Commissione 2 – Stato Presidenziale e Federazione dei Comuni autonomi

Commissione 2 – Stato Presidenziale e Federazione dei Comuni autonomi

Un nuovo modello di Stato incentrato sulla governabilità e un nuovo modello di democrazia basato sulla partecipazione dei cittadini nella micro-dimensione delle comunità locali.
 
Coordinatrice: Andreina Trapletti
 
Membri titolari: Raffaele Tassotti, Michele Bertolini, Lino Garbin, Grazia Manuele, Graziella Michelotto, Stefania Napoli.
 
Membri supplenti: Gabriele Gatti, Gianni Zecchel, Giovanni Luca Agostini,  Ivano Ceci, Angela Abbatecola, Gezim Katuci.

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Testo di riferimento per la Commissione 2

(Il testo di riferimento offre al Coordinatore e ai membri della Commissione delle linee guida che andranno vagliate, approfondite, integrate, modificate e aggiornate).

Compito della Commissione è elaborare una proposta per la costruzione di un nuovo modello di Stato e di Comuni. 
La Commissione individuerà successivamente i contenuti utili a elaborare la bozza di una nuova Costituzione dell’Italia che promuova complessivamente una migliore qualità di vita mettendo al centro il bene primario degli italiani e l’interesse supremo dell’Italia. 
 
Lo scopo delle proposte elaborate dalle 13 Commissioni tematiche è di dotare la Comunità Casa della Civiltà di un programma fondato e concreto che ci consenta, nel momento in cui le condizioni ce lo permetteranno, di assumere il Governo dell’Italia in modo autorevole e credibile per promuovere un nuovo modello di civiltà, di Stato, di sviluppo e di società che corrispondano al bene primario degli italiani e all’interesse supremo dell’Italia.
 
