Le nostre élite sono neomalthusiane, e anche un po’ sceme. Non hanno capito che la denatalità causa il crollo dell’economia, come spiega sempre l’inascoltato Gotti Tedeschi. Oppure lo hanno capito, e il crollo dell’economia è un passaggio fondamentale a quello che si chiama capitalismo della sorveglianza, ampolloso termine con cui si indica la riedizione in chiave elettronica del comunismo staliniano. La denatalità causa anche il crollo della psiche. Un popolo senza bambini è un popolo triste, che cerca di compensare con cani, giovanilismo, serie televisive, identità fluida e tossicodipendenza soft la mancanza dei figli. In Piazza Duse a Milano, avrebbe dovuto essere messa la statua di una donna che allatta il suo bimbo, statua dell’artista Vera Omodeo. La statua dal titolo “Dal latte materno veniamo”, è stata donata dai figli dell’artista, ma una commissione di “esperti” ha dichiarato che la maternità non è un valore universalmente condiviso. Non tutte le donne diventano madri, ma tutti hanno una madre. Gli “esperti” sono nati sotto un cavolo, presumo. La statua quindi ha due soggetti: una madre e un bimbo. Per un bimbo essere allattati è la felicità suprema. Parliamo di “allattamento materno”, dizione già vietata in Gran Bretagna, in quanto poco “inclusiva”. L’allattamento materno è gratis e non tassabile. L’allattamento materno è una funzione fisiologica che ha lo scopo di nutrire il neonato, ma anche di proteggerlo da un punto di vista immunologico, e che è in grado di generare uno stato di eccezionale benessere psicofisico. Un bambino che sia stato allattato fino a dodici o anche quattordici o sedici o, perché no, ventiquattro mesi, ha minori possibilità di ammalarsi di malattie infettive e ha anche una struttura che gli permetterà di essere più sano per tutta la vita. Quindi l’allattamento nutre e ha una magnifica e meravigliosa funzione preventiva. Allattare è comodo, non devi sbatterti a calcolare orari, sterilizzare, e pesare. Una volta che ci sono mamma e marmocchietto non serve più niente. Puoi anche essere su una barca a vela o in una baita. Si può mangiare di più, fino a 500 calorie, tanto le userà un altro. Se allatti tuo figlio puoi farti tutti i giorni il gelato con la panna montata, tanto le calorie in più saranno utilizzate da un altro corpo, piccolo e paffuto, che così cresce ogni giorno più forte. I pannolini hanno un odore più simpatico, il piccolo si ammala molto meno dei bambini non allattati. Il bambino allattato se ne sta a casa sua con mamma sua, non può essere portato all’asilo nido, non fornisce quattrini a case farmaceutiche e non è tassabile. Una perdita secca. Nell’ottocento con l’industrializzazione comincia ad arrivare la teoria che forse siamo troppi, forse non c’è lavoro per tutti, forse non c’è cibo per tutti. Il concetto è che il mondo sia come una torta, una di quelle torte secche e tristissime per la gente a dieta. Se facciamo troppe fette vengono troppo piccole. Al contrario la creatività umana ha capacità straordinarie di trovare nuove risorse, e la denatalità uccide la società. Questa tragedia è già preannunciata in Peter Pan. Vale la pena di leggere Peter Pan, e leggetelo in edizione originale, tutto va letto in edizione originale, come lo ha scritto l’autore, che ha messo una firma sotto quell’opera come si mette una firma sotto un testamento. Nel primo capitolo ci raccontano della mamma dei tre bambini protagonisti, che è incinta della prima figlia, Wendy. Arriva il marito, tira giù il suo taccuino, fa tutti i conti, e alla fine informa la moglie che il bimbo atteso non se lo possono permettere. Lei sorride e continua a ricamare il corredino. Stessa scena con la seconda gravidanza, stessa scena con la terza gravidanza. Siamo in un’epoca in cui l’aborto non è pensabile, questa voleva essere una battuta di spirito, una battuta però dentro cui è scolato il liquame delle teorie malthusiane. Adesso che siamo in epoca post aborto, le parole del padre di Wendy ci fanno arricciare le vertebre sulla schiena. Quanti bambini sono stati abortiti dopo considerazioni come queste? Quindi è cominciata nell’Ottocento quello che sta arrivando adesso: il considerare i bambini una dannazione, e non più il più grande dei doni. Nell’800 quindi si comincia questa lunga marcia contro le madri. La madre è la vittima dell’epoca attuale, l’allattamento ancora di più. Il latte in polvere per bambini è un intruglio a base di