BASSAM TAWIL: “L’Agenzia dell’Onu per i palestinesi è complice dei terroristi di Hamas”

Gatestone Institute, 28 gennaio 2024 – L’Agenzia per il Soccorso e l’Occupazione dei profughi palestinesi (UNRWA), in origine era una piccola agenzia incaricata di fornire ai palestinesi aiuti umanitari essenziali, compreso un voto per il rinnovo del mandato che è rinnovato ogni tre anni. Settantatré anni e quattro generazioni dopo, e con più di 30 mila dipendenti e un budget annuale di oltre 1 miliardo di dollari, l’UNRWA è diventata sorprendentemente una delle più grandi agenzie delle Nazioni Unite.

Nella Striscia di Gaza governata da Hamas, l’UNRWA, infatti, opera da tempo come governo di fatto. Fornendo vari servizi ai gazawi, l’Agenzia ha esonerato Hamas dalle proprie responsabilità come organo di governo, creando un’economia funzionante che finanziasse l’istruzione e l’assistenza sanitaria, e le ha consentito, invece, di investire risorse nella costruzione di tunnel e di fabbricare armi. Se l’UNRWA non ci fosse stata, Hamas sarebbe stata costretta a colmare il vuoto e, ad esempio, avrebbe dovuto costruire ospedali e scuole, e trovare soluzioni alle difficoltà economiche, incluse la disoccupazione e la povertà.

Come ha detto Mousa Abu Marzouk, un alto dirigente di Hamas, spiegando perché non si poteva risparmiare cemento nei tunnel del terrore per costruire rifugi antiaerei per i cittadini di Gaza:
«I tunnel sotterranei sono stati costruiti per proteggere i combattenti di Hamas dagli attacchi aerei [israeliani]. Com’è noto, il 75 per cento degli abitanti della Striscia di Gaza sono rifugiati. È responsabilità delle Nazioni Unite proteggere i rifugiati».
Hamas di fatto intendeva dire: siamo responsabili di ciò che accade sottoterra, mentre l’UNRWA è responsabile di ciò che accade in superficie.

Oltre ad evolversi in un organismo di dimensioni gigantesche, l’Agenzia per il Soccorso e l’Occupazione dei profughi palestinesi si è anche trasformata in un’incubatrice del terrore molto costosa. Le scuole gestite dall’UNRWA esaltano e promuovono il “diritto al ritorno”, un eufemismo per inondare Israele di milioni di palestinesi e trasformarlo in uno Stato islamico a maggioranza musulmana sostenuto dall’Iran.

Più del 50 per cento del bilancio annuale, pari a 1,6 miliardi di dollari, è destinato al finanziamento delle scuole palestinesi. Queste scuole hanno alimentato un odio guerrafondaio contro Israele e contro gli ebrei in generale, sfornando, com’era prevedibile, il loro prodotto finale: terroristi e simpatizzanti dei terroristi.

«Loro [l’UNRWA] ci insegnano che la Moschea di al-Aqsa ci appartiene, che la Palestina ci appartiene», ha dichiarato Atif Sharha, uno studente di una scuola dell’Agenzia, nel campo profughi di Shuafat, a nord di Gerusalemme.

«Odio gli ebrei», ha affermato Yousef, un altro studente di una scuola dell’UNRWA, nel campo profughi di Kalandia, a sud di Ramallah.

«Sì, ci insegnano che i sionisti sono i nostri nemici», ha detto Nur Taha, un terzo studente di Kalandia. «Dovremmo effettuare un’operazione [terroristica] contro di loro [sionisti].»

Marcus Sheff, amministratore delegato dell’Institute for Cultural Peace and Tolerance in School Education (IMPACT-se) che studia queste politiche di odio, lamenta che
«Gli esami di maturità palestinesi sono diventati una scuola di perfezionamento in estremismo. È come se l’Autorità Palestinese stesse stipando quanto più odio possibile nei test, per garantire che i dodici anni precedenti di indottrinamento rimangano con gli studenti anche in età adulta».

L’Agenzia per il Soccorso e l’Occupazione dei profughi palestinesi poi ricicla molte di queste persone intrise di odio nelle sue istituzioni, perpetuando ciò di cui l’ONU desidera incolpare Israele: “il ciclo di violenza”.

