Commissione 7 – Educazione costruttiva, Istruzione oggettiva, Professione certa

Commissione 7 – Educazione costruttiva, Istruzione oggettiva, Professione certa

Il degrado sul piano valoriale, dei contenuti, organizzativo e logistico della scuola impone un’alternativa che rimetta al centro l’educazione e lo sbocco professionale conforme alle molteplici necessità della propria comunità e dell’Italia.
 
Coordinatore: Davide Ficarra
 
Membri titolari: Cristiana Belcari, Elio Cabib, Marina Pedetti, Silvia Donfrancesco, Simonetta Ercoli, Giuseppina Scimonetto, Armida Martinelli, Benedetta Negro, Vittorino Talamini, Carla Doris Tocco, Maria Benedetta La Cara.
 
Membri supplenti: Massimiliano Sandri, Debora Araldi, Rossella Fiorda, Alessia Magnapane, Annalisa Moro, Paola Ramella, Gualdo Anselmi, Stefania Celenza, Michele Amenta.
 

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Testo di riferimento per la Commissione 7

(Il testo di riferimento offre al Coordinatore e ai membri della Commissione delle linee guida che andranno vagliate, approfondite, integrate, modificate e aggiornate).

Compito della Commissione è elaborare una proposta per una nuova Politica dell’Istruzione e dell’Educazione qualitativamente migliore.
La Commissione individuerà successivamente i contenuti utili a elaborare la bozza di una nuova Costituzione dell’Italia che promuova complessivamente una migliore qualità di vita mettendo al centro il bene primario degli italiani e l’interesse supremo dell’Italia.

Lo scopo delle proposte elaborate dalle 13 Commissioni tematiche è di dotare la Comunità Casa della Civiltà di un programma fondato e concreto che ci consenta, nel momento in cui le condizioni ce lo permetteranno, di assumere il Governo dell’Italia in modo autorevole e credibile per promuovere un nuovo modello di civiltà, di Stato, di sviluppo e di società che corrispondano al bene primario degli italiani e all’interesse supremo dell’Italia.

Linee guida della Commissione

Cominciamo dalla realtà strutturale della scuola. Due terzi delle scuole pubbliche sarebbero da abbattere e ricostruire. Gli edifici sono fatiscenti e a rischio. Servono 200 miliardi di euro per la ristrutturazione. Nell’agosto 2020 la Fabi, il principale sindacato dei bancari, ha pubblicato uno studio da cui emerge che due terzi delle scuole pubbliche sono fatiscenti e rivela che per ristrutturarle servono 200 miliardi di euro per garantire che non crollino i soffitti o i pavimenti delle scuole, per mettere a norma gli impianti elettrici e del riscaldamento, per ammodernare i servizi igienici carenti e obsoleti, per sostituire le porte e le finestre difettose e inaffidabili, per assicurare che i nostri figli non muoiono a scuola per il cedimento strutturale di edifici costruiti malamente più di quarant’anni fa.
Lo studio della Fabi dice che sul totale di quasi 40.000 edifici, più di due su tre sono stati costruiti prima del 1980, e in taluni casi sono stati rilevati difetti alle strutture portanti, ai solai, alle coperture. La spesa per una nuova costruzione, secondo le banche dati delle Regioni sui costi standard, è di 2,64 milioni di euro per un edificio di media dimensione (2.474 metri quadrati), pari a 1.069 euro al metro quadrato. Il costo al metro quadrato per interventi di sostituzione edilizia (demolizione e ricostruzione) sale a 1.149 euro al metro quadrato.

Il 7 aprile 2019 al centro della prima pagina del quotidiano La Stampa comparve questo titolo «Mancano 70 mila alunni». Nell’articolo si legge: «Si svuotano le scuole. Mancano 70 mila alunni. Dal 2015 sono stati persi 188 mila alunni. Il calo demografico desertifica le aule.»

