Ascolta la poesia con la voce di Giorgio Bongiorno
Il mio sogno è stabile e regge il mio peso. È il gradino su cui salgo, per avvicinarmi alle mie speranze.
(Gabriele D’Annunzio)
Quante volte ti ho chiesto di aprire
Una porta sul sogno
Un varco dell’anima
Al limitare estremo del cielo
Quante volte ti ho chiesto
Di accogliere le esili
Fragili
Vulnerabili
Ali di questo volo terreno
Mi mostravi spesso il disegno
Di oceani d’argento
In quel nostro intenso peregrinare fra le nuvole
In quel recitare versi
Con la tua voce inondata di poesia
In quel coro di sublimi nenie
Accompagnati dall’orchestra degli angeli
Si cadeva poi dolcemente
Insieme
Affascinati
Dalla quiete turchina di magici paesaggi
Fra colli disegnati intorno alle acque lucenti del lago
Ricordo ancora quei colori turchini
Le ombre di uno spazio infinito
Qualche sfumatura candida
A dipingere la meraviglia del tuo sguardo
E quella porta
Inesistente
Impalpabile
Estatica
Immobile icona del pensiero
Aperta sul vuoto
Di fronte al prezioso monile della luna