LA VERITA’ È IN TEORIA OGGETTIVA, NELLA PRATICA È SOGGETTIVA
Nell’ambito della gnoseologia o teoria della conoscenza, la corretta rappresentazione della realtà, individua i suoi contenuti oggettivi, assoluti e universali.
La realtà, così definita, corrisponde ontologicamente, ovvero nella sua intrinseca essenza, sul piano sostanziale e al livello trascendente, al concetto di verità, che è la sublimazione del pensiero, univocamente tale per l’insieme dell’umanità in ogni spazio e in ogni tempo.
Tuttavia l’esperienza della Storia attesta che la verità, pur sostanziandosi della realtà oggettiva, assoluta e universale, si veste dell’umanità di chi traduce la verità teorica in fatto concreto, calandosi nella specificità di un vissuto che è soggettivo, relativo e contingente. Il passaggio dalla teoria alla pratica si spiega con la necessaria contestualizzazione spazio-temporale, che trasforma la verità astratta in fatto concreto.
LA VERITA’ C’È, MA IN PARALLELO C’È L’INTERESSE DELLA PARTE IN CAUSA
La valutazione della realtà con gli occhi della parte in causa, spiega perché le divergenze e i conflitti possono sussistere anche se gli interlocutori o i contendenti si trovano di fronte agli stessi dati oggettivi, assoluti e universali.
Ciò non deve portarci a ritenere che la verità sia relativa, sfociando nella negazione ontologica della verità, finendo per sostenere che ciascuno di noi sia depositario della propria verità e che tutte le verità vadano messe sullo stesso piano.
La verità c’è e, in parallelo, c’è l’interesse della parte in causa, che non può essere ignorato qualora le conseguenze dovessero incidere sul presente e sul futuro suo e dei suoi figli.
Dobbiamo, pertanto, essere capaci sia di rappresentare correttamente la realtà oggettiva, assoluta e universale, sia di considerare l’implicazione che la specifica valutazione teorica o conseguenza concreta può avere sul vissuto delle persone coinvolte in contesti spazio-temporali diversi.
LA DIVERGENTE VALUTAZIONE DELLA REALTA’ DELL’IMPERO ROMANO D’OCCIDENTE
In una lezione dal titolo “Barbari e immigrati nella storia dell’Impero Romano”, tenuta all’Università di Genova il 17 marzo 2022, Alessandro Barbero, storico specializzato in Storia del Medioevo e in Storia militare, profondo conoscitore della sua materia, eccellente oratore e straordinario comunicatore, forgia e plasma la sua narrazione che, ha di per sé una valenza oggettiva, ma che risulta funzionale e strumentale a legittimare un’ideologia soggettiva, globalista e immigrazionista, coerente con il suo passato comunista e la sua attuale visione del nostro Mondo contemporaneo.
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PER BARBERO CONCEDERE LA CITTADINANZA A TUTTI È POSITIVO
Nella sua lezione, Barbero individua correttamente nell’editto “Constitutio Antoniana”, emanato dall’Imperatore Caracalla nel 212, uno spartiacque nella Storia antica, perché concedendo la cittadinanza romana a tutti i sudditi dell’Impero, fece venir meno la distinzione tra cittadini e barbari, laddove i barbari erano tutti i non romani, riprendendo la concezione vigente nell’Antica Grecia, presente anche in Aristotele, che consideravano barbari tutti i non greci.
Dal punto di vista di Barbero, concedere la cittadinanza romana a tutti i barbari, gli immigrati e i profughi dell’epoca, in un Impero Romano che era il mondo globalizzato dell’epoca, far abbracciare loro la religione cristiana che era l’unica religione ammessa dal 380 con l’Editto di Tessalonica emanato dall’Imperatore Teodosio, è stato un atto di grande civiltà.
Il messaggio implicito è che la macro-dimensione del Mondo globalizzato è positiva; che la mescolanza e la fusione della pluralità etnico-culturale è positiva; che la concessione della cittadinanza, seppur a certe condizioni, che all’epoca era prestare il servizio militare di fatto a vita, è positiva.