 
Linee guida della Commissione 
Prendiamo atto che in Italia la Repubblica è collassata, la democrazia è marcia, la Giustizia è morta, la civiltà è decaduta. Dobbiamo ricostruire dalle fondamenta un nuovo modello di Stato che attribuisca ai Comuni l’epicentro della democrazia e dello sviluppo attenendosi a rigorosi parametri di competenza, meritocrazia e solidarietà sociale, bilanciandosi con un Governo presidenziale che tuteli gli ambiti di esclusiva pertinenza dello Stato nazionale.
Stiamo subendo un crimine epocale: l’Italia ricca si sta trasformando in italiani poveri. 
In Italia la vera Mafia è lo Stato, che si sostanzia di una burocrazia onnipotente, dello strapotere dei partiti, di una magistratura che è al di sopra della legge, il potere in assoluto più forte.
Questo Stato-Mafia alimenta l’illegalità e la corruzione in seno alla pubblica amministrazione, reprime lo sviluppo condannando a morte le micro, piccole e medie imprese, accresce la povertà della popolazione, favorisce l’inquinamento dell’ambiente, diffonde il degrado urbanistico, fa venir meno la sicurezza dei cittadini, elimina anche fisicamente i suoi oppositori, inculca in tutti noi la paura del presente e la sfiducia nei confronti del futuro.
Lo Stato-Mafia è ladrone e vessatorio, fagocita 830 miliardi di euro all’anno, circa la metà del Pil (Prodotto interno lordo), impone agli italiani il più alto livello di tassazione al mondo, pari al 70-80% tra tasse dirette e indirette, un pizzo vessatorio e ingiustificabile considerando che i cittadini-sudditi sono costretti ormai a pagare gran parte dei servizi e che i servizi offerti sono scadenti e inadeguati, istiga impietosamente al suicidio se siamo impossibilitati a pagare pur di ingrassare un apparato burocratico elefantiaco, oneroso, corrotto ed inefficiente.
La dittatura partitocratica, parte integrante ed essenziale dello Stato-Mafia, pur di salvaguardare i propri privilegi ha tolto agli italiani la sovranità popolare che si esprime nel rapporto fiduciario tra elettore e eletto attraverso il voto di preferenza, ha accreditato il «consociativismo» per spartirsi il potere e soprattutto il fiume ininterrotto di denaro pubblico tra la maggioranza e l’opposizione, ha radicato la sfiducia nelle istituzioni e nello Stato. Ha consentito a partire dal novembre 2011, con la regia del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, un colpo di stato finanziario ed eurocratico, incarnato dall’avvento alla Presidenza del Consiglio di Mario Monti, rappresentante della grande finanza speculativa globalizzata, culminando nel potere di Mario Draghi che siede al vertice della grande finanza speculativa globalizzata.
La democrazia sostanziale si è ridotta a democrazia formale, dove le istituzioni anziché essere rappresentative e al servizio dei cittadini, si sono trasformate in un regime arbitrario incapace di assicurare la governabilità e nel principale nemico dei cittadini.
Prendendo atto che la realtà storica dell’Italia evidenzia che da sempre sono i piccoli che fanno grande l’Italia, sia che si tratti di imprenditori o di Comuni, e scegliendo una filosofia di vita che mette al centro la qualità della vita della persona e non la quantità delle risorse accumulate dallo Stato sfruttando i cittadini ridotti a strumenti di produzione e consumo, considero che i Comuni debbano diventare il fulcro della riforma dello Stato, rapportandosi direttamente con uno Stato più autorevole, efficiente e solidale grazie al sistema istituzionale dello Stato presidenziale dove il capo dello Stato, al pari dei sindaci, ha il potere esecutivo del governo del Paese, ha il vincolo di mandato che sostanzia l’obbligo di operare conformemente all’impegno assunto alla sua elezione, ha la responsabilità civile e penale per gli atti commessi nel corso del suo mandato.
Nello Stato Presidenziale il capo dello Stato incorpora il potere esecutivo, assicura la governabilità negli ambiti che attengono all’interesse nazionale, incarna l’unità della Nazione, garantisce la solidarietà nazionale.
I Comuni devono avere autonomia amministrativa e finanziaria, decidono autonomamente l’amministrazione della comunità locale e lo sviluppo del proprio territorio, percepiscono direttamente le tasse di cui una quota viene devoluta allo Stato per quei compiti che sono di sua esclusiva pertinenza.
Il Sindaco, scelto con il voto di preferenza, ha il vincolo di mandato e la responsabilità civile e penale rispetto al suo operato, amministra la comunità e lo sviluppo del proprio territorio.
Il nuovo modello di Stato, «L’Italia dei Comuni», è basato sulla complementarità tra l’autonomismo dei Comuni riuniti in una Federazione sul piano amministrativo, finanziario e dello sviluppo della comunità locale, e tra il centralismo dello Stato che governa le funzioni di rilevanza nazionale quali la politica monetaria, le linee guida della gestione finanziaria e dello Sviluppo economico, le leggi di interesse generale, la Difesa e la Sicurezza dello spazio vitale dell’Italia, la Politica estera, la Solidarietà nazionale, la strategia nazionale della Sanità, dell’Istruzione e della Cultura.
«L’Italia dei Comuni» è uno Stato autorevole ma non autoritario che definisce le regole di carattere generale lasciando ai Comuni l’autonomia amministrativa, che dispone di risorse adeguate per l’adempimento delle proprie specifiche ed esclusive competenze ma costerà notevolmente meno, lasciando gran parte delle risorse nelle tasche dei cittadini che pagando le tasse direttamente ai Comuni potranno pagare meno tasse e verificarne l’uso più appropriato, e saranno i Comuni a devolvere una quota delle tasse allo Stato.
«L’Italia dei Comuni», incentrandosi sulla complementarità tra lo Stato e i Comuni, esclude le strutture intermedie, le Province e le Regioni, che restano riferimenti formali ma cessano di essere entità giuridiche sostanziali con risorse autonome.
Il rapporto tra i Comuni e lo Stato, fondato sul principio di sussidiarietà, consentirà di rendere più efficienti ed economici i servizi della Pubblica amministrazione, dall’insieme delle Attività produttive alle Infrastrutture, dall’Educazione alla Sanità, dalla Previdenza sociale allo Sport.
Nell’ambito della riforma del potere legislativo va abolito il bicameralismo perfetto eliminando il Senato in via definitiva, sia per l’assurdità del doppio e identico passaggio legislativo della medesima legge sia per l’imperativo di ridurre drasticamente i costi dello Stato.
Il nuovo modello di democrazia è basato sulla centralità e unicità delle elezioni comunali, che sono l’unico ambito politico dove c’è un rapporto fiduciario reale, continuativo, controllabile e revocabile tra gli elettori e gli eletti. L’Italia ha 8 mila Comuni di cui 6 mila hanno meno di 5 mila abitanti. Ed è proprio nei piccoli Comuni che i cittadini conoscono personalmente, condividono la quotidianità e partecipano le scelte dei Sindaci.
Per essere all’altezza del loro incarico i Sindaci devono avere la fedina penale immacolata e una comprovata credibilità sociale, avere una laurea, superare un esame che attesti la loro capacità ad amministrare una comunità e lo sviluppo del territorio, avere un’esperienza lavorativa di successo.
I Sindaci scelgono tra i Sindaci di tutt’Italia i 400 membri del «Parlamento Italiano» monocamerale. I Sindaci eletti nel «Parlamento Italiano» rinunciano alla carica di Sindaco e vengono sostituiti dal vice-Sindaco. Il Senato della Repubblica viene eliminato.
Il Parlamento monocamerale sceglie tramite elezione il «Capo dello Stato», che acquisisce il potere esecutivo e presiede il Governo nazionale. Viene eliminata la carica di «Presidente del Consiglio». Il Capo dello Stato e i Ministri devono avere le competenze specifiche necessarie per adempiere al meglio alla propria funzione.
È vitale garantire la democrazia sostanziale, incentrata sul rapporto fiduciario tra gli elettori e gli eletti tramite il voto di preferenza, e soprattutto la «governabilità» dello Stato in un contesto in cui l’enfasi sulla «rappresentatività» ha consentito lo strapotere della partitocrazia e ha reso ingovernabile l’Italia.
Più in generale bisogna porre fine allo strapotere dello Stato, della burocrazia, della partitocrazia e della magistrocrazia, ampliando lo spazio della partecipazione alla gestione della sfera pubblica ai cittadini attraverso le molteplici istituzioni che rappresentano la società reale e affermando il primato della meritocrazia.
 
Cari amici e membri della Commissione Stato Presidenziale e Comuni autonomi vi invito a considerare questo testo come un riferimento sul piano dei contenuti che indica delle linee guida, ma è aperto al cambiamento salvaguardando una unitarietà d’intenti e di indirizzo che ispirano la strategia complessiva della Comunità Casa della Civiltà.
 
Vi auguro un buon inizio confidando che il contributo di ciascuno di voi accrescerà la qualità della proposta per risultare promotori di una proposta autorevole, credibile e attuabile per realizzare concretamente il bene primario degli italiani e l’interesse supremo dell’Italia. 
Andiamo avanti forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo.
 
Magdi Cristiano Allam

Videoconferenza Commissione Stato e Comuni – 27 aprile 2022

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