
Dal Marocco qualche notizia sul sisma. Ancora una volta il terremoto! Sarà perché ormai attendo la morte e non mi fa paura, sarà per una certa incoscienza o fede assoluta in Dio, ma quando ieri notte venerdì 8 settembre più o meno tra le 23 e 23,30 (in Italia un’ora dopo), il terremoto con scosse molto forti (durate se ho ben calcolato più di 30 secondi) ha visitato il Marocco, sono rimasto tranquillo a letto, in una pace interiore mai provata. Ho saputo subito dopo che il sisma ha creato danni molto gravi alle strutture e al momento più di 600 e più vittime (difficile il calcolo perché molte zone sono isolate e non c’è internet).
L’epicentro è la vasta zona ovest nella regione di Marrakech, tra l’altro molto povera, fino ad Agadir dove il terremoto è stato avvertito molto forte e con danni. Ho parlato al telefono con amici e confratelli a Marrakech (la chiesa ha avuto qualche danno ma non tanto grave), Agadir (lesioni alle strutture), Essaouira (anche qui qualche lesione alla chiesa), Taroudant, Layoun e ovunque paura, non danni alle persone ma alle strutture e di varia entità. Il terremoto si è avvertito fino a Rabat, Casablanca dove in questi giorni mi trovo, Midelt (dove sono i monaci trappisti). Insomma in tutto il Paese, soprattutto sulla dorsale dei monti dell’Atlas andando verso Agadir.
Le scosse mi hanno accompagnato mentre la gente scendeva per le strade e ovviamente gridava di spavento. Forse il mio angelo custode mi ha protetto più di quanto meritassi! Mi sono detto: dove vado e che posso fare in queste ore senza avere una macchina? Affido tutto al Signore e fiducioso cerco di continuare a dormire pregando. Alle 5h ero già di nuovo in piedi e mi è parso che la situazione a Casablanca era più tranquilla, ma quando parlavo con le persone leggevo in loro incertezza e spavento. Già in altre occasioni mi era capitato di registrare queste sensazioni che solo chi c’è passato sa valutare nella loro importanza.
Questa mattina alle ore 7.00 prima di celebrare la santa messa presso le Suore di Madre Teresa (ancora sotto spavento!) ho saputo che da loro è morto un malato il sig. Hassan.
So bene cosa sia il terremoto e immaginavo che prima o dopo avrei avuto a rivivere emozioni e sentimenti che solo questa esperienza crea e soprattutto lascia nel cuore. Tanti mi hanno mandato un messaggio, chiedono notizie persino dalla Nuova Zelanda. Ormai in questo mondo le notizie corrono a una velocità che gareggia con quella della luce! Immagino che anche in Italia le informazioni non manchino e qualche volta succede che si sa più fuori che nel cuore del problema anche perché ognuno tende a dare la propria versione.
Le notizie in sintesi sono queste, ma ciò che più conta ancora una volta è vedere il volto delle persone segnato dal timore che possa ancora succedere e nessuno può escluderlo. Qualcuno di voi comincia a chiedermi se serve qualcosa per i terremotati. Al momento inizia l’entusiasmo della gara della generosità che spesso si spegne con l’affievolirsi delle notizie quando allora resteranno i problemi seri. Continueremo a monitorare la situazione e se qualcosa di specifico sarà possibile fare più in là soprattutto scegliendo un piccolo villaggio tra i più poveri, vi terrò informati. E se riusciremo a dare un po’ di sollievo a persone che hanno di loro già quasi
nulla e si accontentano di poco sarà per me e per voi una maniera di condivisione evangelica senza il clamore delle trombe mediatiche.
Io devo partire domani sera domenica 10 settembre per andare a predicare due corsi di esercizi spirituali ai sacerdoti della diocesi di Cotonou in Benin (prenotati nel novembre dello scorso anno) e sarò di ritorno a Casablanca il 25 settembre, ma nel frattempo qualcuno per me monitorerà la situazione.
Lunedì 11 settembre arriveranno qui a Casablanca due confratelli della nostra Congregazione (Don Orione) – mi dispiace non poterli accogliere di persona ma ci sarà il vicario generale della diocesi – per studiare la possibilità di aprire una tenda orionina qui nel Magreb.
Un segno questo terremoto? Se di segni vogliamo partire, il parroco di Essaouira, un sacerdote che vive in quella parrocchia da oltre 45 anni, mi ha detto questa mattina che nella sua casa sono caduti soltanto due oggetti: un quadro che rappresenta i discepoli di Emmaus con Gesù che condivide con lo loro il pane e un grande crocifisso. Anche questo un segno?
Colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che mi hanno inviato un messaggio e a tutti assicuro la mia preghiera. Il terremoto è il segno che la terra vive e c’insegna che dobbiamo imparare a convivere con essa e a cercare l’armonia con tutte le persone anche con quelle che ci disturbano e noi riteniamo un disastro-terremoto per il nostro equilibrio personale, psicologico e spirituale. Con affetto.
Giovanni D’Ercole
Sabato 9 settembre 2023