LA POESIA DI GIORGIO BONGIORNO: “La preghiera”

La preghiera non è un ozioso passatempo per vecchie signore. Propriamente compresa e applicata, è lo strumento d’azione più potente.
(Mahatma Gandhi)

Andavamo prima del loro giorno
Attraverso i viali del cimitero
A portare mazzi di fiori
Quando ancora la folla
Delle ricorrenze era lontana
A poco a poco se n’è andata l’usanza
Di quella preghiera recitata insieme
Con l’anima
Nel gelo
E nella nebbia pungente
Dell’autunno della pianura
Attendevano tutti il momento del ricordo
Qualche visita
Qualche sguardo
Qualche parola
Qualche pensiero che cancellasse l’oblio
Di tutti quei mesi
A volte
Pareva che anche il fiume
Poco distante
Sonnolento
Si fermasse
Un poco
E i renaioli sospendessero le loro cantilene
In segno di rispetto della memoria
Adesso resta
Una tenera
Virtuale
Lontana tregua di meditazione
In questa corsa
Perenne
Anche la preghiera svanisce
I suoi accenti di solidarietà
Scompaiono adagio
Insieme ai loro volti
Ai loro profili
Sbiaditi
E al suono di quelle voci
Le stesse del ricordo
Sempre più flebili
Balbettate in silenzio
Sempre più lontane
Sempre più corali e indistinte
Nel tempo
E nella narrazione
Delle generazioni
*


La preghiera non cambia Dio, ma cambia colui che prega.
(Søren Kierkegaard)

Frutto del silenzio è la preghiera. Frutto della preghiera è la fede. Frutto della fede è l’amore. Frutto dell’amore è il servire.
(Madre Teresa di Calcutta)

Foto di copertina: “Monumento funebre” dal web

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