In momenti come questi, tristi e pericolosi per le tensioni e i conflitti in atto, è saggio cercare di approfondire la propria conoscenza sui fatti contingenti per essere in grado di ribattere le opinioni di coloro con i quali ci confrontiamo, al fine di fornire un giudizio il più dettagliato ed inconfutabile possibile. E’ così che ci sentiamo spronati a documentarci, ad ascoltare le opinioni più disparate che si trovano in rete, sui giornali, alla radio e in TV ma, soprattutto, a leggere ed approfondire la Storia. In questo particolare momento le cronache sono piene della guerra in corso in Medio Oriente tra i miliziani di Hamas e lo Stato di Israele, guerra che nella graduatoria dei conflitti in atto ha posto in secondo piano quello tra l’Ucraina e la Russia o quello recente nel Nagorno Karaback e così via. Un motivo per cui la guerra sul suolo europeo è passata in secondo piano non è perché siamo stati colti di sorpresa e non ce lo aspettavamo, ma in particolar modo perché sono circolate in rete immagini e filmati di una efferatezza assoluta che hanno colpito tutti. Oso dire tutti perché c’è anche chi stigmatizza la reazione israeliana come spropositata. Sappiamo tutti che la guerra è brutta e che le brutalità dall’una e dall’altra parte della barricata sono all’ordine del giorno, ma vedere quello che è stato mostrato ha disgustato a più non posso, acuendo le divisioni e fomentando l’odio: questo fatto è molto pericoloso. Ovviamente c’è subito chi si schiera da una parte o d’altra: chi sostiene che Israele ha diritto a difendersi, così come chi dice che i palestinesi hanno lo stesso diritto perché oppressi e perché privati della loro terra. Le azioni poste in essere per esercitare il diritto alla difesa sono quindi giustificate da una parte e dall’altra, anche se viene utilizzata qualsiasi azione. Se queste azioni sono orrende e deplorevoli poco importa. Non è però di questi fatti esecrandi che voglio parlare, anche se ho una opinione ben precisa, largamente condivisa e che mi vede condannare più il terrorismo indiscriminato piuttosto che la reazione indiscriminata. Del resto ogni parte sostiene la sua tesi e gli esempi espressi a sostegno dell’una e dell’altra sono infiniti ed oggetto di strumentalizzazione, anche politica e religiosa. Voglio di contro disquisire su un argomento più difficilmente attaccabile perché supportato dalla incontrovertibile veridicità ed attendibilità della Storia: la tesi che tutto nasce dal fatto che ai palestinesi è stata usurpata la terra. Per fare ciò ho fatto una ricerca il più possibile a 360 gradi confrontando i miei vecchi libri di Storia, senza dimenticare di dare una occhiata sia alla regina delle enciclopedie, la Treccani, sia alla enciclopedia telematica Wikipedia e anche da altre ricerche in rete. Ebbene così facendo emerge in estrema sintesi che: -Per Stato si intende un ente territoriale sovrano che si realizza attraverso l’organizzazione politica di un popolo, stanziato in maniera stabile su un territorio e sottoposto al governo di una autorità sovrana. -Per Palestina si intende un nome usato dai Greci e dai Romani per indicare un territorio anticamente abitato dai Filistei che, come riportato nella Bibbia, furono sconfitti nel X secolo a.C. prima dal Re israelita Saul e poi definitivamente dal Re israelita Davide. -Prima di Israele in quei territori c’era un “mandato” locale del Regno Unito, una specie di protettorato, non uno Stato palestinese. -Prima del mandato britannico, c’era l’Impero Ottomano. -Prima dell’Impero Ottomano, c’era lo Stato islamico dei Mamelucchi d’Egitto. -Prima dello Stato islamico dei Mamelucchi d’Egitto, c’era l’Impero arabo-curdo Ayubido. -Prima dell’Impero Ayubido, c’era il Regno franco e cristiano di Gerusalemme. -Prima del Regno di Gerusalemme, c’erano gli Imperi Omayyadi e Fatimidi. -Prima degli Imperi Omayyadi e Fatimidi, c’era l’Impero Bizantino. -Prima dell’Impero Bizantino c’erano i Sasanidi. -Prima dell’Impero Sasanide, c’era l’Impero Bizantino. -Prima dell’Impero Bizantino c’era l’Impero Romano. -Prima dell’Impero Romano c’era lo Stato Asmoneo. -Prima dello Stato asmoneo, c’era l’Impero Seleucide. -Prima dell’Impero Seleucide, c’era l’Impero di Alessandro Magno. -Prima dell’Impero