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La vicenda di Ponte di Nanto, la potete leggere nel bel libro scritto da Paolo Citran “L’INFERNO DI PONTE DI NANTO”, DELLA ML (MAZZANTI LIBRI), con la prefazione di Carlo Nordio, attuale Ministro.
Siamo alle solite, siamo un Paese che invia armi ed aiuti all’Ucraina ‘minacciata’ per difendersi e poi impedisce di fatto alle proprie forze dell’ordine di difendersi e difendere con le armi in legittima dotazione, salvo casi disperati dopo aver fatto da bersaglio inerte a terroristi e malviventi. Qualche giorno fa nella diretta con Magdi, avevo espresso la mia solidarietà preventiva ai due tutori dell’Ordine, quello a cui il presunto terrorista aveva sottratto l’arma e a quello che aveva risposto al fuoco, ben sapendo come vanno le cose con i magistrati e gli Alti Comandi in Italia. Mi ero interessato anni addietro alla vicenda di Ponte di Nanto dove avevo parlato col cittadino che aveva sparato per difendere sé e una ragazza minacciata da una banda di rapinatori al suo distributore di benzina, una sera ad un pubblico dibattito. Oltre agli scrupoli di coscienza e al dolore per aver ucciso un uomo, ci furono anni di processi, di notti insonni, oltre che di ingenti spese per difendersi. Ma era nel giusto e lui ne era convinto, e difatti fu assolto. Mi disse che per difendere una ragazza o qualunque altro, lui l’avrebbe rifatto, nonostante tutto, perché poteva essere sua figlia o figlio. Una persona generosa di gran cuore e giustizia morale e civica.
In Italia come è oggi, sembra che le armi in dotazione siano solo orpelli deterrenti come la corazza dei Corazzieri o gli autovelox vuoti lungo le strade, perché già estrarre l’arma è minaccia a mano armata, per certuni. Allora perché non sostituirla con una scopetta, così almeno le forze dell’Ordine fanno una pulizia utile per le strade. Oppure dotiamoli invece di un volumetto filosofico di Kant per sostenere uno scontro dialettico con malviventi e terroristi, così potranno vincerli culturalmente.
Scherzi a parte concludo con una proposta :
senza esaltare la morte di nessuno, promoviamo la vita di tutti a cominciare da chi la nostra vita è preposto legalmente a difenderla, diamogli modo di reagire, non dico sparando per primo sempre, ma a ragione, senza incorrere nella roulette russa della Magistratura. Vedrei per tali casi la costituzione in seno al Ministero degli Interni, di una Commissione, conposta da rappresentanti delle Forze dell’Ordine, da magistrati esperti neutri, da tecnici, che visti i rapporti e testimonianze, valuti velocemente se il comportamento dei tutori è stato pienamente legittimo e non eccessivo, decidendo poi se deferire la cosa al magistrato per i risvolti del caso.
Infine bisogna stabilire il principio che chi delinque, minaccia, uccide ed è ucciso o ferito a sua volta nelle sue azioni, NON ha diritto ad alcun risarcimento derivante dalla sua azione.
È un principio di Giustizia vera.