BARBERO OMETTE DI DIRE DUE FATTI DI ESTREMO RILIEVO
Barbero nella sua lezione ha omesso di dire due fatti di estremo rilievo. Il primo è che Caracalla era figlio di Lucio Settimio Severo, africano, berbero, nativo di Leptis Magna in Libia. La concessione della cittadinanza romana a tutti i sudditi dell’Impero si configurò come un atto politico per consolidare la sua base di potere, acquisendo appunto nuovi cittadini tra la sua gente berbera e africana, in un periodo in cui l’Impero Romano era ancora politeista.
Il secondo fatto di rilievo è che fu proprio uno dei generali barbari inquadrati nell’Esercito romano, Odoacre, Re degli Eruli, a porre fine nel 476 all’Impero Romano d’Occidente, con un colpo di stato militare con cui depose l’ultimo Imperatore, Romolo Augusto, di appena 15 anni, denominato anche con il nomignolo “Augustolo”. Odoacre era uno degli immigrati a cui fu concessa la sua cittadinanza romana per il suo alto rango e, soprattutto, perché prestava servizio nell’Esercito.
BARBERO OMETTE I FATTI CHE NON SONO FUNZIONALI ALLA SUA TESI IDEOLOGICA
Voglio precisare che non è che Barbero non sappia che Caracalla era figlio dell’Imperatore berbero-africano Lucio Settimio Severo e che, con il suo editto “Constitutio Antoniana” di fatto volle favorire la sua gente e consolidare il proprio potere. Così come è del tutto ovvio che Barbero sappia che fu Odoacre, un generale barbaro, inquadrato in seno all’Esercito romano, a porre fine nel 476 all’Impero Romano d’Occidente.
Se nella sua lezione Barbero non ha menzionato questi due fatti fondamentali per comprendere la realtà dell’evoluzione, o dell’involuzione dell’Impero Romano d’Occidente, a secondo dei punti di vista, è chiaramente perché non erano funzionali, anzi erano di impedimento, per accreditare la tesi, del tutto ideologica, della bontà del Mondo globalizzato, dell’immigrazionismo, della mescolanza e della fusione della pluralità etnico-culturale, della concessione della cittadinanza a tutti.
BARBERO FA PREVALERE UNA SCELTA IDEOLOGICA
Barbero opera, consapevolmente o meno, una scelta, chiaramente ideologica, dettata dal suo profondo convincimento, che assurge a dogma di fede, secondo cui, costi quel che costi, non ci deve essere alcuna distinzione tra cittadini e immigrati, perché si scontra con una visione, sempre ideologica, secondo cui gli uomini sono tutti naturalmente buoni e sono uguali a prescindere; che abbiamo pregiudizialmente gli stessi diritti a prescindere se ne siamo depositari o meritevoli; che il Mondo è un unico territorio che appartiene a tutti, siano essi autoctoni o stranieri, a prescindere dall’amore per la propria terra e dall’impegno profuso dai singoli popoli per trasformarla nella propria patria.
ANCHE NOI FACCIAMO UNA SCELTA “IDEALE”
A questo punto, preciso che personalmente, sulla base di una scelta che, dal mio punto di vista considero “ideale” e non “ideologica”, i fatti che rappresentano correttamente la genesi della fine dell’Impero Romano d’Occidente, attestano la negatività della macro-dimensione del Mondo globalizzato; la negatività del multiculturalismo, da intendersi non come l’incontro di persone di etnie e di culture diverse, ma come il radicamento all’interno dello stesso territorio di etnie con culture e civiltà diverse e divergenti; la negatività della cittadinanza concessa indistintamente a tutti, a prescindere dalla genuina condivisione dei valori, delle idee e della civiltà dello Stato di cui si diventa cittadini.
Noi ci riconosciamo nella valutazione negativa data da Giacomo Leopardi (1798-1837) nello “Zibaldone”: «Quando tutto il mondo fu cittadino romano, Roma non ebbe più cittadini; e quando cittadino romano fu lo stesso che cosmopolita, non si amò né Roma né il mondo: l’amor patrio di Roma divenuto cosmopolita, divenne indifferente, inattivo e nullo: e quando Roma fu lo stesso che il mondo, non fu più Patria di nessuno, e i cittadini romani, avendo per Patria il mondo, non ebbero nessuna Patria, e lo mostrarono col fatto».
