LA POESIA DI GIORGIO BONGIORNO: “Pietre affioranti”

Si addensano nuvole di piombo
Altere
Minacciose
Tempestose e solenni
Sulla campagna assetata
Sussultano i colori cupi del cielo
Fra chiome di lecci
Cariche di lamenti
Penso di raccogliere un fiore
Ne sento ancora l’insistente aroma
I petali si vestono di piccole perle
Luccicanti
Al vento della sera
La mia anima
Inerte
Immobile e pensosa
Attende trepida la tempesta vicina
Mi sento come una di quelle pietre
Affioranti
Sulla terra dorata del giardino
Inerti testimoni del presente torpore
Di un tramonto cupo e afoso
Rigidi specchi
Di una notte burrascosa a venire
E di sentimenti allineati al divenire del giorno
Difficile immaginare un’alba serena
Anche se la speranza
Ostinata compagna dei nostri desideri
Continua ad alimentare il sogno
Dei primi accenni di un sole radioso
E del profumo di una lieve brezza mattutina
È domani infatti che le pietre cominceranno a
vivere
Di quella monumentale staticità
Che regalano alla vista
Del viandante curioso

Foto di copertina: Giorgio Bongiorno, “Angolo delle Murge”


Lascia un commento

error: Questo contenuto è protetto