popolazione».
Vannacci si appella alla «Costituzione che garantisce la libertà di parola. Io non mi sento di fare passi indietro, rivendico quanto ho scritto. Non uso mai parole volgari o triviali: esprimo liberamente i miei pensieri. Io combatto il pensiero unico che vieta la critica ad una determinata categoria di persone. L’odio è un sentimento, come l’amore, e quindi io penso che sia lecito provare disprezzo per qualcosa o per qualcuno. Questo non vuol dire istigare alla violenza: sono libero di provare odio per gli stupratori o per chi fa del male ai bambini. Questo non vuol dire che stia istigando al linciaggio di queste persone».
«Sono state estratte frasi dal contesto e su queste sono state costruite storie che dal libro non emergono. Sono amareggiato dalla decontestualizzazione e dal processo a delle opinioni».
«Quando scrivevo questo libro sapevo che avrebbe dato da discutere, ma sicuramente non mi aspettavo questo polverone. Non replicherò a decisioni che arrivano da una catena gerarchica. Lo farò nelle sedi opportune».
Cari amici, prima di manifestare una congrua valutazione, vi invito a leggere il suo libro per conoscere correttamente la realtà dei contenuti descritti. Il mio sesto senso mi anticipa che la testimonianza del generale Vannacci è un conforto e un incoraggiamento ad andare avanti. Ci aggiorniamo. Buona lettura.
Ho gia ordinato il libro, ma considerando l’appecoronamento già dimostrato dal Ministro, e da tutto il governo mi sento di anticipare che siamo sulla stessa linea…!
Che il mondo giri all’incontrario lo penso da un po’ e credo che su questo non abbiamo dubbi. La vicenda che sta interessando il Gen. Vannacci è grave e merita tutta la nostra attenzione e solidarietà nei confronti di chi liberamente e fuori dai propri compiti istituzionali pensava di esprimere liberamente le proprie idee; purtroppo in questo stato che ha perso quasi tutta la sua sovranità ed è complice dei poteri globalisti e dove si deve sottostare al Pensiero unico, non è più possibile manifestare liberamente il proprio pensiero. Siamo in uno stato di polizia e la Costituzione invocata in realtà è calpestata da chi ci governa. Credo che in questo libro che prima va letto e poi giudicato troviamo molti spunti in comune con le riflessioni che abbiamo fatto in questi ultimi due anni con riferimento all’identità nazionale e al rischio che un flusso di immigrazione incontrollata diventi di fatto un’invasione. Condivisibile anche il riferimento a certe minoranze considerate intoccabili e di fatto privilegiate. Conforta però il fatto che c’è chi ha ancora il coraggio di dire quello che pensa e che è rappresentativo di una maggioranza che senza coraggio rimane silenziosa. Nostro compito quindi aiutare la maggioranza a far valere la loro rappresentatività e riscattare la nostra sovranità nazionale, sociale, economica e culturale.
Sottoscrivo in toto quanto detto da Gaetano e l’impressione di Magdi.
Il Generale ha espresso il suo libero pensiero, senza odi né volgarità o preconcetti. Ha detto quello che ormai forse la maggioranza degli Italiani pensa, e magari non osa dire per non incorrere nelle ire ‘democratiche’. Abbiamo ancora presente la proposta legge Zan a carattere anche penale per i dissenzienti dal pensiero unico in favore di LGBTQ+, ECC., e oer i cossudetti negazionisti climatici, no vax, ecc. È il solito controllo del pensiero unico, distruttivo dell’uomo integrale e certo.
Le immediate note del ministro Crosetto, contraddicono con la fretta censoria e la destituzione di incarico, proprio quello che dovrebbe essere un equilibrio di giudizio giusto del Ministro. Vale a dire :
1. Lasciare decantare la polemica, più ideologica e propagandistica che altro.
2. Leggere attentamente e valutare il libro, nelle parti che possono interessare l’esercito.
3. Sentire le spiegazioni del Generale e valutarle nel contesto.
4. Valutato tutto, giudicare se dargli una medaglia o se istruire un giudizio disciplinare su precisi addebiti.
Solo così si difende l’onore dell’esercito e la democrazia è la Costituzione.
Invece cedere subito alla solita canea di sinistra e del main stream, per limitare i danni a collaterali punizioni alle ‘pecore nere’, in realtà crea un danno enorme a tutti ed in particolare alla Istituzione che si crede di difendere, come a tutti togliendo e censurano la libertà di parola.
Come scrive Simone Pillon si Informazione Cattolica. it, ciò è un disastro, perché :
1. Rinforza la macchina propagandistica democratica ;
2. Mostrano inferiorità culturale rispetto al pensiero unico;
3. Abbandonano la persona fanno sentire tradito non solo il presunto estremista ma tutti quelli che la pensano come lui;
4. Lasciano che i ‘democratici’ eliminino uno a uno gli esponenti più coraggiosi e scomodi;
5. A lungo andare, non si può più dire nulla e si perdono posizioni valoriali scivolando verso le ideologie.
A sx. lo sanno bene…..
Questo ci fa meglio capire come agisce la macchina censoria del pensiero unico, e come sarebbe anche per noi, che abbiamo idee molto vicine a quelle del Generale.
Come quindi non fare errori alla Crosetto per placare la canea discorde ideologica e politica, per non avere polemiche che disturbano il manovratore. Per fortuna non siamo politici, né partito del consenso a tutti i costi, anche se questo non attutira’ colpi e censure, anzi. Prepariamoci coscienti e determinati, sapendo dove è come arriveranno gli attacchi.
Per intanto sul merito delle cose scritte da Vannacci, mi leggerò con attenzione il libro.
Concordo con te Gaetano, in pieno. Ritengo gravissima e inaccettabile la sospensione del Generale dai suoi incarichi istituzionali, qualunque sia il contenuto del libro che, peraltro, mi accingo a leggere. Rappresenta l’ennesimo caso di negazione del diritto sacrosanto di esprimere la propria opinione in quanto persona con coscienza e in grado di ragionare. Se non è dittatura questa! Il mondo intero dovrebbe insorgere!