STEFANO DI FRANCESCO: “Parte la sottoscrizione del BTP valore 2024”

Lo Stato italiano ha deciso che la nuova emissione di BTP Valore, destinata alla clientela retail, avrà una durata di 6 anni ed una cedola annuale del 3,35% per i primi tre anni e del 3,9% per i restanti tre.

Inoltre è previsto un premio dello 0,8% per chi terrà il BTP dalla sottoscrizione fino alla scadenza dei sei anni.

La tassazione è del 12,5% ed il taglio minimo d’acquisto è di 1.000 euro.

L’ adesione da parte della clientela avverrà dal 6 al 10 maggio 2024.

L’idea di fidelizzare sempre più gli italiani ed il loro risparmio con il debito nazionale è sicuramente una idea positiva del Governo perché permette di allontanare i falchi della finanza globale dalle emissioni di titoli di Stato e soprattutto fa in modo che gli interessi pagati sul debito restino in larga parte in Italia.

Certo il BTP, essendo uno strumento finanziario quotato sul mercato , sarà nel corso della sua vita , soggetto ad oscillazioni di prezzo, che potranno aumentarne o diminuirne il rendimento.

In un contesto futuro di tassi d’interessi crescenti, il prezzo del BTP scenderà sotto il valore di acquisto della sottoscrizione.

In un contesto futuro di tassi d’interesse in discesa, il prezzo del BTP Valore salirà.

La variabilità del prezzo dello strumento nel tempo è in punto più delicato della decisione d’investimento e va ponderata con attenzione, sempre che non lo si possa tenere tranquillamente fino a scadenza.

Speriamo che in futuro, la sottoscrizione del debito pubblico da parte dei cittadini ed imprese residenti, possa fare un nuovo step in avanti ed assumere la forma dei Conti Correnti di Risparmio.

Cominciamo col dire che da nessuna parte è scritto che lo Stato debba finanziarsi esclusivamente emettendo Btp, nati lo ricordiamo, a metà degli anni 90 con l’idea di tutelare il risparmio degli italiani e sottoscritti all’epoca quasi solo da residenti, visto il rischio di cambio presente.

Oggi, grazie alla tecnologia abbiamo la possibilità di cambiare radicalmente in “positivo” il modello di gestione del debito pubblico, trasformandolo di fatto in una moneta liquida, immediatamente spendibile da famiglie ed imprese.

Per offrire una alternativa e finalmente attuare l’art.47 della Costituzione,( “La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito”), lo Stato italiano può creare un conto corrente di risparmio gratuito a tutti i cittadini ed imprese residenti, che avrebbe queste caratteristiche:

– il capitale garantito dallo Stato perché il conto fa riferimento direttamente al Tesoro, non quotato e quindi il valore è stabile e non fluttua sui mercati finanziari;

– un buon rendimento simile ai BTP a 10 anni e sarebbe esente da qualsiasi tassazione;

– la possibilità di utilizzarlo in qualsiasi momento come strumento di pagamento tra conti di risparmio, con bonifici online e carta magnetica.

Il conto di risparmio andrebbe quindi a sostituire l’emissione di BTp quale principale fonte di finanziamento per lo Stato con la caratteristica di non essere quotato sul mercato.

In questo modo il conto di risparmio non solo diventerebbe uno strumento di pagamento molto simile ad un conto corrente bancario, senza la necessità di disinvestire come avviene oggi con i BTP nel caso si dovesse procedere ad un acquisto di un bene, ma diventerebbe una forma di investimento “liquida” che permetterebbe al nostro debito pubblico di diventare una “moneta”, circolando liberamente nell’economia reale.

Con i conti di risparmio non quotati, elimineremmo il problema delle fluttuazioni del valore dei titoli di stato sui mercati finanziari, senza più l’angoscia di dover più rinnovare grandi stock di debito pubblico ogni anno, con la spada di Damocle dello spread sulle aste dei nuovi titoli.

Anche il sistema bancario avrebbe un vantaggio dall’introduzione dei conti di risparmio perché verrebbe così ridotta la quantità di riserve che queste sono tenute a depositare presso la banca centrale a garanzia dei depositi della clientela superiori a 100 mila euro.

Le banche potranno gestire i Conti Correnti di Risparmio per conto dei clienti e quindi trasferire su di essi i depositi dei loro attuali conti correnti bancari, lasciando al singolo cliente la decisione finale.

Insomma la tecnologia e l’innovazione permettono oggi soluzioni che fino a qualche tempo fa erano impossibili; trasformare il nostro debito pubblico in uno “strumento di pagamento” significa migliorarne sensibilmente la gestione.

In pratica il debito pubblico potrebbe diventare una “moneta di scambio” in grado di rilanciare l’economia nazionale e creare benessere per la collettività, senza il ricatto dello spread e dei mercati finanziari globali.

Perché non si fanno i Conti Correnti di Risparmio e si insiste sui problematici BTP?

2 commenti su “STEFANO DI FRANCESCO: “Parte la sottoscrizione del BTP valore 2024”

  1. Caro Stefano, come sai di economica ci capisco poco o nulla ma una risposta alla tua domanda mi è affiorata alla mente.
    Secondo me non si fanno Conti Correnti di Risparmio perché siamo ancora in scacco alla grande finanza globale e questi criminali (perché questo sono!) non hanno alcun interesse a lasciarcelo fare. Diventeremmo autonomi e questo non è nei loro desiderata…
    Che dici, ho dato la risposta giusta?

    1. Perfetto Andreina. Se davvero si riuscissero a fare i Conti Correnti di Risparmio si eviterebbe di passare per il mercato, finirebbero i ricatti sullo spread, sul debito detenuto da stranieri, lo Stato pagherebbe interessi che restano in Italia ma soprattutto TUTTO IL DEBITO PUBBLICO così sottoscritto verrebbe a trasformarsi in MONETA, pronto per essere speso immediatamente . Alla fine ci guadagnerebbero tutti: Stato, Cittadini e persino le banche… Ci vuole coraggio . Un abbraccio, Stefano

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