Più una mente è potente e originale, più sarà incline alla religione della solitudine. (Aldous Huxley)
Scendevo le scale anguste
Del borgo
Vuoto come l’anima
Ogni passo un sospiro
Ogni angolo un ricordo bambino
Volevo sussurrare la mia storia
Le mie nuove emozioni
I miei sentimenti
A quelle viuzze un tempo così piene
Di vita
In quelle mattine di primavera
Rivedevo nella mente quei triangoli di luce
disegnati sui muri
Dalla fantasia di lontane stagioni
Quelle geometrie
Di meridiane naturali
Indimenticabili
Che rincorrevano le stagioni
Quei messaggi che suonano ancora come melodie
E quei colori sfumati
Stanchi
Quasi il respiro della casa fosse il respiro del
paese tutto
Adesso nessuno in giro
Come un deserto
Porte scure
Sbarrate
Chiuse in un silenzio disabitato
Gradini umidi della rugiada dell’alba
Solo le pietre
Antiche mute testimoni degli anni
Sanno l’angoscia
Di quel lontano commiato
E conoscono il sapore di rimpianto
Di quei passi incerti
Di un giovane
Con la valigia in mano
Verso la stazione
La solitudine è ascoltare il vento e non poterlo
raccontare a nessuno. (Jim Morrison)
Senza una grande solitudine nessun serio
lavoro è possibile. (Pablo Picasso)
La solitudine è ascoltare il vento e non poterlo
raccontare a nessuno. (Jim Morrison)