Le scuole dell’UNRWA sono state al centro dell’attenzione dei media in molte occasioni. I libri di testo, redatti dall’Autorità Palestinese, sono stati criticati per il loro materiale pretenzioso, che provoca odio e incita al terrorismo come «un esercizio di grammatica che incoraggia i palestinesi a “sacrificare il loro sangue per liberare Gerusalemme”.»

Secondo IMPACT-se, i libri di testo palestinesi realizzati dall’UNRWA contengono «brani antisemiti, contenenti odio e violenti». Alcuni di questi brani contenuti in un esercizio di educazione islamica includono l’etichettatura degli ebrei come intrinsecamente infidi. Una poesia che fa parte di un contenuto didattico esalta l’uccisione degli israeliani e definisce un «passatempo» morire da martiri per perseguire l’obiettivo di uccidere gli israeliani.

In un esercizio di grammatica, è sottinteso che gli ebrei sono impuri e contaminerebbero la Moschea di al-Aqsa. (Non è così. Gli ebrei visitano pacificamente l’area esterna, chiamata Monte del Tempio, un altopiano su cui ora si trova la Moschea di al-Aqsa. Il sito è il terzo luogo più sacro per i musulmani, ma è quello più sacro per la religione ebraica. L’altopiano è il luogo in cui un tempo sorgevano i due templi ebraici, menzionati nella Bibbia, prima che fossero distrutti: il primo dal re babilonese Nabucodonosor nel 586 a.C., il secondo dall’Impero romano nel 70 d.C.).

Nonostante anni di forte condanna dei libri di testo, le nuove edizioni, approvate dall’UNRWA, sono esponenzialmente peggiori.

«Anche le attività terroristiche contro i civili israeliani fanno parte della lotta contro l’occupazione sionista della Palestina. Pertanto, i nuovi libri esaltano i terroristi palestinesi che hanno partecipato a tali azioni. Dalal al-Mughrabi, ad esempio, che è stata uccisa in un attacco terroristico che aveva condotto contro un autobus civile (…) nel quale furono assassinati più di 30 uomini, donne e bambini [nel 1978, N.d.T.], è menzionata in quattro libri, tutti studiati attualmente nelle scuole dell’UNRWA. In ognuno di questi testi, la donna viene descritta come un’eroina e una martire della Palestina».

Secondo i libri di testo utilizzati nelle scuole dell’UNRWA, gli ebrei non hanno alcun diritto né alcuno status legittimo in Israele. Una presenza ebraica nel Paese viene negata storicamente, geograficamente e religiosamente. Nei libri non viene fatto alcun riferimento alla storia degli ebrei in tutta la regione, né in epoca biblica né in quella romana. Viene inoltre negato qualsiasi legame degli ebrei con la loro antica capitale, Gerusalemme, che viene presentata come una città araba sin dalla sua fondazione migliaia di anni fa. La presenza degli ebrei a Gerusalemme oggi viene presentata in modo sconcertante nei libri come un’aggressione contro il carattere arabo della città.

Al di là dei libri di testo, sia i dirigenti che gli insegnanti dell’UNRWA hanno mostrato con orgoglio in innumerevoli occasioni la loro approvazione del terrorismo e dell’odio, compreso il recente massacro perpetrato da Hamas il 7 ottobre, secondo un report pubblicato da UN Watch, un’organizzazione non governativa indipendente per i diritti umani, così come IMPACT-se.

L’insegnante di matematica dell’UNRWA Adnan Shteiwi, ad esempio, ha osannato Diaa Hamarsheh, l’autore dell’attacco compiuto a Bnei Brak nel marzo 2022, in cui rimasero uccisi quattro civili israeliani e un poliziotto, come «martire», il cui nome dovrebbe «rimanere per sempre nelle lettere di fuoco, potenza e magnificenza».

La Asma Middle School for Girls B dell’UNRWA ha incoraggiato le studentesse a «liberare la patria sacrificando il “loro sangue” e perseguendo il Jihad».

Roni Krivoi, uno degli ostaggi israeliani di recente liberati dalla prigionia di Hamas, ha riferito di essere stato tenuto prigioniero in una soffitta per più di un mese e mezzo, per lo più senza cibo e senza cure mediche. Il suo carceriere era un insegnante dell’UNRWA.

