Ascolta la poesia con la voce di Giorgio Bongiorno
E quanto amo stagione quanto amo i tuoi suoni
I frutti che cadono e che nessuno raccoglie
Il vento e la foresta che piangono
Tutte le loro lacrime d’autunno foglia a foglia
Le foglie
Pestate
Un treno
Che passa
La vita
Che va.
(Guillame Apollinaire)
È d’autunno
Che il viale diventa un tappeto
I colori appaiono bruciati
E gli alberi si spogliano
Adagio della verde livrea
E degli intensi profumi dell’estate
Corrono lenti
Sulla coltre umida di foglie
I passi incerti
Verso la stagione del gelo
I rimpianti cancellano
Quella gioia di cristallo
Quello scampolo di giovinezza
Ancora più limpida
Nelle tinte del ricordo
Anche l’amore
Il desiderio
La luce di quegli ultimi petali di seta
nell’aiuola
Si spengono con la malinconia del crepuscolo
Restano immagini opache di giorni lontani
Sempre le stesse
Cromie ripetute insistentemente
Come ombre lunghe
Ad accompagnare il braciere del tramonto
E sono ancora l’amore e la passione
A riscaldare la fiamma
Che pareva sopita nella fucina stanca delle
emozioni
Un ritaglio di antichi tripudi
Forse un fiore dell’adolescenza
Un mazzetto di viole
Nella primavera dei prati
Un profumo indimenticabile e raro
Che viene a lambire
Quell’angolo di cuore che hai riservato
Ai momenti di tregua
A quei ricordi limpidi e chiari
Tanto belli da pensare
Siano accaduti solo ieri
Ed è in quell’angolo dei rimpianti
Che ti soffermi
Inchinandoti
A rivivere quei momenti di speranza
Quei timidi vagiti di libertà
Che a suo tempo ti regalava
Con parsimonia e rigore
La bella e sorprendente favola della vita
*
Foto di copertina: Frankies Frederick, “Le stagioni”