4 Nov 2022 – Interessantissima serata a tema “Islam, rapporto tra islam e la nostra cultura”, relatore Marcello Catalano a cui invio un grandissimo grazie di cuore, per averci raccontato la sua personale esperienza di vita in un paese, il Marocco, che a noi italiani ancora ci appare con macchie d’ombra e di luce.
I punti toccati sono stati molti a partire dalla musica, la musica e i giovani, la religiosità dei mussulmani marocchini.
Il Marocco negli anni ’70 e il confronto con il Marocco del 2000: prima i costumi erano più liberi, Marcello ha fatto l’esempio del topless che se usato all’epoca, ora è vietato.
All’epoca come ho detto nel mio intervento, portavamo le famiglie al mare, di venerdì naturalmente, e a proposito di topless e/o di donne in costume, potrei raccontare di alcune scenette poco edificanti messe a segno dai giovanissimi ragazzi marocchini e allo stesso tempo divertenti.
Del resto il burkina, il costume da bagno usato dalle donne musulmane copre interamente il corpo, esclusi la faccia, le mani e i piedi….ancora adesso come ha detto Marcello, in epoca di Internet.
E’ un esempio quello di indossare al mare un costume castigatissimo per dire come la legge islamica abbia plasmato generazioni di giovani marocchini fino ai nostri tempi.
Credo che nei paesi islamici una cosa sola negli anni non sia cambiata, anzi si sia rafforzata: la polizia e dico perché.
La polizia nei paesi islamici è vigile custode dei comportamenti sia religiosi che civili. Pure Marcello ha sottolineato quanto il Marocco sia un paese tranquillo, perché servizi segreti e polizia sono presidi importanti contro il terrorismo radicale islamico.
La polizia non scherza e lo sanno bene gli italiani finiti o trattenuti in prigione.
In Algeria infatti la polizia e l’esercito hanno scopo direi principale di prevenire azioni terroristiche dell’Isis e se colà si vive e lavora, parlo di noi occidentali, in una relativa tranquillità, lo si deve alla polizia e all’esercito.
Magdi ci ha fatto conoscere molto dell’islam nei due anni precedenti: quello che più mi colpisce è la condizione della donna nel mondo islamico. Anche di questo abbiamo a lungo parlato, scritto e studiato.
A me per le ragioni a cui ho accennato nella serata di venerdì 4 novembre, mi sta a cuore approfondire la conoscenza della condizione di vita del mondo femminile, l’esperienza di vita a cui va incontro una donna europea, italiana, cattolica, quando inizia a frequentare un marocchino ovviamente musulmano.
La risposta l’ho trovata, più esattamente, ho trovato la conferma di quale destino è riservato alla donna, leggendo il cap.8 del libro di Magdi “Stop islam”.
Secondo il Corano la donna è un essere inferiore, schiava sessuale e dannata all’Inferno (il Paradiso viceversa è pieno di soli maschietti che passano il tempo in continue orge sessuali). Inoltre la donna è scarsa o totalmente priva di intelligenza, un essere antropologicamente inferiore. Per Allah le donne sono un oggetto sessuale a disposizione del marito.
Pure nelle questioni giuridiche e patrimoniali la testimonianza e quindi il valore della donna è la metà di quello dell’uomo.
Marcello ha fatto l’esempio del marocchino che va in Europa, vive all’europea, cioè nella massima libertà di costumi, perché in Europa tutto è “permesso”, e ritornando in Marocco diventa osservante della legge islamica al 110 %.
Io concordo sul fatto che se uno nasce musulmano non morirà mai cristiano.Voglio dire che un musulmano può fare tutte l’esperienze di vita immaginabili, ma dentro rimarrà sempre fedele ed osservante ai principi e fondamenti religiosi trasmessi dal suo Dio Allah attraverso il profeta Maometto.
Ho citato l’esempio del dottore musulmano che ha vissuto e lavorato negli USA per tanti anni. Si è sposato con una donna americana e quando è tornato al suo paese è ritornato ad essere il musulmano osservante che è sempre stato convintamente nel più profondo del suo essere.
Lo avete letto anche voi il libro “Mai più senza mia figlia”.
Marcello ci ha raccontato che in Marocco non esiste la convivenza; forse una coppia non sposata non può neanche passare una notte in albergo. Mi va bene tutto, ma veniamo in Italia. A me nessuno mi toglie dalla testa quello che pensa un musulmano della donna europea e lo dico perché oltre ad aver vissuto 4 anni in Algeria, i musulmani li abbiamo in Italia da quanto? 20, 30 o 40 anni?
Da Marcello sono state dette due cose: se un italiano vuole sposare una donna musulmana non sa in quali guai si va a cacciare…Tanto, per prima cosa è sicuro che si deve convertire all’islam e poi i figli nascono e restano islamici anche se il tipo, rinsavito, torna in Italia a vivere da cattolico italiano.
Il fatto,come è stato detto,che una donna non è obbligata a farsi musulmana non mi consola affatto perché, come spiegato da Magdi, il padre deve essere inequivocabilmente musulmano per via della “proprietà” tutta islamica di appartenenza dei figli. Qui ritorniamo di nuovo alla tragica esperienza della madre nel libro che ho prima citato.
Forse sbaglio a dire che a me non interessa tanto la condizione della donna musulmana che si sposa, quanto della donna cattolica che inizia prima con il fidanzamento e poi finisce con lo sposare un musulmano.
Non vorrei essere frainteso: seguo con interesse, apprensione e dispiacere quanto succede in Iran a seguito all’arresto da parte della “polizia morale” e conseguentemente alla morte di Masha Amini. Ho letto un interessantissimo articolo di quanto succede in Iran.
Se permettete riporto alcune righe che confrontano l’islam odierno con l’islam al tempo dello Scià Reza Pahlavi.
«Dopo la rivoluzione islamica del 1979, il regime iraniano ha continuato a scivolare nelle mani di una potenza sostanzialmente militare, la cui spina dorsale è rappresentata dalle Guardie rivoluzionarie. Tuttavia, molti iraniani ricordano con rimpianto un’epoca, quella dello Scià Reza Pahlavi, quando la libertà di vivere la propria esistenza non era troppo dissimile da quella occidentale. La Rivoluzione iraniana degli ayatollah, che costrinse lo Scià all’esilio, portò il popolo iraniano verso una deriva sociale, con oppressioni lontane anche dai dettami islamici, scandendo una peculiare “ossessione puritana” e introducendo, nella neonata Repubblica islamica sciita, la legge coranica: la sharia.»
Marcello ieri sera, seconda cosa, ha citato il caso della diciottenne marocchina che è andata in Svizzera per sposare un musulmano ed ha finito con il rovinarsi la vita.
Questo ci insegna che un musulmano, magari pure affermato nella vita professionale, avesse pure una vita passata in un paese occidentale ed evoluto come la Svizzera, un paese assai diverso per cultura e religione dal Marrocco, conserva intimamente l’appartenenza, le radici, la cultura e gli insegnamenti coranici. Insegnamenti coranici che non riconoscono alla donna la dignità di portatrice di nuova vita, lo stato giuridico che le compete di pari dignità con l’uomo.