LA POESIA DI GIORGIO BONGIORNO: “Molo del tramonto”

Niente ferisce, avvelena, ammala, quanto la delusione.
(Oriana Fallaci)

C’è troppo amore al mondo.
Incontri, innamoramenti, delusioni, presenze, assenze e il cuore batte all’impazzata.
A volte penso che il paradiso sia un posto dove si è felici perché non ci si innamora più.
(Fabrizio Caramagna)

Pareva fosse amore
Quel lontano tramonto d’autunno
Sul molo ancora ebbro
Dell’umido tepore del giorno
Quasi un ponte disteso sulla piana increspata del mare
Sentivamo sulla pelle
Ancora calda
La fragile carezza del vento
Nei nostri occhi vagabondi
L’incalzare minaccioso di quelle nuvole grigie
Accovacciate sul profilo dell’orizzonte
Testimoni di parole vuote
Lucidi frammenti di espressioni
Indifferenti
A quel prezioso angolo di cielo
Difficile ricamare di gioia il crepuscolo
Così vicino al buio della sera
Ricordo le tue mani stringere forte
Quel brandello di vita
E il tuo vorace
Avvolgente sorriso
Catturare l’ultimo volo dei cormorani della baia
Forse è la lente del tempo
A tingere di passione
Quei colori sbiaditi dalla memoria
Forse un poco di polvere
A sbiancare le barche della battigia
Forse lo spicchio limpido di luna
Compagno della notte
Ancora racconta quella storia alla mente
Un cumulo di sensazioni
Appese al cielo di quel giorno lontano
Restano ora soltanto intrecci di pensieri
Movimenti del corpo
Ricostruiti a fatica
Monili custoditi nell’inconscio dell’anima
Pareva fosse amore


Avevo un campo pieno di speranza
ma nel delirio della febbre lo devastai,
e allora lo seminai di amori
e vi nacquero fiori di delusione.
(Fernando Pessoa)

Foto di copertina: “Molo del tramonto” dal web

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