Commissione 3 – Economia incentrata sullo sviluppo della produzione reale con una moneta sovrana per promuovere il benessere degli italiani 

Commissione 3 – Economia incentrata sullo sviluppo della produzione reale con una moneta sovrana per promuovere il benessere degli italiani 

Economia incentrata sullo sviluppo della produzione reale con una moneta sovrana per promuovere il benessere degli italiani
 
Coordinatore: Stefano Di Francesco
 
Membri titolari: Giuseppe Bazzanella, Giovanni Luca Agostini, Ivano Ceci, Laura Bertoli Dajelli, Francesco Bertuzzi, Renzo Cadamuro, Teresa La Spisa, Adolfo Magrin, Monica Segato, Adele Simonetti, Ivo Ramella, Francesco De Angelis, Gezim Katuci, Francesco Violini.
 
Membri supplenti: Michele Bertolini, Adalberto Conchin, Antonello Cattelan, Diego Verza, Alessia Dajelli, Lino Garbin, Gianfrancesco Meale, Renato Nicola Noris

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Testo di riferimento per la Commissione 3 

(Il testo di riferimento offre al Coordinatore e ai membri della Commissione delle linee guida che andranno vagliate, approfondite, integrate, modificate e aggiornate).

Compito della Commissione è elaborare una proposta per la costruzione di un nuovo modello di Sviluppo qualitativamente migliore.
La Commissione individuerà successivamente i contenuti utili a elaborare la bozza di una nuova Costituzione dell’Italia che promuova complessivamente una migliore qualità di vita mettendo al centro il bene primario degli italiani e l’interesse supremo dell’Italia.

Lo scopo delle proposte elaborate dalle 13 Commissioni tematiche è di dotare la Comunità Casa della Civiltà di un programma fondato e concreto che ci consenta, nel momento in cui le condizioni ce lo permetteranno, di assumere il Governo dell’Italia in modo autorevole e credibile per promuovere un nuovo modello di civiltà, di Stato, di sviluppo e di società che corrispondano al bene primario degli italiani e all’interesse supremo dell’Italia.

