Un numero sempre maggiore di leader e istituzioni sta sollecitando l’Università Columbia e il suo presidente a difendere gli studenti da episodi di antisemitismo e comportamenti discriminatori all’interno e attorno al campus. Di recente, il campus è stato scenario di un sit-in e di una manifestazione a sostegno della Palestina, che hanno posto l’accento sulla libertà di espressione e sulla tutela della sicurezza studentesca. Un rabbino universitario ha suggerito agli studenti ebrei di allontanarsi dal campus per la loro incolumità.
La scorsa settimana, la presidente dell’Università Columbia, Nemat “Minouche” Shafik, ha comunicato che le attività didattiche proseguiranno in modalità online e che l’amministrazione universitaria si riunirà per trovare una soluzione a “questa emergenza”. Shafik si è espressa dicendosi “addolorata” per le circostanze e ha stigmatizzato gli episodi di antisemitismo e le intimidazioni.
Il portavoce della Casa Bianca, Andrew Bates, ha affermato che i manifestanti che incitano alla violenza contro gli studenti ebrei oltrepassano un confine inaccettabile. Ha inoltre espresso critiche nei confronti di chi propaga la retorica di gruppi terroristici, soprattutto in seguito all’assalto di Hamas a Israele del 7 ottobre, che ha provocato 1.200 vittime. Nel frattempo, i dimostranti hanno condannato i bombardamenti israeliani su Gaza, responsabili dello sfollamento di oltre il 75% dei 2,3 milioni di residenti dell’area e della perdita di oltre 34.000 vite, come riferito dai servizi sanitari di Gaza. Hanno altresì esortato la Columbia a ritirare gli investimenti da imprese collegate a Israele.
La Columbia Jewish Alumni Association ha inviato una lettera alla presidente Shafik evidenziando le inquietudini del rabbino e rilevando che il clima nel campus si è fatto avverso agli studenti ebrei, alcuni dei quali “apertamente minacciati e molestati”. Il gruppo ha sollecitato l’Università Columbia ad “applicare i regolamenti accademici relativi alle proteste e alle molestie per ripristinare ordine e sicurezza nel campus”. La Columbia/Barnard Hillel sostiene che sia l’università che la città di New York debbano assicurare una maggiore protezione agli studenti ebrei. L’università ha annunciato piani per rafforzare la sicurezza, inclusi l’aumento del personale addetto, controlli d’identità più stringenti, sicurezza aggiuntiva durante la Pasqua ebraica e maggiore vigilanza nelle aree limitrofe al campus.