Ascolta la poesia con la voce di Giorgio Bongiorno
Non è la distanza
A misurare l’angoscia dell’abbandono
Non è più la linea dell’orizzonte a segnare i
confini del mare
Non è il faro a illuminare la rotta
Di questo lungo viaggio
Il porto non è mai stato questo
È nascosto nell’anfratto del mistero
Non è il naufragio dei corpi
A porre fine all’azzardo della vita
Nei riflessi argentati della luce
Nell’acqua limpida della baia
L’arcobaleno è ancora un’illusione sfumata di
malinconia
È un colore struggente
Ingannevole
È un po’ di quiete
Nel trambusto del mondo
Un’oasi serena
Fra la gente distratta
Indifferente
Nel deserto stregato delle emozioni
Si può scomparire
A pochi passi
Lasciare l’abbraccio consueto della speranza
Abbandonare il sentiero
Attratti dal profumo dei fiori del pendio
Inoltrarsi nella selva dei sentimenti
Danzare nell’aria come fanno le api
Ebbre del nettare dorato
Intorno alle corolle vellutate
Perdersi nel labirinto infuocato delle passioni
Rapiti dal desiderio di vivere
Scoprire il prezioso scrigno dei rimpianti
Inondati da qualche ventata di nostalgia
Ripercorrere tutte quelle storie
Ad una ad una
Come non fossero mai accadute
Scherzare con la sorte
Sfidare la sua malvagia ironia
In un innocente gioco bambino
Affidarsi alla sorte
Inchinarsi davanti ad una cascata spumeggiante
Gioire del nobile canto di un usignolo
Chiedersi il perché del tormento degli uomini
Nelle note vibrate di una sinfonia
Invocare scintille di pietà
Nel dominio magico dell’Olimpo
Sentire l’insistente richiamo dell’amore
Della gelosia
Del possesso
Della follia
Correre verso l’ignoto
Prima di lasciare tutto
Al confine dell’eternità
Dove non c’è alcun distacco
E vicino e lontano
Gioia e dolore
Affetto e invidia
Perdono e vendetta
Bontà e violenza
Coraggio e paura
Non sono segno di conflitti
Nemmeno di sentimenti antagonisti
Ma sono solo divergenze dimenticate
Sfumature dell’anima
Innocenti
Stemperati disaccordi
Propri degli errori
Delle passioni e delle terrene narrazioni