Affrontiamo la criticità concernente la cosiddetta «fuga di cervelli». Dal Referto sul sistema universitario 2021 approvato dalle Sezioni riunite della Corte dei conti, che approfondisce finanziamento, composizione, modalità di erogazione della didattica, offerta formativa e ranking delle università italiane (98 atenei di cui 67 statali, che comprendono 3 Scuole Superiori e 3 Istituti di alta formazione, nonché 31 Università non statali, di cui 11 telematiche) emerge che sempre più laureati lasciano l’Italia: +41,8% nel 2021 rispetto al 2013. In Italia, la quota dei giovani adulti con una laurea è aumentata costantemente durante l’ultimo decennio, ma resta comunque inferiore rispetto agli altri Paesi dell’Ocse. Tale fenomeno è riconducibile sia alle persistenti difficoltà di entrata nel mercato del lavoro sia al fatto che il possesso della laurea non offre, come invece avviene in area Ocse, possibilità d’impiego maggiori rispetto a quelle di chi ha un livello di istruzione inferiore.

Un accenno alla ideologizzazione dei testi scolastici. Il 25 settembre 2020 il Presidente dei senatori di Italia Viva Davide Faraone annunciò un’interrogazione al ministro per l’Istruzione per un disegno ritratto in un libro di letture per la seconda elementare “Le avventure di Leo”, in cui si vede un bimbo di colore che dice: «Quest’anno io vuole imparare l’italiano bene». Il Ministero dell’Istruzione ha subito formalmente chiesto spiegazioni all’Associazione Italiana Editori. Il Gruppo Editoriale Raffaello si è subito scusato sostenendo che «non era nostra intenzione offendere» e ha annunciato che il libro «sarà modificato in sede di ristampa».
Le autrici del disegno, delle insegnanti, negarono qualsiasi intento razzista e spiegarono di aver rappresentato correttamente la realtà di «un bimbo da poco arrivato in Italia, quale desiderio può avere più grande di quello di imparare in fretta la lingua per poter comprendere quello che lo circonda e per poter comunicare e giocare con i nuovi amici?Vediamo tutti i giorni sui visi dei nostri bimbi questi desideri, la fatica di cogliere qualsiasi messaggio, la motivazione a farcela per essere accolti nel gruppo al pari degli altri bambini. E questo nella realtà scolastica quotidiana non fa indignare, non ci fa pensare ai cliché, quelli sì stereotipati di film e programmi di anni fa sullo ‘straniero’. I bambini per fortuna non hanno stereotipi».
L’agenzia di stampa Ansa riportò il fatto riproducendo il testo che compare nella pagina Facebook dell’associazione “Educare alle differenze”, in cui si legge: «Un libro che entra in classi interculturali in cui bambine e bambini nati e cresciuti in Italia hanno colori diversi, famiglie miste, adottive, genitori che provengono da altri Paesi ma vivono qui da anni o che sono a loro volta nati e cresciuti qui. Ma anche bambini arrivati da poco che portano con sé le loro culture d’origine e che costruiscono in quelle classi nuove identità meticce fatte di incontri e reciproche contaminazioni. Bambini che continuiamo attraverso rappresentazioni come questa ad additare come stranieri, come altro rispetto a una presunta normalità italica e a scimmiottare con un linguaggio imbarazzante che sembra preso da un pessimo film degli anni Trenta».
Ebbene prendiamo atto che in questa vicenda è considerato reato rappresentare correttamente la realtà di un bambino straniero che inizia a imparare la lingua italiana. Prendiamo atto che se la realtà viene concepita come un’offesa allo straniero, la realtà va negata e chi l’ha rappresentata deve scusarsi e deve essere sanzionato come razzista. Prendiamo atto che l’ideologia dominante che ispira la negazione della realtà e impone di sanzionare chi la rappresenta correttamente è l’ideologia globalista, multiculturalista, relativista. Questa ideologia vuole sostituire la «presunta normalità italica» con «nuove identità meticce», che significa eliminare la civiltà italiana espressione dell’Italia come Stato nazionale sovrano con l’ideologia di una umanità omogeneizzata in un meticciato universale espressione del Nuovo Ordine Mondiale.

