Quando il corso normale della vita quotidiana viene spezzato, ci rendiamo conto che siamo come
dei naufraghi che cercano di tenersi in equilibrio su un pezzo di legno in mare aperto, dimentichi di
dove sono venuti e senza sapere dove vanno.
(Albert Einstein)
Del nostro vile naufragio
Parlerà forse qualcuno alla fine di questa
tempesta
Maledetta
Tragica
Implacabile
Cambiano gli uomini
La favola è la stessa
Non muta la legge del mare
Una zattera in balia delle onde
Travolta
Dalla schiuma malvagia
Il profilo di una nave all’orizzonte
Qualcuno sventola
Quel che resta di un amaro vessillo
Lacerato dalla tramontana
Cupe nuvole scure
Urla e lamenti
Qualche sopravvissuto
Frammenti di umile coraggio
Ardita e dignitosa desolazione
Suppliche sotto la sferza della bufera
Disperazione e morte
Eppure
Ci dissero al porto che tutto era così sicuro
Collaudato
Perenne
Rimaniamo ora soli
Su questi quattro assi
Innocenti relitti
Di austera povertà
Accatastati come legna
Pronta da ardere
Rassegnati
Sottomessi
Succubi
Ad attendere inermi l’iniquo
Spesso perfido corso della storia
La potente metafora della zattera e del
naufragio di fronte al ripetersi e al torbido
impazzare di leggi ingiuste e liberticide.
La zattera della Medusa
Théodore Géricault racconta il drammatico naufragio della fregata Medusa nel quale alcuni naufraghi furono costretti ad azioni terribili per sopravvivere.
Théodore Géricault, La zattera della Medusa, (Le Radeau de la Méduse), 1818-1819, olio su tela, 491 x 716 cm. Parigi, Museo del Louvre
Nato nel 1791, aveva 27 anni all’epoca dei fatti della Méduse. Colse l’occasione per tentare di farsi conoscere da un vasto pubblico, e diventare famoso, rappresentando una tragedia che aveva avuto risonanza internazionale. Fu molto scrupoloso nel raccogliere le informazioni e nella progettazione del dipinto. Intervistò due sopravvissuti, fece un modellino della zattera e realizzò molti bozzetti preparatori. I poveri naufraghi sopravvissuti sono circondati da corpi in decomposizione e vestono abiti laceri e sudici. I corpi nudi, scomposti e lividi dei cadaveri suscitarono orrore e riprovazione. Nonostante questo, il dipinto divenne immediatamente famoso, anche a causa della diffusione mediatica dei racconti sul naufragio della Méduse.