L’Apocalisse nucleare per Kharkiv, Biden o la “democrazia”?

Cari amici buongiorno. Mi auguro di cuore che stiate bene in salute fisica, mentale e spirituale.

Stamattina leggiamo sui siti d’informazione politica che l’Ucraina avrebbe effettuato il primo attacco contro la Russia impiegando missili americani dopo l’autorizzazione concessa ufficialmente dagli Stati Uniti.
Secondo il canale Telegram russo Dva Majora, specializzato in affari militari e che conta oltre 700.000 iscritti, missili Himars americani si sono abbattuti su una postazione che dispiegava missili S-300 e S-400 russi, un sistema di difesa antiaerea nella regione frontaliera di Belgorod.

Nelle stesse ore il vice ministro degli Esteri russo Serghei Ryabkov ha ammonito gli Stati Uniti da «errori di calcolo che potrebbero avere conseguenze fatali», denunciando l’atteggiamento «irresponsabile» degli americani: «Hanno dato carta bianca a Kiev», e «non stanno facendo niente per fermare le pericolose azioni provocatorie dei loro servitori», «per gli Stati Uniti ci sarà sicuramente un prezzo da pagare».

Gli Stati Uniti hanno messo in chiaro che per ora i missili forniti all’Ucraina possono essere usati per colpire il territorio russo solo con l’obiettivo di contrastare l’avanzata delle truppe di Mosca nella regione di Kharkiv.
Ma la Russia teme che possano essere utilizzati anche per bombardare il suo sistema di difese strategiche, dopo che negli ultimi giorni gli ucraini hanno cercato di attaccare due radar con l’impiego di droni.

Il 24 maggio il Wall Street Journal ha rivelato che l’Ucraina aveva colpito un centro di comunicazione delle forze di difesa aerea russe nella città di Alushta in Crimea, con missili a lungo raggio forniti dagli Stati Uniti.

Il 26 maggio un drone ucraino ha preso di mira un radar russo a lungo raggio, il Voronezh-DM OTH Early Warning Missile Launch Warning Radar, dispiegato vicino a Orsk, nella regione di Orenburg, a circa 1.500 chilometri dall’area più vicina controllata dall’esercito ucraino.
Il drone, chiamato Tekever AR3, è di produzione britannico-portoghese, ed è stato abbattuto dalla Russia. È la prima arma di un Paese della Nato a colpire in profondità in territorio russo.

Il 24 maggio il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, aveva detto: «Le armi fornite a Kiev dagli Stati Uniti e da altri paesi occidentali stanno già colpendo obiettivi civili sul territorio della Federazione Russa».

Il Presidente russo Putin ha avvertito: «Un’escalation costante può portare a gravi conseguenze. Se queste gravi conseguenze si verificano in Europa, come si comporteranno gli Stati Uniti, tenendo conto della nostra parità nel campo delle armi strategiche? È difficile da dire: vogliono un conflitto globale?».

Il 24 maggio Putin da Minsk, ha assistito insieme al Presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko, alle manovre russe con armi nucleari tattiche nel Distretto militare meridionale, che comprende le quattro regioni ucraine annesse alla Russia nel 2022, Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia. La Russia ha schierato armi nucleari tattiche in Bielorussia nel 2023. Lukashenko sostiene che queste armi nucleari sono puramente difensive e rappresentano uno strumento di deterrenza contro possibili aggressioni alleate.

È la prima volta che la Russia compie esercitazioni con armi nucleari tattiche, anche se le sue forze nucleari strategiche si esercitano regolarmente. Le armi nucleari tattiche hanno una resa inferiore rispetto alle massicce testate che armano i missili balistici intercontinentali destinati a distruggere intere città.

Il 31 maggio il premier ungherese Viktor Orban ha detto che l’Unione Europea è entrata in una fase intermedia dei preparativi per la guerra con la Russia: «L’entrata in guerra non avviene in una sola fase. Ci sono tre fasi: discussione, preparazione e distruzione. Ora stiamo terminando la discussione e siamo nella fase di preparazione. Siamo a pochi centimetri dalla distruzione».
Il 24 maggio Orban aveva detto: «Ciò che sta accadendo oggi a Bruxelles e Washington sta creando l’atmosfera per un eventuale conflitto militare, che potremmo anche descrivere come una preparazione all’entrata in guerra dell’Europa».

I legislatori dei Paesi membri dell’Alleanza Atlantica, che compongono l’Assemblea Parlamentare della Nato, hanno votato per abolire l’embargo sull’uso di armi occidentali contro obiettivi all’interno della Russia.

Oggi, l’ammiraglio Tony Radakin, Capo di Stato maggiore della Difesa britannico, ha detto: «Il presidente russo Vladimir Putin non vuole una guerra diretta con la Nato né tantomeno un conflitto nucleare».

Il 29 maggio il cancelliere Olaf Scholz aveva rassicurato che l’uso armi per colpire in territorio russo non contribuirà a escalation: «Siamo certi che questo non favorirà una escalation perché – come detto anche dal presidente americano – si tratta solo di essere in grado di difendere una grande città come Kharkiv, per esempio. E credo sia chiaro a tutti che questo debba essere possibile. La decisione è stata presa con attenzione assieme ad amici e alleati».
Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha detto: «Bisogna stare molto attenti, non è un gioco, siamo sulla lama del rasoio. Noi stiamo lavorando per difendere l’indipendenza dell’Ucraina e stiamo lavorando per la pace, puntando soprattutto sulla diplomazia».
Il 24 maggio Tajani ha precisato: «Siamo contrari a inviare militari italiani in Ucraina e c’è l’impegno a usare il materiale militare che noi inviamo in territorio ucraino, mai in quello russo. Non spareremo mai un missile contro i russi dal territorio italiano: non siamo in guerra con la Russia».

