CECILIA SCALDAFERRI: “Manlio Graziano, docente di geopolitica alla Sorbona: la soluzione al conflitto israelo-palestinese è uno Stato binazionale”

1 commento su “CECILIA SCALDAFERRI: “Manlio Graziano, docente di geopolitica alla Sorbona: la soluzione al conflitto israelo-palestinese è uno Stato binazionale”

  1. Tutto il mondo è consapevole che l’attentato terroristico è stato preparato e diretto dalla autorità iraniana e quindi sono d’accordo quando nell’articolo si dice che i dirigenti iraniani sono soddisfatti perché hanno assolutamente bisogno di mostrare i denti nei confronti di Israele e di USA per garantirsi l’appoggio dei sostenitori interni del regime.
    E’ pure vero che sono riusciti per ora a congelare un’intesa di accordo tra Israele ed Arabia Saudita.
    L’Iran ha una economia disastrata, non è pronto per intervenire militarmente. Se fa un passo più lungo della gamba viene travolto : ricordiamo che c’è stata una rivolta interna l’anno scorso che ancora cova sotto le ceneri e dimostrazioni di piazza fanno intendere che una certa forma di opposizione interna al regime è in atto.
    Biden ha minacciato l’Iran qualora questi decidesse di intervenire militarmente in appoggio ad Hamas.
    E intanto che continua lo show delle cancellerie e gli incontri internazionali di primissimo piano, sotto le bombe di Gaza a centinaia muoiono bambini e adulti. Anche le TV consumano ore di notizie nei servizi televisivi e noi oltre ad assistere impotenti a questa moderna mattanza ,dobbiamo pure sorbirci, inermi, pareri e giudizi dei più insensati e contradditori da partigiani di tutti i fronti e provenienze politiche e culturali.
    E’ di ieri la notizia di un possibile intervento dell’Iran visto il superamento della linea rossa d’ Israele nel bombardamento di Gaza.
    Se Hamas pensava che la reazione di Israele avrebbe suscito alla rivolta l’intero mondo musulmano, ha sbagliato i conti in quanto la repressione violenta da parte d’Israele, che ricordiamo avere uno degli eserciti più temibili e preparati al mondo, non c’è stata e tantomeno Arabia Saudita e altri Paesi del Golfo sono insorti.
    Certo è che Hamas ha scatenato una guerra di religione, questo va detto chiaramente e la reazione del mondo islamico non c’è stata.
    Almeno fino ad ora.
    Netanyahu ha detto che a suo tempo sarà giudicato per la sua condotta politica e per non aver previsto l’attacco di Hamas.
    Il governo di Netanyahu è accusato di aver espanso i possedimenti israeliani in modo massiccio in Cisgiordania, ma il leader israeliano all’attacco del 7 ottobre responsabilmente e saggiamente ha prima riunito il gabinetto di guerra d’ intesa con la parte politica avversa, poi ha ottenuto il supporto americano e la solidarietà in Occidente e in Europa.
    Certo che Israele ha più di una ragione per volere l’eliminazione di Hamas, il suo completo annientamento, ma allo stesso tempo è consapevole che sarà una lotta dura che richiederà molto tempo e che non terminerà con l’eliminazione fisica di Hamas sul suolo di Gaza.
    Proprio stasera l’ex ambasciatore israeliano in Italia ha confermato quanto ho appena detto: i leaders di Hamas sono al sicuro e protetti in Qatar e tutto il mondo islamico al momento sembra prendere le distanze dall’intervenire militarmente, ma si li limita ad scendere nelle piazze.
    Il movimento anti ebraico e antisemita ribolle per il momento solo nelle piazze delle maggior capitali europee ed in Indonesia dove risiede la più numerosa popolazione islamica.
    Quali sono le colpe di Netanyahu o il merito del suo esecutivo? Quello di aver detto e fatto quello che gli altri governi dal 1967 hanno fatto senza dire: controllare la Cisgiordania come fosse casa propria, non dare cittadinanza agli arabi che ci vivono, continuare ad espandere le colonie, nessuna soluzione di due Stati.
    In verità la soluzione di due Stati è stata rigettata da Hamas.
    Idea di un solo Stato binazionale : arabi e israeliani vivono insieme su base egualitaria, di fatto e di diritto, è impraticabile e al momento impensabile.
    È soluzione irrealizzabile ed impossibile, almeno in questo secolo.
    Sì, perché l’incontro e la fusione di due mondi, quello israeliano e quello arabo-palestinese non hanno alcun punto di contatto in comune: sono popoli troppo diversi politicamente, religiosamente, socialmente e culturalmente.
    Non dimentichiamo poi, e non è un piccolo dettaglio, che nello statuto di Hamas si vuole la distruzione, l’eliminazione fisica d’Israele ovunque nel mondo.
    Impossibile per me solo a pensarci.
    La legge fisica dei due poli uguali ma di segno contrario si attirano, applicata a questo caso non ha alcuna speranza di riuscita.
    La seconda idea di cui si parla con maggior fiducia di riuscita è la soluzione di due Stati : ebraico e palestinese distinti. Nell’articolo si parla di possibili soluzioni del conflitto palestinese- israeliano. Due Stati per me è praticabile ma bisogna lavorarci.
    Si dice anche che neppure questa soluzione è possibile ma io penso di sì e spiego perché.
    Per arrivare a questa soluzione, cioè due Stati, occorre che tutte le Nazioni occidentali, anche arabe e Iran, facciano politiche di sostegno all’ AP Autorità Palestinese, aiutino Abu Mazen a riprendersi quella autorità che Hamas e Fratelli Musulmani gli hanno tolto.
    Abu Mazen o altro futuro leader palestinese va sottratto al dominio e alla prepotenza di Hamas.
    Sappiamo che dal 2005 Gaza è libera dal “giogo” politico israeliano, ma sappiamo anche che miliardi e miliardi di aiuti sono piovuti sul Gaza e che invece di essere investiti per migliorare le condizioni di vita dei palestinesi, sono stati impiegati da Hamas in armamenti per combattere il nemico sionista.
    Non sarà un lavoro facile, né a breve termine, ma è l’unico che a parere del nostro Governo nella persona del nostro Primo Ministro può avere una speranza di riuscita. Questo è il mio augurio.
    Francesco Violini

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