Ascolta la poesia con la voce di Giorgio Bongiorno
Solo le corde spezzate di un violino
Note che si accavallano
Taglienti a trafiggere la carne
Disegnano il cuore di questi bimbi
Il sangue ribelle di creature
Orfane del mondo
Ai margini della strada
Nei campi del crepuscolo
Non ci sono colori in quegli occhi
Monelli
Sfuggenti
Solo grigi profondi
Abissi dell’anima
Non ci sono giochi
Solo aneliti
Desideri stroncati
Di angeli disseminati nelle periferie
Ne ho visto qualcuno aggirarsi
Attorno al fuoco
Un gelido mattino di nebbia
Nell’inverno padano
Ancora ho addosso
Quello sguardo pungente
Curioso
Accusatore
Quelle mani tese a raccogliere
Poche faville di calore
E quel lontano
Indifeso
Innocente
Languido lamento
Lenti rintocchi di una campana
È il mio cuore a scandire il senso della pena
L’albero poco lontano disegna il sogno di
speranza
Che mi assale come il desiderio di luce
Spinge alla fuga una rondine d’autunno
Improvvisa e veloce
Senza tregua
E il silenzio della mia coscienza apre l’anima
Alla mesta riflessione