A Gaza (come nel caso di Ahmad Kahalot, direttore dell’ospedale Kamal Adwan, il quale ha ammesso di essere l’equivalente di un generale di brigata di Hamas, confessando anche che 16 membri del personale dell’ospedale erano altresì “operativi del terrore di Hamas”), la presa di Hamas e dell’UNRWA è anche illustrata nel caso di alto profilo del dottor Suhail al-Hindi.

Al-Hindi è stato sia direttore di una scuola elementare dell’UNRWA che presidente del sindacato dei dipendenti dell’Agenzia a Gaza. Nel 2017, l’UNRWA sospese al-Hindi dopo aver ricevuto informazioni che era appena stato eletto nell’Ufficio politico di Hamas. L’Agenzia annunciò che al-Hindi non lavorava più per essa, senza però precisare se si fosse dimesso o fosse stato licenziato. Al-Hindi ha dapprima detto di essersi «dimesso» dall’UNRWA, ma in seguito ha precisato che era andato in pensione anticipata.

Il caso di al-Hindi e di altri dipendenti dell’UNRWA sospettati di sostenere il terrorismo dimostra che l’Agenzia per il Soccorso e l’Occupazione dei profughi palestinesi è “il denaro”, mentre i gruppi terroristici criminali come Hamas sono “i muscoli”.

L’UNRWA cerca di mantenere la finzione pubblica di avere le mani pulite e ha assunto una posizione bellicosamente difensiva contro queste e altre accuse, poiché afferma pubblicamente di avere una «politica di tolleranza zero nei confronti dell’odio».

Il sito di notizie israeliano Ynet, tuttavia, ha scritto di recente a proposito di un report di UN Watch:
«In esso, vengono riportati circa 47 casi documentati di personale scolastico che promuove materiale antisemita, dal momento che gli operatori scolastici violano apertamente la politica ufficiale dell’UNRWA…»
«Solo due anni fa l’UNRWA si era scusata per casi analoghi, sostenendo che si è trattato di errori commessi e non si ripeteranno in futuro, ma con quest’ultimo report, quella promessa suona vana».

Un dipendente dell’UNRWA ha ritratto Adolf Hitler in una luce favorevole: «Sveglia Hitler, ci sono ancora persone da bruciare».

Inoltre, come è ben documentato, l’UNRWA ha consentito che i suoi edifici scolastici fossero utilizzati da Hamas come magazzini per stipare razzi e altre armi, come rifugi per i terroristi jihadisti e per scavare sotto di essi dei tunnel del terrore. Hamas e altre organizzazioni terroristiche hanno scommesso sul clamore mediatico che ne sarebbe derivato se le forze israeliane avessero colpito un’istituzione delle Nazioni Unite (o (un ospedale, una moschea o perfino una chiesa) utilizzata per scopi militari. Hamas ha lanciato razzi contro Israele accanto alle scuole dell’UNRWA e, quando possibile, ha sparato dall’interno delle scuole, approfittando così del rifugio che un’istituzione delle Nazioni Unite, in particolare una “spazio protetto” come una scuola, dovrebbe offrire in legittime circostanze.

Qualche settimana fa, i media hanno fermamente condannato le Forze di Difesa Israeliane per aver fatto saltare in aria una scuola dell’Agenzia per il Soccorso e l’Occupazione dei profughi palestinesi, nonostante fosse stato rivelato che la scuola era stata utilizzata come deposito di armi e che nella zona fossero stati rinvenuti dei tunnel del terrore.

Sono stati scoperti asili dell’UNRWA con armi nascoste all’interno dei giocattoli o addirittura in borse dell’Agenzia e i funzionari dell’ONU sono accusati di essere complici nella detenzione degli ostaggi, nonostante le pretese del contrario. Sembra che la “tolleranza zero” si sia trasformata in “vigilanza zero”.

Quando in passato venivano scoperti razzi nelle scuole dell’UNRWA, quest’ultima rassicurava tutti che erano stati consegnati alle «autorità locali”. Tali autorità, ovviamente, erano Hamas, che molto probabilmente li ha poi trasferiti in un altro luogo altrettanto inappropriato.