latte di vacca, con i suoi troppi grassi, la caseina diversa dalla nostra, è un miserabile surrogato dell’allattamento materno, che può essere utile solo in caso di bambini abbandonati o orfani, o figli di una madre malata, dove non si sia trovata una balia. Allattare è fisiologia. L’orrido latte in polvere è stato venduto dai pediatri come migliore del latte materno, facendo sentire inadeguate le madri. Sono state imposte alle madri che allattavano le regole rigide indispensabili nell’allattamento artificiale, assurde e controproducenti in quello naturale, la ricetta migliore per far perdere il latte. Migliaia di bambini sono morti nel terzo mondo per seguire l’allattamento artificiale che, dove non ci siano denaro e possibilità di sterilizzare, diventa mortale. Importantissima nella battaglia contro le madri è stata la prima guerra mondiale. Gli uomini erano in guerra a crepare e quindi le donne sono dovute andare nelle fabbriche. Adesso è anche scritto sui libri: il grande vantaggio della prima guerra mondiale è che le donne si sono accostate al mondo del lavoro. Il capitalismo ha scoperto allora che le donne potevano lavorare e che grazie al loro lavoro si creava competizione tra i lavoratori e si abbattevano i salari. Il femminismo è stato creato a tavolino per questo scopo. L’operaia non può allattare. Il latte in polvere ha permesso a milioni di donne di poter essere liberamente sfruttate sul mondo del lavoro mentre una tizia qualsiasi dava il biberon al loro bambino. In uno dei libri più sciagurati di pediatria che sia mai stato scritto. “Il nuovo bambino” di Marcello Bernardi, è raccomandato che l’allattamento al seno, se proprio una madre vuole farlo, non deve superare le sei/ otto settimane. A otto settimane il piccolo non ha gli anticorpi, l’allattamento materno deve durare almeno 9 mesi. Marcello Bernardi è uno dei paladini della pedagogia dell’abbandono, il bambino “deve avere diritto a uno spazio suo”, cioè deve essere allontanato dalla madre già da neonato, non deve essere allattato altrimenti la madre non si realizza, è quello che ha creato lo slogan assurdo che quello che conta è la “qualità” del tempo che la madre passa col bambino, non la sua quantità. Il bambino allattato è il primo bersaglio del capitalismo della sorveglianza. Questa statua quindi poteva voler dire che diventare mamma è bello, allattare è bello, si fabbricano endorfine e ossitocina, che la vita è bella. Non è piaciuta agli “esperti”. Nel 1974 sono stati firmati accordi ufficiali in cui è stato dichiarato che tra gli scopi dell’Unione Europea, di cui noi purtroppo facciamo parte, c’è la islamizzazione d’Europa mediante immigrazione massiva, modificazione delle linee culturali per cui noi festeggiamo il ramadan ma vietiamo di augurare Buon Natale e abbattimento della natalità dei locali. Perciò l’aborto è un valore. L’aborto può essere addirittura un diritto costituzionale. Le élite odiano la vita dei nostri figli. Odiano noi. Tra l’altro se una donna ha diritto di abortire in qualsiasi momento, un uomo deve avere altrettanto un sacrosanto diritto non pagare gli alimenti. Una donna ha diritto di dire che quel figlio non le interessa? Deve poterlo dire anche un uomo. L’irresponsabilità è un diritto per tutti o per nessuno. La maternità non è condivisa dalle donne che hanno reso contente le élite abortendo. Non è permesso all’associazione “Pro vita e famiglia” di mettere la fotografia del neonato nei consultori, perché altrimenti la donna che abortisce potrebbe, Dio non voglia, cambiare idea! La donna che ha abortito ha commesso un atto violentemente antifisiologico, che segna la sua psiche per tutta la vita, o veramente credete alle fesserie degli psicologi secondo cui una donna che fa ammazzare facendo smembrare il bambino che porta in ventre, resta uguale a prima? Gli altri che potrebbero non condividere il valore della maternità sono i figli nati da un uomo che convive con un altro uomo. Questi uomini hanno creato dolore e malattia, hanno sfruttato il corpo femminile per aumentare il rischio di cancro, la morbilità e la mortalità delle due donne sfruttate, quella che ha venduto l’ovulo e quella che ha portato una gravidanza aliena, per fabbricare bambini di proprietà che hanno un maggiore rischio rispetto ai bambini “normali” di alcuni tipi di tumore maligno. Per questi bambini la maternità non può essere un valore condiviso, perché a loro è stata rubata.