MAGDI CRISTIANO ALLAM: “Il Pronto Soccorso è lo specchio dell’Italia”

Sette ore in un Pronto Soccorso insegnano tanto, tantissimo della nostra amata e disastrata Italia, delle virtù e miserie degli italiani.

Il Pronto Soccorso è un ospedale da campo che accoglie la moltitudine delle vittime della guerra reale e negata, subita nel contesto dell’inciviltà del globalismo materialista e relativista che predilige la moneta alla persona e il profitto ai valori, dei crimini perpetrati dalla Repubblica collassata onerosissima, ladrona, corrottissima, inefficientissima, vessatoria e aguzzina nei confronti dei più deboli.

All’interno sembra di partecipare al tragico spettacolo del dopo-guerra, con una distesa di barelle su cui giace l’umanità più sofferente, che coincide perlopiù con gli anziani, ormai fuoriusciti dal mondo produttivo, esclusi dalla società che rincorre costi quel che costi la crescita illimitata del Pil, emarginati dalla stessa propria famiglia, ospiti sgraditi dall’ospedale-azienda che non può permettersi lunghe degenze improduttive in termini di introiti.
I volti tesi, le mani tremolanti, il lieve e ininterrotto gemito, fa rassomigliare questi anziani come creature rassegnate nel trapasso dalla barella su cui giacciono i più sfortunati alla bara che accoglie tutti a prescindere da qualsiasi considerazione terrena.

Ho conosciuto e ammirato l’eccezionale dedizione e una disarmante disponibilità di diversi medici, a dispetto di un ambiente caotico e turni di lavoro stressanti di 12 ore ininterrotte.
Ho conosciuto e deplorato la riprovevole apatia e un incredibile distacco dalla condizione dei pazienti di altri medici, che hanno ridotto la più nobile delle professioni, occupandosi della salvezza della vita, in una attività burocratizzata al pari di altre attività.
Ho conosciuto e ammirato la straordinaria umanità di alcuni infermieri ospedalieri, della Croce Rossa, delle ambulanze.
Ho conosciuto e deplorato la sconcertante disumanità di altri infermieri e addetti a mansioni di supporto, che passano indifferenti tra l’umanità che geme e manifestano astio per chi si rivolge loro per supplicare un aiuto.

Il Pronto Soccorso è lo specchio dell’Italia. Sette ore in un Pronto Soccorso ci fanno toccare con mano lo spaccato più veritiero della nostra civiltà decaduta e della nostra Repubblica collassata. Ma al tempo stesso ci confortano perché si prende atto che, sotto le macerie, sopravvive una grande umanità degli italiani che non si rassegnano, che hanno una incommensurabile vitalità interiore, una ineguagliabile determinazione ad adempiere al meglio alla propria missione, a dispetto di tutto e di tutti.

Cari amici andiamo avanti a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo a far rinascere la nostra civiltà, salvare gli italiani, riscattare l’Italia.

Magdi Cristiano Allam
Fondatore e Presidente della Comunità «Casa della Civiltà»

Venerdì 3 febbraio 2023

5 commenti su “MAGDI CRISTIANO ALLAM: “Il Pronto Soccorso è lo specchio dell’Italia”

  1. Il cosiddetto pronto soccorso è pronto soltanto a parole e lascia doloranti e inaccuditi un tempo troppo lungo per un Paese che si reputa civile. A mio parere, tra i principali criteri per misurare il grado di civiltà di una nazione dovrebbero esserci lo stato dell’assistenza sanitaria e la condizione degli anziani. Nei nostri pronto soccorso tocchiamo con mano una realtà degradata e degradante e nelle interminabili ore d’attesa ci ritroviamo, per umana solidarietà, ad aiutarci tra di noi come possiamo e quando siamo sul punto di essere dimessi, raccogliamo i messaggi di coloro ancora in attesa e ci facciamo portavoce con i familiari che aspettano fuori. Purtroppo, non è finita neanche dopo essere stati visitati e aver ricevuto la diagnosi. Nel caso sia necessario un ricovero, inizia un’altra lunga attesa per un posto letto disponibile in un qualche ospedale. Anni fa, non si riusciva a trovare un posto per mia madre in tutta Roma e così, conoscendo l’addetta al centralino incaricata di contattare gli ospedali, mi sono offerta di aiutarla. Esperienza è degna di essere riportata poiché, tutti gli ospedali a cui telefonavo per un posto letto, la prima cosa che domandavano era “CONOSCE QUALCUNO IN QUESTO OSPEDALE?”. In Italia, per accedere a un posto letto bisogna coltivare le giuste conoscenze!

  2. Augurandoti che tutto sia risolto al meglio, non posso fare altro che darti ragione, si ho avuto modo recentemente di avere contatti con questa mondo professionale, negli ultimi anni lascia molto a desiderare. Quando uno si reca al pronto
    Soccorso sicuramente bene non sta, ha bisogno di cure immediate e molto spesso anche di rassicurazioni e umanità, a volte anche solo una parole e un po’ di considerazione bastano per lenire il male e rendere meno pesante l’attesa ?ma è difficile capirlo, ora siamo numeri e basta .

  3. Il pronto soccorso, per come è strutturato, è la verrgogna della nostra sanità. In Italia è una struttura di smistamento, spesso senza la presenza di un responsabile, dove si alternano medici e infermieri di primo pelo o, a rotazione, personale proveniente temporaneamente da altri reparti ospedalieri, lì invece dove sarebbero necessarie grandi competenze e professionalità, nonché esperienza per far fronte ad emergenze spesso drammatiche.
    Basterebbe copiare ciò che avviene in altri Paesi dove i pronto soccorso sono organizzati come veri e propri reparti ospedalieri con medici e infermieri di grande esperienza dedicati esclusivamente al compito di effettuare nel più breve tempo possibile interventi di diagnosi e terapia (il tempo in molti casi è estremamente prezioso) o nel dover smistare, quando necessario, il paziente nel reparto ospedaliero più idoneo.

  4. Innanzitutto spero che la corsa al pronto soccorso abbia potuto risolvere il problema.
    Quanto a medici, infermieri ed operatori sanitari, devo dire che la medesima situazione che tu hai descritto – e che li divide, sostanzialmente, in due categorie: quelli dotati di empatia per il pazienteda un lato e quelli dotati di empatia esclusivamente lo stipendio -si riscontra anche nelle rsa, nei poliambulatori….
    Questa pandemenza ha fatto in modo che emergesse la reale natura delle persone. Io credo però che vi siano professioni che, per loro natura, non possono essere praticate se non si prova un’autentica vocazione. Le professioni sanitarie fanno parte di questo genere di lavori.
    Ci sono persone che le scelgono invece perché il lavoro è assicurato, oppure per lo stipendio o, ancora per il prestigio. Sono quelli che poi sul lavoro si comportano nel modo che tu hai deplorato.
    Fortunatamente gli italiani che hanno mantenuto il radicamento nei valori tradizionali sono molti di più di quanto ci vogliono far credere.

  5. Sperando che l’esperienza personale di sette ore al Pronto Soccorso si sia risolta felicemente, vorrei aggiungere che ciò che accade negli ospedali si verifica anche presso i medici di famiglia enelle altre istituzioni. Nei Pronti Soccorsi i guasti e le anomalie sono più evidenti perché è la nostra incolumità che si raffronta direttamente con le inefficienze, l’in differenza e gli egoismi altrui.

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