Da quando si è sposata nel settembre 2021, Kenya Appling non vedeva l’ora di avere un figlio. Un sogno infranto quattro mesi dopo il suo matrimonio. Alla quarantaduenne Kenya venne diagnosticato un cancro all’utero e, su consiglio del suo medico, sottoposta a isterectomia, oltre a chemioterapia e radiazioni.
“È stato davvero devastante – ha raccontato parlando della diagnosi – Per un po’ non sono riuscita a venirne a capo. Immediatamente dopo l’intervento chirurgico, mi sono quasi bloccata. Non volevo parlare con nessuno. Non volevo stare con nessuno, anche se sapevo di aver bisogno di aiuto, perché non potevo fare molte cose da sola. È stato davvero straziante”.
La Appling, ha raccontato che il suo medico non aveva riscontrato alcun fattore di rischio accertato prima della diagnosi. Per cui, è convinto che il cancro sia stato causato da ingredienti dannosi nelle piastre chimiche per capelli che usava mensilmente fin dall’infanzia. È tra le migliaia di donne nere che hanno fatto causa a L’Oréal, Revlon e altri produttori di piastre chimiche per capelli , sostenendo che i loro prodotti avevano causato danni irreparabili e lesioni gravi
Per molte di loro, il principale infortunio è la devastante perdita della capacità di avere figli. “Ho ancora momenti in cui mi chiedo come sarebbe stato essere incinta, solo sentire il calcio di un bambino – ha affermato la Appling – E avrò per sempre quei momenti per il resto della mia vita”.
La preoccupazione per i rischi per la salute associati alle piastre chimiche per capelli è cresciuta nell’ultimo anno da quando il National Institutes of Health aveva pubblicato uno studio nel quale si rendeva noto che le donne che usavano la piastra frequentemente avevano più del doppio delle probabilità di sviluppare il cancro uterino rispetto a quelle che non le usavano. Le sostanze chimiche presenti nei prodotti per capelli, come parabeni e ftalati, interrompono il sistema endocrino che regola gli ormoni.