Se desiderate conoscere il divino, sentite il vento sul viso e il sole caldo sulla vostra mano.
(Buddha)
Quel sole gagliardo
Insolente
Quel sole
Di giorni radiosi
Accavallati nel labirinto dei ricordi
Quel sole
Così mesto
Così tenue
Così incerto
Nella quiete bruciata del crepuscolo
Il suo inchino consueto
Disegnato di commossa riverenza
Porta nell’anima cumuli profumati di immagini
Corolle di sorrisi
Caleidoscopi di gioia
Colorati di estatici
Sfumati abbandoni
Lamenti di archi
Piroette di note
Danze di limpide emozioni
Intrecciate nella struggente melodia del rimpianto
Affetti festanti come spighe
Mature
Accarezzate dalla brezza distratta del tramonto
Angosce randagie
Inquiete ancelle della campagna lucente
Passioni distese come panni
Sul filo dorato dell’orizzonte
Armonie
Vissute ogni giorno
Al di là del brivido del tempo
Il sogno del tuo sguardo di allora
Il miracolo dei tuoi occhi
Il velluto della tua pelle
Mi regalano ancora
Insistentemente
Il dolce tepore di quel sole così caldo
Così trepido
Così vicino
Alla soffusa malinconia del commiato
Speranza e calore poi
Quando il cielo si tinge di rosso
Nel silenzio dorato del riposo
Vanno a illuminare gli impervi sentieri dell’anima
Svelano i segreti più intimi
Più nascosti
E rinnovando il patto eterno con il giorno
Guidano i nostri passi verso l’infinito
Il sole, con tutti quei pianeti che girano intorno ad esso e da esso dipendono, può ancora maturare un grappolo d’uva come se non vi fosse nient’altro da fare in tutto l’universo
(Galileo Galilei)
Foto di copertina: “Il ricordo del sole” dal web