Un fornaio di Ravenna ha fatto causa ai fornitori di luce per il rincaro delle bollette. Costretto a chiudere l’attività per una maxi-bolletta da seimila euro si sfoga con l’AGI: dopo aver investito tutto nella sua attività, nonostante i clienti non manchino, il 24 settembre tirerà giù definitivamente la serranda. Ma prima si toglierà qualche soddisfazione

[10:45, 31/8/2022] Magdi Cristiano Allam: Di Salvatore Carloni

AGI, 30 agosto 2022 – Una bolletta che ha mandato in fumo il sogno di una vita. Andrea Lama, 49 anni, titolare di una panetteria-pasticceria a Piangipane (Ravenna), sposato con un figlio piccolo, ha resistito ai due duri anni della pandemia, arrivata subito dopo l’inizio della sua attività, ma nulla ha potuto contro il caro energia. Una bolletta dell’elettricità da 6.120 euro arrivata a luglio – 5.200 euro in più rispetto alla stessa bolletta dell’anno scorso di 900 euro – lo ha costretto a cessare l’attività.

“Chiuderò il forno il 24 settembre – annuncia all’Agi – perché devo rispettare dei tempi tecnici, soprattutto per tutelare i diritti della mia unica dipendente, altrimenti abbasserei la serranda adesso. Ogni giorno di lavoro è un giorno in più in perdita e, soprattutto, devo riuscire a sfilarmi da questa situazione prima che arrivino altre bollette astronomiche”.
È un lavoro duro, quello del panettiere, ma per il quale Andrea ha da sempre una vera passione. A gennaio del 2020, aveva rilevato il forno in cui lavorava come dipendente. “Quei quattro soldi che avevo risparmiato li ho usati tutti per questo progetto e per dare una vita migliore a me e alla mia famiglia. Ora ho perso tutto e all’orizzonte vedo solo debiti” dice all’Agi.
“Ma quello che fa più rabbia – spiega – è che gli affari vanno benissimo”. Il fatturato, però, è stato mangiato dalle bollette degli ultimi mesi. “Per tutta la pandemia – racconta – l’attività è andata bene. Da gennaio di quest’anno, addirittura, avevamo raddoppiato il fatturato che si aggirava sugli 11-12.000 euro al mese”.
Poi la tegola del caro energia. A giugno, la bolletta dell’energia elettrica è schizzata a 2.300 euro, quasi triplicata. Nel frattempo, anche i prezzi delle materie prime, come la farina, sono aumentati vertiginosamente.
“Ho dovuto quasi raddoppiare i prezzi da marzo in poi – racconta Andrea – ma non è bastato, anche se i clienti non sono calati”. Notti in bianco a fare i conti e, a luglio, la mazzata finale: quegli oltre 6.000 euro che hanno decretato la fine dell’attività di Andrea e della sua famiglia.

La causa contro i fornitori di gas e luce
Il suo è un caso simbolo della protesta “Bollette in vetrina” promossa da Confcommercio Ravenna. Il fornaio, però, ha deciso di adire per vie legali contro i fornitori di energia elettrica ed è pronto a farlo anche contro quelli che erogano gas e acqua. “Questo è un vero e proprio strozzinaggio – si sfoga -. Ho esaminato tutte le bollette e le ho confrontate con quelle dell’anno scorso. Ho bloccato tutti i pagamenti e fatto inviare una diffida dal mio legale. Ci sono dei vizi di fondo nel contratto della fornitura e non pagherò finché non avrò una spiegazione sul perché i costi sono aumentati di quasi di sette volte”. 
Intanto, quella di Andrea è una corsa contro il tempo per non affondare insieme alla sua attività. “Ho provato a cederla – spiega – ma con l’incubo di queste bollette, nessuno la vuole. Ho dovuto bloccare il pagamento del mutuo della nostra casa per poter pagare la mia dipendente e l’affitto di 1.300 euro del forno, che devo corrispondere fino a dicembre anche se chiuderò a settembre: dalla disdetta, infatti, devono passare sei mesi. In più, ho anche le rate dei macchinari da pagare”.
Macchinari che tra un mese non gli serviranno più. La moglie di Andrea, inoltre, ha lasciato il posto fisso per aiutarlo nell’attività e ora resterà senza occupazione.  “Ho lavorato più di 12 ore al gior…
[10:46, 31/8/2022] Magdi Cristiano Allam: Per cortesia Alex pubblica solo nella rubrica IL NOTIZIARIO e nel Gruppo Iscritti su Whatsapp, chiedendo di commentare nella rubrica IL NOTIZIARIO. Su Whatsapp metti sempre prima la foto e poi il testo sia per vivacizzare sia per evidenziare lo stacco tra un testo e l’altro. Grazie.
[10:54, 31/8/2022] Alex Di Gregorio: okkk, era una fake news, la Iervolino non è morta
[10:55, 31/8/2022] Magdi Cristiano Allam: A Posta Fibreno (Frosinone) dal Pnrr un milione di euro per l’asilo nido in un paese di mille abitanti e dieci bambini

