Mentre più Comuni delle «aree interne» si spopolano, il Governo annuncia investimenti per le scuole ma mancano i bambini. La verità è che la popolazione italiana si estingue e promuovono la sostituzione etnica

Cari amici buongiorno. La vera tragedia che si sta consumando in Italia è che stiamo formalmente estinguendoci e concretamente morendo come popolazione italiana autoctona, in un contesto in cui i Governi che si sono susseguiti negli ultimi trent’anni hanno di fatto attuato una criminale strategia di sostituzione etnica, con l’assenso o il disinteresse dei partiti politici, mentre la popolazione superstite sempre più anziana viene abbandonata nell’ignoranza e nella rassegnazione.
Saltuariamente e in modo sconnesso i Governi annunciano dei provvedimenti ufficialmente finalizzati a aiutare le madri o a favorire i bambini sul piano economico e logistico, che si rivelano del tutto fuori luogo se non delle sonore prese in giro perché di madri italiane autoctone, che mettono al mondo dei figli e di bambini italiani autoctoni che necessitano di strutture logistiche più adeguate, ce ne sono sempre meno.

È il caso del recente annuncio che il Governo stanzierà 2,1 miliardi in 5 anni per salvare 3.834 Comuni , pari al 48,5% del totale, dove risiedono 13,1 milioni di persone, pari al 23% della popolazione globale, residente nelle «aree interne» che sono pari al 59% del territorio nazionale, perché questi Comuni sono senza servizi e si stanno spopolando. Questi Comuni vengono considerati privi di servizi essenziali, tra cui un ospedale, una scuola superiore e una stazione ferroviaria.
Ebbene è evidente che a questa condizione si è arrivata a causa della scelta dei Governi degli ultimi trent’anni di chiudere soprattutto i piccoli ospedali, le stazioni ferroviarie, le sedi distaccate dei tribunali. Di conseguenza i cosiddetti “Comuni-Polo”, ossia autosufficienti sul piano logistico, sono drasticamente calati nelle «aree interne» da 339 a 241, determinando l’aumento della migrazione dalle aree marginalizzate e isolate sul piano logistico verso i centri in grado di offrire maggiori servizi.
L’Istat precisa che è proprio in queste «aree interne» marginalizzate e isolate logisticamente che si registra il calo più consistente della popolazione attestato dal «saldo naturale», cioè il rapporto tra i nati e i morti, che ha raggiunto nel 2019 il 7,4% a fronte del 3,6% nazionale. L’indice di vecchiaia, calcolato come rapporto tra la popolazione residente con almeno 65 anni e quella nella fascia di età 0-14 anni, ha raggiunto in Italia la quota di 182,6, ma che aumenta a 178,8 dei Comuni-polo e a 196,1 delle aree interne. Nei Comuni periferici la popolazione anziana residente è superiore al doppio di quella giovane e gli ultra-sessantaquattrenni arrivano al 25,7% dei residenti.

A parte il fatto che i 2,1 miliardi annunciati dal Governo Draghi in cinque anni sono comunque insufficienti per ricostruire o migliorare i servizi nei Comuni più marginalizzati e spopolati, calcolando che lo stesso cosiddetto «Piano nazionale di ripresa e di resilienza» stima che servirebbero 3,3 miliardi, è del tutto evidente che la strategia realmente perseguita è la sostituzione etnica e non la crescita della natalità della popolazione autoctona italiana.

Lo scorso 8 agosto 2022 a Casacalenda, Comune di 1.877 abitanti in Provincia di Campobasso nel Molise, il Sindaco Sabrina Lallitto mi ha detto che la sua amministrazione è stata costretta a non prendere in considerazione dei fondi europei per la costruzione di un asilo perché non ci sono bambini, chiarendo che un nuovo asilo sarebbe stato solo un costo in un contesto in cui i Comuni hanno sempre meno risorse.La popolazione di Casacalenda era di 7.282 abitanti nel 1901. Significa che in 121 anni ha perso il 74% della propria popolazione.

La giornalista Roberta Pugliesi del Messaggero, ha pubblicato il 26 agosto 2022 un articolo in cui scrive a che a Posta Fibreno, Comune di 1.107 abitanti in Provincia di Frosinone, il Governo ha stanziato un un milione di euro dai fondi del Pnrr per la ristrutturazione di un asilo nido che potrà accogliere 10 bambini. È evidente l’incongruenza dell’entità dell’investimento rispetto al numero dei bambini presenti.

Se consideriamo che l’Italia ha il duplice triste primato di avere il tasso di natalità tra i più bassi al mondo ed è il Paese più anziano al Mondo dopo il Giappone; che ogni anno in Italia il «saldo naturale» registra la perdita di circa 250 mila cittadini italiani, e che ogni anno a circa 130 mila stranieri viene concessa la cittadinanza italiana; che mentre in seno alla popolazione italiana si assottiglia sempre più la fascia d’età tra i 20 e i 30 anni, che corrisponde all’apice della fertilità, mentre gli stranieri naturalizzati sono prevalentemente giovani; ebbene tocchiamo con mano che, da un lato la popolazione italiana è destinata a estinguersi e, dall’altro, che siamo destinati a essere sostituiti etnicamente dagli stranieri che sono prevalentemente africani, mediorientali e asiatici di fede islamica.

Cari amici, prendiamo atto che il Governo in carica di Mario Draghi ma anche i Governi che l’hanno preceduto negli ultimi trent’anni hanno deliberatamente promosso una strategia finalizzata alla sostituzione etnica e di fatto all’islamizzazione demografica dell’Italia, anziché sostenere la crescita della popolazione autctona italiana con adeguate iniziative sul piano culturale e economico.
È ingannevole continuare a dire che servono più asili se mancano i bambini. Ciò che serve è una strategia d’emergenza per riaffermare la cultura della vita e della procreazione, riaccreditando la centralità della «famiglia naturale» come fulcro della costruzione e della rigenerazione sociale.
Andiamo avanti a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo.

Magdi Cristiano Allam
Fondatore e Presidente della Comunità Casa della Civiltà

Mercoledì 21 settembre 2022

Lascia un commento

error: Questo contenuto è protetto