Cari amici buongiorno e buona Domenica del Signore. Mi auguro di cuore che stiate tutti bene in famiglia e che vi siate risvegliati colmi d’amore per la vita.
Perché gli italiani, a differenza dei pluricitati francesi, ma anche degli inglesi, dei tedeschi, degli spagnoli, dei romeni, dei polacchi e dei bulgari, non si ribellano alle ingiustizie che subiscono, pur traducendosi in un significativo peggioramento della loro condizione esistenziale? Oppure, se si ribellano, lo fanno solo settorialmente, come nel caso dei camionisti quando aumenta il prezzo del carburante, o in un ambito territoriale circoscritto, come nel caso dei napoletani per la revoca del reddito di cittadinanza? Prendiamo atto che così è sempre stato prima e dopo la breve vita di 162 anni dell’Italia come Stato unitario sin dal 1861.
Tutti gli italiani denunciano tutto ciò che non va attribuendone la colpa a tutti gli altri. La “denuncite” è lo sport preferito dagli italiani unitamente al calcio. Sul piano della ricaduta sulla nostra salute, è la pandemia più grave che colpisce la mente e nuoce al comportamento degli italiani. La “denuncite” è tuttavia sterile, fine a se stessa, inconcludente, trasformandosi nel più grande sfogatoio delle nostre frustrazioni, per metabolizzare la rabbia delle masse che, in un processo catartico, ci fa sentire appagati senza che in realtà sia cambiato nulla.
All’opposto, la “denuncite” sfocia e conduce fatalmente al comportamento rassegnato e succube della “pecoraggine”.
L’esempio emblematico più recente è la sottomissione del 90 per cento degli italiani alla decisione, per molti al ricatto del Governo di farsi inoculare dei sieri sperimentali a tecnologia genica fraudolentemente spacciati per vaccini anti Covid-19, nonostante l’assoluta evidenza scientifica che non immunizzano e non prevengono il contagio, la malattia e la morte dal virus Sars-Cov-2.
Massimo d’Azeglio (1798 – 1866), che è stato Presidente del Consiglio, massone, pittore e scrittore, ha riassunto nella celebre frase «Pur troppo s’è fatta l’Italia, ma non si fanno gl’Italiani», sia una critica all’unità d’Italia fatta dal Regno Sabaudo con l’annessione violenta e rapace del Meridione, sia la constatazione della frammentazione identitaria che sussiste tra gli italiani.
A Winston Churchill (1874-1965) viene attribuito il seguente aforisma: «Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti…».
Cari amici, prendiamo atto della triste realtà dell’Italia e degli italiani. Da questa triste realtà la nostra Comunità “Casa della Civiltà” promuove il percorso della formazione culturale, mobilitazione civile e azione politica costruttiva per far rinascere la nostra civiltà decaduta, per salvare gli italiani dall’estinzione demografica, per il riscatto dell’Italia come Patria indipendente, sovrana e libera. Noi non ci rassegniamo alla sconfitta dentro la nostra “Casa comune”. Crediamo e ci impegniamo affinché si realizzi un “miracolo per l’Italia”. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo.
Magdi Cristiano Allam
Fondatore della Comunità «Casa della Civiltà»
Domenica 3 settembre 2023