Di Roberta Pugliesi

Il Messaggero, 26 agosto 2022 – Poco meno di 1 milione di euro per un comune con poco più di 1000 abitanti ed una manciata di bambini. C’è da festeggiare nel comune di Posta Fibreno dove è di questi giorni la notizia dell’ottenimento di un finanziamento di 957.000 euro grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza, il Pnrr.
Un colpaccio, così lo hanno definito in molti, per il sindaco Adamo Pantano e tutta l’amministrazione ammessa nell’ambito degli investimenti relativi al Piano Per asili nido e scuole dell’infanzia e servizi di educazione e cura per la prima infanzia. In sostanza, per comprendere l’importanza della notizia e lo stupore di molti, basti pensare che la vicina città di Sora, con i suoi oltre 26.000 abitanti, ha ottenuto all’incirca la stessa cifra. E senza considerare il calo demografico che interessa tutti i comuni.

«Il progetto – spiega con soddisfazione il primo cittadino – prevede la demolizione e la ricostruzione dell’immobile in contrada Casalvittoria, un tempo sede scolastica ora inutilizzata per inagibilità sismica e la realizzazione di una struttura a basso impatto energetico, eco-compatibile ed eco-sostenibile, moderna e all’avanguardia. Pertanto si recupera il patrimonio immobiliare pubblico creando una nuova offerta territoriale di servizi scolastici».

Il progetto da ben 956.762 euro, quindi, farà sì che nel piccolo paese alle porte della Valle di Comino, famoso anche per la riserva naturale del lago di Posta Fibreno con la sua isola galleggiante, sorga una scuola innovativa e soprattutto sicura per ospitare i bimbi dell’asilo nido, quelli dell’infanzia e della primaria. Attualmente non vi è una scuola secondaria di primo grado ed i ragazzi sono obbligati a recarsi nella vicina Broccostella. La realizzazione di un nuovo istituto potrà quindi abbattere anche il pendolarismo andando incontro inoltre alle famiglie costrette ad accompagnare e riprendere in auto i figli fra mille difficoltà ed impegni quotidiani.
LO STUPORE
«In tanti si sono stupiti positivamente del cospicuo finanziamento – ha aggiunto il sindaco Pantano – ma occorre precisare che si tratta di una demolizione di un fabbricato e della sua ricostruzione secondo i più moderni standard di sicurezza. Non si tratta solo di ristrutturare e adeguare». Davvero un importante risultato raggiunto, grazie al quale la piccola cittadina di Posta Fibreno avrà presto una struttura all’avanguardia, progettata per avere un impatto ambientale minimo, un consumo di energia modesto, rispettosa delle più recenti norme anti-sismiche, un luogo accogliente e sicuro dove far cresce ed educare i bambini, ampliando l’offerta dei servizi rivolti alle famiglie.
«E non vi è dubbio che investire sulla scuola e sull’istruzione equivale ad investire sul futuro del territorio», aggiunge Pantano. È questo il tempo di avere scuole altamente sostenibili, inclusive, accessibili e capaci di garantire una didattica moderna e una piena fruibilità degli ambienti, anche attraverso il potenziamento degli impianti sportivi.

https://www.ilmessaggero.it/AMP/frosinone/pnr_1_milione_di_euro_asilo_nido_posta_fibreno_1000_abitanti_frosinone-6890110.html

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  1. La triste vicenda del fornaio Andrea tocca il cuore. Nella sua triste storia ci sono due sogni andati infranti: il lavoro e una serena vita familiare. La scommessa col futuro fatta da Andrea è andata, per il momento, persa a causa di uno Stato tiranno e indifferente al destino dei suoi figli. Le piccole e medie imprese sono state particolarmente prese di mira da un governo privo di scrupoli. Ecco ora una nuova emergenza, quella energetica, a colpire anche quelle attività che, per la loro specifica tipologia, erano riuscite a sopravvivere all’emergenza Covid. Non possiamo fare a meno di sospettare che quello che sta accadendo non nasconda un preciso disegno distruttivo del lavoro e di ciò che più direttamente beneficia dei suoi frutti: la famiglia.

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