NELLA REALTA’ SI IMPONE LA SCELTA CONCRETA
L’esempio che ho indicato della scelta ideologica di Barbero, ci fa comprendere che la verità esiste, ovvero la corretta rappresentazione della realtà, che si sostanzia di dati oggettivi, assoluti e universali; ma che, tuttavia, la verità astratta, nel passaggio a fatto concreto, acquisisce i connotati della specificità del contesto spazio-temporale, così come viene forgiata dalla scelta individuale, che è intrinsecamente soggettiva, relativa e contingente.
LE GRANDI EMERGENZE CI IMPONGONO DI SCHIERARCI
Il messaggio che noi recepiamo è che, di fronte alle grandi emergenze della Storia, noi non abbiamo alternativa che schierarci per salvaguardare il nostro bene naturale e per conseguire il nostro legittimo interesse.
Siamo consapevoli che anche i nostri nemici sono schierati. E che, se non ci schierassimo anche noi, illudendoci che si possa restare nella dimensione astratta della verità oggettiva, assoluta e universale, una sorta di “area neutrale” dove far prevalere i concetti teorici dell’amore, della pace, dell’uguaglianza e della giustizia di tutti e per tutti, finiremmo per subire le conseguenze della scelta dei nostri nemici.
SIAMO STATI A UN PASSO DALL’APOCALISSE NUCLEARE
La contestualizzazione dei fatti ci impone di prendere atto che siamo, per la precisione siamo stati, ad un passo dall’Apocalisse nucleare, che si tradurrebbe nello sterminio dell’umanità e della distruzione del nostro Mondo.
Premesso che sussiste un contenzioso storico tra la Russia e l’Ucraina per quanto concerne la sovranità territoriale, prendiamo atto che la guerra della Nato contro la Russia sul territorio dell’Ucraina, con lo scopo deliberato di sconfiggere militarmente la Russia e di rovesciare il Governo di Vladimir Putin, a prescindere dalla valutazione sulla ragione e sul torto, ha ripetutamente portato il Mondo a un passo dall’Apocalisse nucleare.
Anche a prescindere che l’Apocalisse nucleare non si realizzi, ed ovviamente lo auspichiamo tutti noi, è indubbio che è stato infranto il tabù che finora ci confortava, ovvero la consapevolezza che la pace mondiale poggiasse sulla certezza che nessuna potenza nucleare avrebbe mai scatenato una guerra nucleare.
STIAMO SUBENDO UNA GUERRA FINANZIARIA
Prendiamo atto che stiamo subendo una guerra finanziaria, scatenata dalla grande finanza virtuale speculativa globalizzata, creando dal nulla un ammontare stratosferico di codici virtuali digitati nella Rete fraudolentemente spacciati per moneta, senza alcun corrispettivo in beni e servizi che sostanziano l’economia reale, sottomettendo l’umanità al più grande gioco d’azzardo al Mondo e alla più grande truffa finanziaria della Storia.
Ebbene, lo strapotere della grande finanza virtuale speculativa globalizzata controlla il Mondo: ha insediato i suoi rappresentanti al vertice degli Stati, compresa l’Italia da quando nel 2011 fu imposto Mario Monti con un «colpo di stato finanziario» (sono parole dell’allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, costretto a dimettersi dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano); delle istituzioni transnazionali a partire dall’Unione Europea; delle istituzioni internazionali a cominciare dalle Nazioni Unite.
SIAMO SOTTOMESSI ALLA DITTATURA SANITARIA
Prendiamo atto che siamo sottomessi a una dittatura sanitaria. L’emergenza sanitaria, iniziata formalmente in Italia il 31 gennaio 2020 con la proclamazione dello stato d’emergenza per la procurata pandemia di Covid-19, ha evidenziato la strategia di mutamento genetico della nostra umanità scatenando la prima guerra biologica mondiale, diffondendo un virus creato in laboratorio e inoculando dei farmaci a terapia genica sperimentale fraudolentemente spacciati per vaccini, con l’obiettivo sia di eliminare la fascia più anziana delle popolazioni europee che comportano degli alti costi sul piano dell’assistenza sanitaria e delle pensioni, sia di indebolire l’insieme dell’umanità nel fisico e nella mente per renderci facilmente manipolabili e assoggettabili al “Nuovo Ordine Mondiale”.
