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Concordo su ogni singola parola. I social sono come recinti per le pecore; e come nei precoji hanno messo i cani maremmani a guardia degli armenti: se una pecora mostra con gli scritti o i video di essere qualcosa di diverso dal coro belante, ecco che i mastini intervengono per mettere a tacere colui che si esprime umanamente.
Invocare l’intervento della Magistratura e come segnalare i falli di una squadra avversa ad un arbitro pagato da quella squadra.
In effetti c’è chi dice che le piattaforme social sono private e quindi impongono le liro regole legittimamente, se non ti va, non le usi.
Sbagliato, perché non siamo noi, a casa nostra, che dobbiamo uniformarci a regole di società straniere, ma viceversa sono le piattaforme, che comunque offrendo un servizio globale e di fatto di uso pubblico, devono uniformare la propria policy ai singoli Stati ed alla loro legislazione, e quindi non arrogarsi censure non previste ed a loro discrezione politica ed economica. Sennò se ne stiano fuori dallo Stato e rispettino le sue Leggi. Ma lo Stato deve farsi rispettare da queste, tassativamente, pena omissioni se non reati.
Simile discorso per le ONG, che non possono essere esenti da Leggi nazionali o farsi autocrati assolute. Rispettino lo Stato in cui sbarcare i clandestini, o faccuano riferumento al loro Stato di bandiera.
Il Governo deve essere chiaro e deciso su tutto questo, sennò tanti vale sostituirlo con un portavoce del globalismo affaristico e schiavista.