Ascolta la poesia con la vice di Giorgio Bongiorno
La coscienza è il tramite fra ciò che è stato e ciò che sarà, un ponte gettato tra il passato e il futuro.
(Henri Bergson)
Sento ancora
Risuonare fra il cielo e il silenzioso specchio dell’oceano
Echi di passi vagabondi
Illusione dei miei vent’anni
Una fila interminabile di pali
Scolpiti ad uno ad uno nell’anima
Mondi ignoti e lontani
Affacciati su tavole brune
Ancora pregne dei profumi del bosco
Figure sfumate di castelli incantati
Civiltà nascoste
Nello scrigno magico dei ricordi
Pareva non finire mai
Quel cammino insistente
Sospeso sul legno antico di ritmi uguali
Immobili testimoni del tempo
Aliti indifferenti di vento
Burrasche improvvise
Mormorio di palpiti d’onde
Fra i colori bruciati di quel lungo ponte
Come castagne d’autunno
Sulla strada solitaria del porto
Dietro le nuvole chiare della collina
Dolce e benigna madre dell’isola
Ho lasciato
Su quell’angolo di terra
Insieme all’ultima carezza del tramonto
Di un giorno lontano nella mente
Un poco di me
Della mia vita
Ho cominciato a tessere nel sogno
Quel tenue
Fugace
Filo di speranza
dalla raccolta inedita “Sciaveri di tregua” di Giorgio Bongiorno