Linee guida della Commissione
I popoli possono essere sottomessi o tramite i carri armati o tramite l’arma del debito. Noi italiani siamo sottomessi tramite l’arma di un debito pubblico e privato che è incontenibile e inestinguibile.
Il motivo per cui l’economia italiana non può decollare è che l’Italia ha oggi un debito complessivo pari al 332% del Pil (Prodotto interno lordo). Il debito totale italiano è di 5.337 miliardi di euro, rispetto a un Pil di 1.787,7 miliardi, sui quali ogni anno si pagano interessi passivi pari al 4% dello stesso, ovvero 210 miliardi che equivalgono al 13,6% del Pil.
Prendiamo atto che il sistema finanziario mondiale è fallito. Oggi tutta la finanza e l’economia di tutto il mondo sono strutturate come uno schema piramidale, la cui sopravvivenza è legata all’indebitamento del prossimo. A fronte di un Pil mondiale (2019) di 87 mila miliardi di dollari, il debito mondiale (2020) è di 277 mila miliardi di dollari, pari al 318% del Pil. Il costo del debito mondiale, comprensivo delle rate e degli interessi, è di 30 mila miliardi di dollari, pari al 34% del Pil mondiale.
È del tutto evidente che se il mondo ha un debito pari a tre volte il valore della propria ricchezza, significa che il sistema finanziario mondiale è fallito. È il debito che deve essere eliminato e con esso gli interessi passivi contratti.
Sul fallimento del sistema finanziario mondiale pesa in modo particolare un ammontare di «titoli derivati», valuta virtuale di natura speculativa sconnessa dall’economia reale, che secondo uno studio della Banca d’Italia del 2018 è pari a 2,2 milioni di miliardi di euro, cioè l’equivalente di 33 volte il valore del Pil mondiale. A livello dei 27 Stati dell’Unione Europea, l’ammontare dei titoli derivati è di 660 mila miliardi di euro, pari a 44 volte il Pil dell’Unione Europea.
La causa di fondo del debito incontenibile e inestinguibile è che la moneta viene creata dalla banche, con la conseguenza che lo Stato non può fare altro che accumulare sempre più debito. La moneta viene creata a costo zero dal sistema bancario, viene addebitata alla collettività iscrivendola a passività, è responsabile della crescita globale del debito senza controllo.
Nel caso specifico dell’euro, la Bce che ha la titolarità dell’emissione della moneta comune, dà la moneta solo alle banche commerciali. Lo Stato per poter disporre dei soldi necessari per far fronte al costo della Pubblica amministrazione, pari a circa 900 miliardi, circa la metà del Pil, e per pagare gli interessi sul debito pubblico, circa 70 miliardi l’anno, è costretto a emettere regolarmente titoli di Stato, che sono titoli di debito per i quali lo Stato paga degli interessi agli acquirenti che all’85% sono le banche. Così facendo lo Stato aumenta il debito pubblico (circa 2.600 miliardi), aumenta gli interessi sul debito pubblico (circa 70 miliardi l’anno) e, siccome lo Stato non può fallire, l’onere ricade sui cittadini, sulle famiglie e sulle imprese con l’aumento delle tasse dirette o indirette che in Italia ha raggiunto il primato mondiale oscillando tra il 60 e il 70 per cento. È del tutto evidente che lo Stato è avviluppato in una spirale suicida che lo obbliga a indebitarsi per ripianare il debito, con la conseguenza di condannare a morte i cittadini, le famiglie e le imprese costretti a pagare il più alto livello di tassazione al mondo.
È veramente sconvolgente il fatto che lo Stato, depositario assoluto della prerogativa di emettere la moneta e unico vero garante della legittimità e credibilità della moneta, abbia rinunciato alla sovranità monetaria conferendo alle banche la prerogativa di emettere la moneta e auto-imponendosi l’onere di acquistare la moneta dalle banche, creando e alimentando così il debito pubblico che corrisponde a un vantaggio per le banche e a un onere per i cittadini che pagano gli interessi alle banche attraverso le tasse. Il debito pubblico italiano è per metà in mano agli stranieri, principalmente banche tedesche e francesi, e l’altra metà è interno all’Italia.
L’unica soluzione all’abbraccio mortale del debito è che la moneta venga emessa dallo Stato e non più dal sistema bancario, tornando ad un modello di gestione del credito che fino al 1980 aveva garantito il controllo delle masse debitorie e favorito lo sviluppo industriale.
Il fatto incontrovertibile è che fino al 2001 una famiglia italiana di quattro persone, padre, madre e due figli, con 1.500.000 lire al mese viveva dignitosamente. Dal primo gennaio 2002 con l’entrata in vigore dell’euro, la famiglia di quattro persone è improvvisamente diventata povera, perché il corrispettivo di 750 euro è del tutto insufficienti a garantire una vita dignitosa non a quattro persone ma a una sola persona. È un fatto oggettivo che l’euro ha raddoppiato il costo della vita e dimezzato il potere d’acquisto degli italiani. Ciò che si acquistava con mille lire costò 1 euro, pari per la precisione a 1.936,27 lire, cioè il doppio.
L’Italia ha già sperimentato con successo l’uscita dallo Sme, il precursore dell’euro. Quando ci dicono che abbandonare l’euro e tornare ad avere una moneta sovrana si tradurrebbe in una catastrofe di dimensioni cosmiche, ricordiamoci che di fatto la lira ha già superato con successo l’uscita dal precursore dell’euro, lo Sme (Sistema monetario europeo) che, al pari dell’euro, era un sistema monetario con cambi pressoché fissi in quanto li vincolava a rigide bande di oscillazioni.
Il nuovo modello di sviluppo per l’Italia è basato su tre “T”, «Terra, Turismo, Tecnologia», che corrispondono ai tre patrimoni ambientale, culturale e umano ineguagliabili, inestimabili, non-clonabili e non delocalizzabili dell’Italia: siamo il Paese più bello al mondo, abbiamo il patrimonio culturale più cospicuo dell’umanità, la creatività degli italiani è un valore aggiunto che crea eccellenza in ogni scibile umano. L’Italia ha tutti i requisiti per diventare il Paese numero uno al mondo per la qualità della vita.
Non c’è più tempo. L’unica via d’uscita da questa tragedia è il riscatto della nostra sovranità monetaria, uscendo dall’euro. Riscattare la sovranità monetaria affrancandoci dall’euro è parte integrante della nostra liberazione dalla dittatura relativista che pervade questa Unione Europea. Il peso specifico del sistema di potere incentrato sulla moneta unica va di pari passo con l’imposizione, attraverso le leggi europee che corrispondono all’80% delle leggi nazionali, di una strategia che ci sta spogliando di ciò che sostanzia l’essenza stessa della nostra umanità. Dobbiamo liberarci di questa Unione Europea che ci impone leggi finanziarie inique e vessatorie, come il Fiscal Compact, il Mes o Fondo Salva Stati e il Patto di stabilità, così come lo dobbiamo fare perché questa Unione Europea sta scardinando la certezza di chi siamo come persona, famiglia naturale, comunità locale, valori non negoziabili a partire dalla sacralità della vita, certezza delle regole che si sostanziano non solo di diritti ma anche di doveri, in aggiunta al legittimo traguardo del bene comune.

Cari amici e membri della Commissione «Economia reale e moneta sovrana» vi invito a considerare questo testo come un riferimento sul piano dei contenuti che indica delle linee guida, ma è aperto al cambiamento salvaguardando una unitarietà d’intenti e di indirizzo che ispirano la strategia complessiva della Comunità Casa della Civiltà.

Vi auguro un buon inizio confidando che il contributo di ciascuno di voi accrescerà la qualità della proposta per risultare promotori di una proposta autorevole, credibile e attuabile per realizzare concretamente il bene primario degli italiani e l’interesse supremo dell’Italia.
Andiamo avanti forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo.

Magdi Cristiano Allam

Videoconferenza Commissione Economia-Finanza – 28 aprile 2022

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