Occasionalmente, i funzionari dell’UNRWA alzano un po’ di polverone o si mostrano offesi e sconcertati rivolgendosi ai donatori o ai media, ma a quanto pare non fanno nulla per cambiare la prassi. Ai vertici della gestione dell’Agenzia, ci sono state accuse di gravi violazioni dell’etica sotto forma di nepotismo, intimidazione, cattiva gestione dei fondi, nonché mancanza di responsabilità.

Non si tratta di una cosa da poco, considerando che nel 2022 i contributi mondiali annuali alla sola UNRWA (escluse le donazioni dirette alle agenzie governative palestinesi come Hamas e l’Autorità Palestinese, e alle numerose ONG e altre agenzie di aiuti umanitari ai palestinesi) da parte di 68 nazioni donatrici, inclusa la Santa Sede, ammontavano a 1,1 miliardi di dollari.

Report dettagliati pubblicati da UN Watch e da IMPACT-se hanno evidenziato l’influenza malvagia di organizzazioni terroristiche come Hamas, Fatah e la Jihad Islamica Palestinese sulle istituzioni dell’UNRWA che fingono di ignorare ignoranza od offrono entusiastica complicità. Le ripercussioni di queste rivelazioni stano diventando fonte di imbarazzo.

Il Parlamento svizzero ha di recente votato per interrompere i finanziamenti all’UNRWA (21 milioni di dollari all’anno), ha etichettato Hamas un’organizzazione terroristica e l’ha bandita all’unanimità. «I brutali attacchi terroristici di Hamas contro Israele richiedono una posizione chiara da parte della Svizzera», ha affermato l’Assemblea federale elvetica.

Nel 2018, l’amministrazione Trump, definendo l’UNRWA una «operazione irrimediabilmente imperfetta», ha totalmente tagliato la donazione annuale di 300 milioni di dollari da parte dell’America. Gli aiuti sono stati ripristinati dal presidente Joe Biden quasi immediatamente dopo il suo insediamento.

Molti hanno messo in discussione la nascita stessa dell’UNRWA, poiché l’ONU dispone già di un’agenzia appositamente designata per i rifugiati: l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati ((UNHCR).

L’UNRWA rimane un’organizzazione di rifugiati nettamente separata dall’UNHCR basata su due premesse: in primo luogo, che i palestinesi “faranno ritorno” nelle loro case in Israele grazie al “diritto al ritorno” e, in secondo luogo, che non ci sarà mai una risoluzione a favore del non “fare ritorno”, rendendo così questi rifugiati un’eterna spina nel fianco per Israele.

La prima premessa distruggerebbe di fatto Israele imponendo un cambiamento demografico: riversando in Israele milioni di palestinesi, palesemente non troppo orientati alla pace.

La seconda premesse vorrebbe, e lo ha fatto, schiavizzare di fatto i palestinesi come volti piangenti che fanno sì che “il denaro per pietà” internazionale affluisca nelle casse sia della leadership palestinese che di quella dell’UNRWA.

Forse questa potrebbe essere almeno una risposta al motivo per cui, quando l’Agenzia ha di recente chiesto più aiuti in denaro per i palestinesi, si è scoperto che l’organizzazione aveva un intero magazzino “stracolmo” di cibo. Quando ad ottobre i gazawi hanno fatto irruzione nel magazzino, hanno rinvenuto ingenti quantità di riso, lenticchie, farina e olio.

Qualunque speranza si potesse nutrire sull’affidabilità dell’UNRWA, beh, è svanita da tempo, e probabilmente era mal riposta all’inizio. L’Agenzia, nel suo stato attuale, si è dimostrata irrimediabilmente difettosa, ingestibile e costituisce l’ennesima macchia enorme sulle Nazioni Unite già scandalosamente sporcata. L’Agenzia ha perpetuato la questione dei “rifugiati” trattenendoli nei campi e fornendo loro solo i servizi di base.

Peggio ancora, l’UNRWA ha deliberatamente creato nuove generazioni di “rifugiati” insistendo sul fatto che i discendenti dei rifugiati ereditassero lo status di “rifugiato”, il che in apparenza non ha senso. È giunto il momento che la comunità internazionale e coloro che realmente vogliono un futuro migliore per i palestinesi liquidino l’UNRWA e intraprendano azioni che aiutino davvero i palestinesi a progredire verso una vita dorata.

Bassam Tawil è un arabo musulmano che vive in Medio Oriente.

(Traduzione dall’inglese di Angelita La Spada)

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