Un accenno alla problematica legata alla cosiddetta Dad (didattica a distanza). Il 24 maggio 2020 Maddalena Fragnito, rappresentante del Comitato «Priorità alla scuola», citata dall’Agenzia Agi, nell’annunciare delle manifestazioni in piazza contro la Dad, ha detto: «L’istruzione è un diritto fondamentale e questi bambini e ragazzi che non sono stati considerati, devono tornare al centro del dibattito. Un paese senza istruzione è un paese morto. La didattica a distanza produce disuguaglianze: il 42% dei bambini vive in condizione di sovraffollamento domestico, il 40% delle famiglie non ha un computer, il 6% delle famiglie è tagliato completamente fuori perché non ha il wi-fi. E noi abbiamo catapultato su 8 milioni di studenti e circa 6 milioni di nuclei familiari, questa soluzione senza minimamente curarci se ci fossero le possibilità per applicarla».

Alcune considerazioni sulla proposta di un nuovo modello di Educazione:
– Investire nella promozione della concezione olistica dell’Educazione, che coniuga in modo armonioso la dimensione della conoscenza, con quella dei valori e delle opere, in modo da favorire la formazione di una personalità consapevole, solida e costruttiva.
– Considerare che l’investimento nell’educazione olistica è una priorità nazionale per superare l’emergenza educativa, mettendo al centro la dignità e la libertà della persona, definendo un percorso d’istruzione che trasmetta sia la conoscenza scientifica sia i valori che danno un senso pieno alla nostra vita corrispondenti al bene comune sia infine la capacità di corrispondere alla costruzione sociale che definisce l’interesse generale.
– Affermare una cultura che ispiri la certezza dei nostri valori e della nostra identità, riconoscendo la verità storica delle radici giudaico-cristiane che hanno consentito all’Europa di essere la culla della democrazia, dei diritti fondamentali dell’uomo e della libertà.
– Ripristinare una cultura che accrediti la presenza di una “autorità morale” coincidente con i rappresentanti delle istituzioni che ci accompagnano sin dalla nascita, dai genitori agli insegnanti, dai funzionari pubblici agli esponenti religiosi, dai giornalisti ai politici.
– Colmare con una politica culturale e formativa congrua lo smarrimento etico e il disagio giovanile che sfociano in comportamenti devianti e violenti.
– Valorizzare la formazione professionale e l’istruzione tecnica come strumenti educativi fondamentali per riconciliare i giovani con il mondo reale e con la realtà occupazionale e produttiva.
– Investire nella ricerca scientifica e incentivare il coinvolgimento dei nostri giovani e degli scienziati nello sviluppo tecnologico e scientifico.
– Creare un raccordo organico e costruttivo tra l’insieme del percorso scolastico con la società e il mondo del lavoro.
-Assicurare il rispetto della regola della meritocrazia nella determinazione delle carriere universitarie, ponendo fine alla piaga del nepotismo, dell’inefficienza amministrativa e dell’assurda proliferazione delle sedi accademiche e dei corsi universitari.
-Affrancare anche la scuola dall’imperversare del relativismo culturale e valoriale che sfocia nell’imposizione dell’ideologia globalista, europeista, pacifinta, immigrazionista, multiculturalista, omosessualista e islamofila, presente innanzitutto nelle direttive del Ministero dell’Istruzione che recepisce le direttive dell’Unione Europea, nei testi scolastici e nel convincimento della maggioranza dei docenti di estrazione sessantottina.

Cari amici e membri della Commissione Educazione vi invito a considerare questo testo come un riferimento sul piano dei contenuti che indica delle linee guida, ma è aperto al cambiamento salvaguardando una unitarietà d’intenti e di indirizzo che ispirano la strategia complessiva della Comunità Casa della Civiltà.

Vi auguro un buon inizio confidando che il contributo di ciascuno di voi accrescerà la qualità della proposta per risultare promotori di una proposta autorevole, credibile e attuabile per realizzare concretamente il bene primario degli italiani e l’interesse supremo dell’Italia.

Andiamo avanti forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo.

Magdi Cristiano Allam

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