Dobbiamo essere un virus benefico che contagia tutti. E’ impossibile farlo in uno o due anni. Dobbiamo avere la forza di non demoralizzarci se non vediamo immediatamente il risultato. Dobbiamo creare delle aggregazioni che condividono il progetto politico

Sede della Casa della Civiltà, Fabrica di Roma, 2 ottobre 2022 – Come in qualunque tipo di attività, che uno vuole intraprendere, c’è bisogno di una preparazione. E dopo questa preparazione si può esercitare un certo tipo di professione.
Questo, a mio avviso, vale anche per la politica intesa in senso alto. Noi avevamo, nella cosiddetta Prima Repubblica, delle scuole politiche, dove si formavano dei politici che poi andavano avanti. Alcuni hanno governato questo Paese. Un po’, ultimamente, questo è mancato.
Quindi Magdi ha cercato di fare questa scuola di formazione. Ha cercato e c’è riuscito a fare questa formazione. Questa formazione che deve andare avanti e che non può interrompersi perché la società mutua in continuazione e ci possono essere delle situazioni nuove che necessitano di approfondimento e di ulteriori studi. Quindi da un lato questa formazione che a mio avviso deve continuare.
Ma poi ci deve essere la parte pratica. Spesso anche tra di noi amici parlando ci si chiede che cosa si intende per fase pratica. Abbiamo una rivoluzione politico culturale, ovviamente da dove stare. È inutile che sto a ripetere ciò che ha detto in maniera così chiara Magdi. Ma per metterlo in pratica cosa si può fare per cambiare questa questa nostra amata Patria.
Se noi pensiamo di cambiare tutto nel giro di uno o due anni è impossibile. Tecnicamente è impossibile, perché dobbiamo essere come un virus benefico che poi contagiamo tutti. E’ impossibile farlo in uno o due anni. Dobbiamo avere quella che gli ideologi chiamano una delle virtù cardinali, cioè la fortezza, la forza di non demoralizzarci se non vediamo immediatamente il risultato o se questo risultato saranno a conseguirlo quelli che verranno dopo di noi. Questo non ci deve demoralizzare. Non dobbiamo essere quel tipo di generazione,come dice Solženicyn nel suo bel libro “Arcipelago Gulag” che finisce: «Quando esamineranno quello che ha fatto la nostra generazione, diranno “Ah,poveri fessi”.» Cerchiamo veramente di mettere questo virus, questo seme per ridare all’Italia lustro. Saremo noi? Chi lo sa? Non lo sappiamo. Noi lo auspichiamo, lo speriamo.
Ma per fare questo, cosa necessita? Quello che diceva già 10, 12, 13 anni fa Magdi. Dobbiamo creare. Secondo me non c’è altro, non c’è altro sistema, perché non è possibile, né immaginabile che Magdi si metta a girare tutte le città d’Italia, in tutti i luoghi in Italia, creando dei gruppi. Questo non è possibile umanamente, non si può sdoppiare assolutamente, né ha il dono della bilocazione. Non mi pare che si chiami Magdi Pio Allam.
Dobbiamo cercare noi di creare delle aggregazioni dove ci troviamo. E noi stiamo qui perché condividiamo questo progetto. Però se noi non riusciamo a creare delle aggregazioni, è ovvio che a un certo punto o il progetto si ferma o diventa un club simpatico di amici che discutono di politica, che discutono di cultura. Che è una cosa molto bella e anche attraente. Ma come dice anche il toscano, qui ci sono anche diversi toscani, «l’è un’altra cosa». Dobbiamo decidere se vogliamo fare una associazione culturale, bellissima, per carità, interessantissima, o un progetto politico, nell’interesse della Polis, della Civitas, per guardare al futuro.
Secondo me, l’unico strumento è questo, cioè che ciascuno di noi cerchi di creare delle aggregazioni. E ve lo dice uno che a livello di aggregazione è sottozero, però uno deve ovviamente provarci.

Gabriele Gatti, Avvocato, Giuslavorista, è Presidente onorario e Garante della Casa della Civiltà

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