Cari amici buongiorno e buona Festa dei Morti. Mi auguro di cuore che stiate tutti bene in famiglia e che vi siate risvegliati colmi d’amore per la vita.
Secondo il ministero della Sanità di Gaza, da quando è iniziata la reazione militare di Israele, dopo la guerra terroristica sferrata dai terroristi islamici di Hamas lo scorso 7 ottobre, costata la vita a 1400 israeliani, sono stati uccisi 8.796 abitanti della Striscia di Gaza, di cui 3.648 minori.
Le Nazioni Unite ha denunciato «attacchi sproporzionati che potrebbero equivalere a crimini di guerra».
Chiariamo i dati di fondo.
La Striscia di Gaza ha una superficie di 365 kmq, è popolata da 2.166.269 abitanti, dei quali 1.240.082 hanno lo status di “rifugiati palestinesi”.
La densità della popolazione è di 5.935 abitanti per kmq.
Quasi l’80% della popolazione ha meno di 30 anni.
I bambini sono il 47% della popolazione.
L’80% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà, pari a 2 dollari al giorno.
Limitatamente alla Città di Gaza, il capoluogo della Striscia, ha una superficie di 45 kmq, ha una popolazione di 590.481 abitanti, con una densità di 13.121 abitanti per kmq.
Se facciamo un confronto tra la Striscia di Gaza e le Regioni d’Italia, la sua superficie è pari a un decimo della più piccola Regione d’Italia, la Valle D’Aosta; la sua popolazione è pari a quella della Calabria, ma è un quarantesimo della superficie della Calabria; la densità abitativa è pari a oltre 10 volte la Regione italiana a più alta densità, che è la Campania.
Sul piano internazionale, la Striscia di Gaza viene considerata parte dello “Stato della Palestina”, una entità che non esiste concretamente, ma che le Nazioni Unite ha riconosciuto come “Stato non membro” con status di “osservatore permanente”, con la risoluzione 67/19 dell’Assemblea generale del 29 novembre 2012. Dopo il ritiro dei militari e dei civili israeliani nel 2005, la Striscia di Gaza è passata sotto il controllo politico-amministrativo dell’Autorità Palestinese del Presidente Mahmoud Abbas, conosciuto come Abu Mazen. Dal 2007 è però di fatto governata da Hamas in seguito alle elezioni legislative del 2006 e alla sanguinosa guerra fratricida del 2007 tra l’Autorità Palestinese e Hamas, con oltre un centinaio di morti.
Dopo 75 anni dalla prima guerra scatenata dagli Stati arabi contro Israele il 15 maggio del 1948, buona parte della popolazione araba residente nel territorio geograficamente conosciuto come “Palestina”, la cui spartizione fu decisa conformemente alla risoluzione 181 dell’Assemblea generale dell’Onu del 1947, ha acquisito lo status di “rifugiato” e vive grazie all’assistenza dell’Unrwa (Assemblea generale delle Nazioni Unite ai sensi della risoluzione 302), Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite con la risoluzione 302 dell’8 dicembre 1949.
È la sola istituzione delle Nazioni Unite che si occupa esclusivamente dei rifugiati di un’unica area del mondo. I rifugiati di tutto il resto del mondo fanno riferimento all’Unhcr, Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati.
Nel 2015, i rifugiati palestinesi registrati dall’Unrwa erano 5.149.742, di cui 2.117.361 in Giordania, 1.276.929 nella Striscia di Gaza, 774.167 in Cisgiordania, 528.616 in Siria e 452.669 in Libano. L’Unrwa fornisce strutture riconosciute in 59 campi profughi in Giordania, Libano, Siria, Cisgiordania e la Striscia di Gaza.
Tra questi campi profughi gestiti dall’Unrwa c’è quello di Jabalia, una città palestinese situata a 4 chilometri a nord della Città di Gaza, con una popolazione di 172.704 abitanti nel 2017. Il suo campo profughi – il maggiore di tutti i campi profughi palestinesi, ospita più di 110 mila abitanti.
Fino alle ore 10.35 di questa mattina, secondo Hamas, i bombardamenti israeliani hanno provocato 195 morti nel campo profughi di Jabalia.
Israele ha affermato che i suoi aerei da combattimento hanno effettuato l’attacco, prendendo di mira «un complesso di comando e controllo di Hamas» ed «eliminando» un numero indefinito di terroristi islamici.
Fonti dell’Unrwa denunciano che a causa dei bombardamenti israeliani sono morte «intere famiglie».
Cari amici, noi abbiamo a cuore la vita di tutti, israeliani e palestinesi, ebrei, cristiani e musulmani, bambini, donne, uomini e anziani. Prendiamo atto che i terroristi islamici di Hamas perseguono l’obiettivo dichiarato di eliminare lo Stato di Israele e coltivano l’odio nei confronti degli ebrei in quanto ebrei. Siamo consapevoli che la criminalizzazione e la condanna a morte degli ebrei è prescritta da Allah nel Corano ed è stata praticata da Maometto. La guerra terroristica scatenata da Hamas lo scorso 7 ottobre era finalizzata a uccidere il maggior numero possibile di civili israeliani, sgozzando, decapitando, bruciando e sterminando nel nome di “Allah è il più grande” e “morte agli ebrei”.
La reazione militare di Israele è assolutamente legittima e doverosa. I numeri escludono che si possa parlare di “stragi di palestinesi”, fermo restando che la vita di tutti è sacra. Consideriamo che Hamas usa deliberatamente i civili come scudi umani. Che il territorio della Striscia di Gaza ha una densità di abitanti tra le più elevate al mondo, che la maggioranza della popolazione è formata da giovani e da bambini. Che Hamas ha indottrinato e praticato il lavaggio di cervello ai bambini affinché radichino in sé l’odio contro gli ebrei e la volontà di distruggere Israele.
In questo contesto, considerando l’insieme del quadro, la conclusione è che la presunta “strage di palestinesi” è parte integrante della campagna d’odio contro Israele.
Cari amici, andiamo avanti sulla retta via a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo a realizzare il miracolo per far rinascere la nostra civiltà, salvare gli italiani, riscattare l’Italia.
Magdi Cristiano Allam
Fondatore della Comunità “Casa della Civiltà”
Giovedì 2 novembre 2023