di Alessandro Magno c’era l’Impero Persiano. -Prima dell’Impero Persiano, c’era l’Impero Babilonese. -Prima dell’Impero Babilonese, c’erano i Regni di Israele e di Giuda. -Prima dei Regni d’Israele e di Giuda, c’era il Regno d’Israele. -Prima del Regno d’Israele, c’era la teocrazia delle dodici tribù d’Israele. -Prima della teocrazia delle dodici tribù d’Israele, c’era un agglomerato di regni indipendenti cananei. Alla fine di questa carrellata storica si evince che un vero e proprio Stato palestinese non è mai esistito. Tra l’altro dalla ricerca è emerso che Adrian Reland (olandese nato a Ryp nel 1676 e morto nel 1718), un insegnante di lingue orientali (a Harderwijk nel 1699 e a Utrecht nel 1701), studioso e ricercatore cristiano, ebraista ed orientalista (nel 1695 ha esplorato circa 2500 luoghi nel Medio Oriente in cui vivevano persone menzionate nella Bibbia o Michna) e che parlava perfettamente l’ebraico, l’arabo e il greco antico e altre lingue europee, ha scritto, tra i suoi numerosi trattati, due libri dal titolo “Antiquitates sacrae veterum Hebraeorum” (Utrecht, 1708) e “Palaestina ex monumentis vetaeribus illustrata (Utrecht, 1714). Entrambi queste opere furono per lungo tempo considerate la massima autorità nei rispettivi argomenti trattati. Chi sul web le ha ricordate e portate all’attenzione (@Pablocasx1) afferma che in esse emerge in estrema sintesi e in tempi non sospetti che: -Nessun insediamento sulla Terra d’Israele ha un nome di origine araba; -la maggior parte dei nomi delle colonie provengono da lingue ebraiche, greche, latina o romana. Infatti, fino ad oggi, tranne che a Ramlah, nessun insediamento arabo ha un nome originale arabo; -la maggior parte delle terre erano vuote e che quelle abitate erano maggiormente ebraiche e poi cristiane; pochi i musulmani e per lo più beduini e nomadi. Termina così questa mia ricerca che spero sia da stimolo da parte di altri per ulteriori, e sicuramente necessari, approfondimenti. Non ho la presunzione di ritenere che sia esaustiva e senza errori, anzi sono convinto del contrario, ho solo voluto cercare di aggiungere qualche piccola nuova riflessione su un argomento sul quale ben più autorevoli personaggi sono intervenuti e intervengono tuttora. Affidiamoci alla Storia prima di spingerci a prendere decisioni affrettate, magari dando una lettura anche al Corano per capire che il problema non è meramente legato a una rivendicazione territoriale.
EURO ROSSI: “Nella Storia “Palestina” è una entità geografica, ma non è mai esistito uno “Stato della Palestina”
2 commenti su “EURO ROSSI: “Nella Storia “Palestina” è una entità geografica, ma non è mai esistito uno “Stato della Palestina””
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Grazie Euro per l’impegno ed il grande lavoro profuso a beneficio della Conoscenza, in questo caso di fatti storici, unico baluardo a difesa di ogni affermazione e dibattito.Purtroppo dobbiamo quotidianamente fare i conti con un’informazione inadeguata e pressapochista, che non rende ragione alla realtà dei fatti ed,anzi, fuorvia quanti si accontentano delle notizie riportate dal mainstream.Condivido ogni parola del tuo “elzeviro”,degno di essere pubblicato in terza pagina,se ancora esistesse un qualche quotidiano onesto….Apprezzo in modo particolare il consiglio finale,neanche tanto velato,di leggere il Corano perché lì tanti illusi troverebbero risposta alle domande che, nel loro vivere cullandosi nel benessere,neanche si pongono….Grazie Euro!Vincenzo e Adele.
Apprezzo molto e condivido la disamina storica portata da Euro. Ha il pregio della chiarezza e verità fuori da ogni strumentalizzazione politica e religiosa, ed è una buona base di partenza per ristabilire verità ed onestà intellettuale.
Dimostra chiaramente che tutte le rivendicazioni usate a pretesto come territoriali, nominali, di reazione giustificata dalla Storia hanno solo un uso giustificativo e propagandistico per ingannare gli occidentali, ignoranti in materia, a comprendere ed aderire ad una causa che è essenzialmente islamica, anti ebraica, chiamandola antisionista per non sembrare razzisti, e nei fatti tendente ad eliminare Israele e gli Ebrei dalla Palestina che in realtà è tutta la regione, compresa Israele.