L’immaginazione ha il volo dell’angelo e del lampo: varca i mari dove noi rischiammo di naufragare, le tenebre in cui si perdettero le nostre illusioni, i pregiudizi in cui fu sommersa la nostra felicità.
(Alexandre Dumas padre)
Arrivava
Dopo un lungo giorno di volo
Tra boschi e austeri profili di monti
A proteggere il suo amico
Planava verso valle
Dai domini del cielo
Lieve e altero
Insieme alla brezza tiepida
L’aveva preso come impegno
Solenne patto
Davanti a Dio e agli uomini
Una lontana sera
D’estate
Questa volta le sue grandi ali erano aperte e stanche
Il capo reclinato
Davanti alla porta
Poche occhiate ammiccanti
Un mesto fremito di commiato
Quasi una regale preghiera
Prima dell’ultimo respiro
Nel tentativo di andarsene
A morire altrove
Come fanno gli angeli
In silenzio
Dietro le nuvole del tramonto
Ora riposa
Sotto quel cespuglio di rose
Che la mamma aveva piantato
Con tanto amore
Proprio davanti a casa
Ai piedi della collina
Foto di copertina: “Il nibbio reale” dal web