Milano, sempre più italiani poveri in fila per il cibo

Affari Italiani, 2 aprile 2024 – Tutti i giorni sono lunghe le file davanti alle due sedi di “Pane Quotidiano”, che distribuisce cibo a chi ha bisogno. Code anche di un chilometro che ormai sono diventate la normalità.
E non solo a “Pane Quotidiano” – riporta l’Ansa – si registra un aumento delle persone in difficoltà. All’Opera San Francesco, che garantisce un servizio mensa, gli accessi sono cresciuti del 40% rispetto a un anno fa.
E anche la Caritas ha visto un leggero aumento di richieste, soprattutto da parte di pensionati che vivono soli, a fronte di una diminuzione delle donazioni alimentari. Effetto dell’inflazione e dei rincari.

«In questi mesi abbiamo circa 2.500 persone al giorno. All’inizio dell’anno scorso – ha spiegato fra Marcello Longhi presidente dell’Opera San Francesco – erano il 40% di meno». E questo dovuto «sicuramente ai flussi migratori, ma non solo». «Il 13% delle persone che vengono sono italiane, e non stanno meglio. L’Opera (che solitamente è chiusa la domenica) per Pasqua sarà operativa. Siamo a braccia aperte. È giusto che ci sia una accoglienza calorosa per tutti», ha osservato.

Alla Caritas Ambrosiana, che ha istituito una serie di empori solidali dove si può fare la spesa gratuitamente grazie a una tessera che viene data alle persone in difficoltà segnalate dai centri di ascolto, non si è arrivati al record del 2020 ma comunque negli ultimi tempi c’è un leggero aumento delle card, dopo un calo a inizio anno.
«Sono circa 5.800 le tessere attive – ha spiegato Andrea Fanzago, responsabile dell’area Povertà alimentare della Caritas Ambrosiana – per un totale di 18 mila persone servite».
Quello che si è notato «è soprattutto un aumento delle persone che vivono sole, soprattutto pensionati che con l’aumento degli affitti e delle bollette non ce la fanno». Anche la fine del reddito di cittadinanza ha avuto un effetto. E in più, ha aggiunto Fanzago, c’è anche «il contemporaneo calo delle donazioni alimentari».
I beni acquistati con gara dal ministero dell’Agricoltura con il Fead (il Fondo dell’Unione Europea per gli indigenti) sono meno, anche qui «a causa dell’inflazione. C’è una azienda che aveva vinto la gara ma si è ritirata e ha preferito pagare una penale al ministero dell’Agricoltura. È questo – ha concluso – è preoccupante».

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