LA VIGNETTA DI ALEX DI GREGORIO: “25 aprile”

2 commenti su “LA VIGNETTA DI ALEX DI GREGORIO: “25 aprile”

  1. Il 25 Aprile ogni anno si ripropone una ricorrenza che spacca il Paese, perché le motivazioni di questa ‘festa’ sono da sempre divisive ed immotivate, di propaganda ideologica e politica.
    Il 25 aprile è la fine di una guerra sbagliata e persa e di un conflitto anche civile tra fratelli, che si continua a riproporre come vittoria su un nemico esterno prima alleato poi invasore perdente e in ritirata. Un popolo poi che prima era al 90 % fascista, dopo l’otto settembre si ricorda di essere antifascista magari auspica di essere alleato dei Soviet instaurando un nuovo totalitarismo. Inseguendo una libertà teorica e poi portata dal capitalismo anglo americano, dove l’unico merito e rispetto sono i morti, di entrambe le parti, che hanno creduto veramente in qualcosa di migliore per questo Paese di grandi Eroi e grandi vigliacchi.
    Oggi dovremo ricordare una vittoria di una guerra dove sappiamo come tutte le guerre non hanno mai vincitori, ma tutti perdenti, in qualche modo, dove amore e fratellanza sono stati cancellati da odio e sopraffazione anche solo per idee diverse o per violenze e ruberie ammantate di nobili ideali di guerra, che esprime sempre il meglio ed il peggio dell’essere umano. Oggi dovremo ricordare chi siamo e ricordare di dimenticare gli odii, le diversità, ricordare tutti i caduti senza colpe personali, tutti quelli che hanno dato la vita per questo Paese, comunque lo sognassero, perché tutti orgogliosamente Italiani.
    Ricordare per riconciliarsi.
    Personalmente io oggi festeggio San Marco e la fondazione della Serenissima. Meglio una nascita di una Repubblica millenaria saggia e libera che un ricordo di morte e divisione.
    Wiva San Marco!!!!!!

    1. Grazie per questa tua lezione, Gianni. Hai ragione a trovare motivi di conciliazione sostanziali che oltrepassino stupide istanze conflittuali ammantate di occasioni celebrative. Io però sono peggiore di te, sono proprio brutto dentro e sto diventando sempre più divisivo ultimamente: ne ho abbastanza del buonismo e della propaganda dei buoni sentimenti che anziché consentire di andare oltre la superficie, appiattisce e omologa.

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