STIAMO SUBENDO LA SOSTITUZIONE ETNICA
Prendiamo atto che stiamo subendo una strategia di sostituzione etnica e islamizzazione demografica. L’emergenza legata al tracollo demografico che concerne l’Europa, in particolare l’Italia, viene risolta da chi ci governa a livello nazionale, europeo e internazionale, colmando il vuoto creato dal tracollo demografico con un’immigrazione incondizionata e illimitata di clandestini stranieri, camuffando l’ideologia dell’immigrazionismo con la cosiddetta “accoglienza” dei cosiddetti “migranti”, tramite cui si attua la sostituzione etnica; ed essendo i clandestini prevalentemente musulmani, accelerano il processo di islamizzazione demografica dell’Europa.
È IN ATTO L’ISLAMIZZAZIONE DELL’EUROPA
La recente guerra scatenata dai terroristi islamici palestinesi di Hamas contro Israele il 7 ottobre 2023, con il fine deliberato di eliminare lo Stato del popolo ebraico e imporre con la violenza uno Stato islamico in tutto il Medio Oriente, ci fa comprendere che, qualora Hamas dovesse prevalere, subito dopo Israele sarà la volta dell’Europa a essere sottomessa all’islam, coronando con successo una strategia perseguita da 1400 anni.
Gli islamici hanno già insediato il loro Cavallo di Troia dentro casa nostra, che consta di una rete inarrestabile di moschee e scuole coraniche; enti finanziari e assistenziali islamici; una presenza crescente di cittadini europei di fede islamica in seno alle istituzioni politiche, sociali, culturali e sportive; una consistente presenza di immigrati islamici e di quartieri islamizzati. A ciò si aggiunge la formazione di gruppi terroristici in grado sia di compiere degli attentati mirati, sia di promuovere delle insurrezioni violente a più ampio raggio all’interno di territori islamizzati in cui, di fatto, lo Stato non esercita più la propria sovranità.
IN GUERRA O SI COMBATTE PER VINCERE, O SI VERRA’ SCONFITTI E SOTTOMESSI
In guerra o si combatte per vincere o la si subisce comunque, finendo per essere sconfitti e sottomessi. La nostra casa comune brucia e la nostra civiltà è decaduta. Noi della Casa della Civiltà siamo consapevoli dell’obbligo di fortificarci dentro il più presto possibile e di agire per salvarci il più presto possibile. Lo facciamo illuminati da una proposta costruttiva e con la determinazione di chi rifiuta la sottomissione, non si rassegna alla sconfitta, vuole essere pienamente se stesso dentro la propria casa comune.
Napoleone Bonaparte disse: «Con le baionette si può fare di tutto tranne che sedervisi sopra». Se siamo in guerra e si possiede un’arma, o la usiamo adeguatamente per combattere e sconfiggere il nemico, oppure quest’arma sarà come non averla e finiremo per essere sconfitti.
Il messaggio che recepiamo dai vari fronti della guerra in corso, è che non possiamo restare neutrali, è che non ci è data la scelta di limitarci a osservare la realtà circostante, perché o ci dotiamo di un’arma e combattiamo per conseguire il traguardo che noi auspichiamo, oppure la guerra la subiamo lo stesso e finiremo per essere sconfitti e sottomessi all’obiettivo prefissato dal nostro nemico.
SCHIERARSI SIGNIFICA FARE UNA SCELTA DI VITA
Di qui la necessità di “schierarci”. Schierarci significa fare una precisa scelta di vita, concependoci come mobilitati in una trincea valoriale, culturale, civile e politica per contrastare e proporre un’alternativa alla guerra finanziaria, globalista, immigrazionista, sanitaria, culturale e civile.
Schierarci corrisponde a aderire a una missione che sorregge e forgia la nostra esistenza in questa fase della nostra Storia, dando il proprio contributo compatibilmente con gli indispensabili impegni personali, familiari e professionali.
Cari amici, andiamo avanti a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo a far rinascere la nostra civiltà, salvare gli italiani, riscattare l’Italia.