La domanda che ci poniamo è: la sopravvivenza dell’umanità e la salvaguardia del Mondo possono essere messe a rischio per difendere costi quel che costi Kharkiv? Gli italiani e gran parte degli europei non hanno mai sentito parlare prima di oggi di Kharkiv o, più correttamente, Charkiv, che è stata la prima capitale dell’Ucraina sovietica fino al 1934.
Nel 2021 la popolazione di Kharkiv ammontava a 1.433.886 abitanti, la seconda città più popolosa dell’Ucraina dopo Kiev.
Secondo un sondaggio dell’Accademia Ucraina delle Scienze del 2011, il 72% della popolazione di Kharkiv è di madrelingua russa e solo il 28% è di madrelingua ucraina.
Secondo uno studio del 2015 dell’ “Istituto repubblicano internazionale”, un’organizzazione statunitense sostenuta dal governo federale, dedita a promuovere la libertà e la democrazia nel Mondo, a Kharkiv il 95% della popolazione parla solo o principalmente il russo, l’85% utilizza esclusivamente il russo e solo il 4% usa abitualmente o prevalentemente la lingua ucraina.

Questi dati attestano quanto siano intersecate la Storia e la società della Russia e dell’Ucraina, così come quanto sia profondamente arbitrario definire con un taglio netto sia i confini accreditati nel cataclisma del crollo dell’Unione Sovietica nel 1989, sia la pagella dei buoni e dei cattivi nella guerra iniziata nel Donbass nel 2014, non nel 2022, su iniziativa dell’Ucraina e non della Russia.

Ugualmente ci domandiamo se la prospettiva dell’Apocalisse nucleare, che distruggerebbe il Mondo e sterminerebbe l’umanità, possa essere anche semplicemente evocata e strumentalizzata dal Presidente statunitense Biden per apparire come il paladino della democrazia nel Mondo e far apparire Putin come l’incarnazione del nuovo Hitler.
Anche dopo l’incriminazione di Donald Trump, riconosciuto colpevole di tutti i 34 capi di imputazione nel caso della pornostar Stormy Daniels, fatto che l’ha reso il primo ex Presidente degli Stati Uniti condannato in un processo penale e il primo candidato presidenziale a correre come pregiudicato, ebbene, a cinque mesi dalle elezioni del 5 novembre, i sondaggi registrano una crescita dei consensi a Trump, con il 47,5% a livello nazionale, contro il 46,7% a Biden. Trump risulta in vantaggio in sette Stati in bilico e quindi ritenuti “chiave”: Nevada, Arizona, Georgia, North Carolina, Pennsylvania, Michigan e Wisconsin.
Se si votasse oggi, stando ai sondaggi, Trump vincerebbe ampiamente aggiudicandosi 312 “grandi elettori”, mentre Biden ne conquisterebbe 226.

Basterebbe un centesimo delle 20 mila bombe atomiche presenti nel Mondo, di cui 6 mila in possesso della Russia, per distruggere il Mondo e sterminare l’umanità. Prendiamo atto che Biden, il francese Macron e il britannico Sunak stanno soffiando sul fuoco dell’Apocalisse nucleare, pur nella consapevolezza che Putin non potrebbe mai arrendersi e che, qualora dovesse essere messo con le spalle al muro, non esiterebbe a dire “muoia Sansone con tutti i filistei”.
Prendiamo atto che nel nome della “democrazia” si sta perpetrando il crimine epocale di spingere l’umanità a un passo dalla fine della vita, dall’inferno in Terra che non potrà essere raccontato da nessuno.

Cari amici, andiamo avanti sulla retta via a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo a realizzare il miracolo per far rinascere la nostra civiltà, salvare gli italiani, riscattare l’Italia.

Magdi Cristiano Allam
Fondatore della Casa della Civiltà

Martedì 4 giugno 2024

La Casa della Civiltà è un’Associazione di Promozione Sociale (APS), fondata da Magdi Cristiano Allam nel 2021.
Promuove la “Federazione di Comunità locali”, nel contesto dell’Italia elevata a “nostra amata Patria”.
Organizza un percorso di Formazione culturale, Mobilitazione civile e Azione politica costruttiva, per dare certezze sul piano dell’informazione responsabile, fortificare gli animi, infondere determinazione, con l’obiettivo di far rinascere la nostra civiltà decaduta, salvare gli italiani dall’estinzione demografica, riscattare lo Stato collassato, trasformando l’Italia nel Paese numero 1 al Mondo per la qualità della vita.

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2 commenti su “L’Apocalisse nucleare per Kharkiv, Biden o la “democrazia”?

  1. Insisto che la missione della Casa della Civiltà in questo periodo della sua storia dovrebbe essere quella di produrre sempre più analisi come questa, e sottoporle a enti e istituzioni.
    Il momento è drammatico e emergenziale.

  2. Ieri, tramite un’altra associazione di cui sono membro, ho ascoltato un generale di corpo d’armata dell’esercito italiano.
    Ha detto che ormai la guerra è saldamente nelle mani della Russia e che le intenzioni della NATO non appaiono chiare.

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