MAGDI CRISTIANO ALLAM: “Con l’Iran l’Occidente ha scelto il disonore e avrà la guerra”

Cari amici buongiorno. Mi auguro di cuore che stiate tutti bene in famiglia e che vi siate risvegliati colmi d’amore per la vita.

Mai come oggi suonano profetiche e risultano di estrema attualità le parole di Winston Churchill (1874 – 1965):
«Potevano scegliere fra il disonore e la guerra. Hanno scelto il disonore e avranno la guerra».

Così Churchill condannò il “Patto di Monaco” del 30 settembre 1938, in cui il suo predecessore a Primo ministro del Regno Unito, Neville Chamberlain, il Capo del Governo francese Édouard Daladier, il Presidente del Consiglio italiano Benito Mussolini, autorizzarono il Cancelliere e Fuhrer tedesco Adolf Hitler a occupare e annettere la regione cecoslovacca dei Sudeti, abitata prevalentemente da popolazione di lingua tedesca.
Le potenze cosiddette democratiche, ispirate dalla politica di “appeaseament”, conciliazione o pacificazione, immaginarono che concedendo un contentino a Hitler, lui si sarebbe ritenuto soddisfatto e avrebbe rinunciato alle sue mire espansionistiche. All’opposto, Hitler la considerò una resa e si sentì incoraggiato a occupare l’Europa scatenando la Seconda guerra mondiale.

E fu Churchill ad apostrofare il comportamento di Chamberlain e a condannare la politica di “appeasement” sostenendo:
«Una persona conciliante è come uno che dà da mangiare a un coccodrillo perché spera che questo lo mangi per ultimo».

Ebbene, lo stesso scenario si sta ripetendo ora nella guerra scatenata dall’Iran contro Israele, con il lancio di 361 missili e droni nella notte tra sabato e domenica 14 aprile.
Innanzitutto, è fondamentale prendere atto che si tratta di un atto di guerra. Per la prima volta l’Iran ha direttamente attaccato Israele dal proprio territorio. L’ha fatto impiegando armi letali che, se avessero colpito centri abitati, avrebbero provocato immani distruzioni e stragi tra la popolazione israeliana.

Piaccia o meno, la guerra è guerra. Il tentativo semantico di sminuirne la sostanza, concependola come una «rappresaglia» al bombardamento israeliano contro il consolato iraniano a Damasco il 1° aprile, risulterebbe, soprattutto per Israele, un aggirare la realtà e un raggirare se stessi.

Israele è l’unico Stato al Mondo che non può permettersi di perdere nessuna guerra, perché sarebbe la sua ultima guerra.
Ciò si deve al fatto che i nemici di Israele, tra cui spicca l’Iran, non combattono Israele per un contenzioso militare, politico o economico, non perseguono delle conquiste territoriali, egemoniche o materiali.
Il loro unico obiettivo ufficiale, pubblico e reiterato è la distruzione di Israele e lo sterminio del popolo ebraico.
L’Iran non ha confini con Israele, tra i due Stati non sussiste alcuna specifica contesa. Ma, da quando l’imam Khomeini, il fondatore della Repubblica Islamica nel 1979, qualificò Israele il «Piccolo Satana», riservando agli Stati Uniti l’epiteto di «Grande Satana», il suo successore Khamenei e i gerarchi della teocrazia islamica hanno sostenuto che l’obiettivo strategico dell’Iran è la cancellazione di Israele dalla carta geografica.

Dopo il lancio dei missili e droni iraniani contro Israele, l’imam Khameni ha scritto sul suo profilo X in lingua ebraica:
«Gerusalemme sarà nelle mani dei musulmani e il mondo musulmano celebrerà la liberazione della Palestina».
Viene mostrato un video con la Moschea di Omar e di Al Aqsa a Gerusalemme, con il bagliore dell’intercettazione e distruzione degli ordigni iraniani da parte del sistema anti-missilistico israeliano.

I musulmani considerano la moschea di Al Aqsa a Gerusalemme come il “Terzo luogo di culto sacro dell’islam”, dopo le moschee della Mecca e di Medina.
Si tratta di una concezione del tutto infondata ed arbitraria, basata sull’interpretazione del versetto 1 della Sura 17 del Corano, intitolata a “Il viaggio notturno”, e dei detti attribuiti a Maometto raccolti nella Sunna.
I musulmani sono convinti che nel 621 Maometto, in sella al “Buraq”, un cavallo alato, si sarebbe recato dalla Moschea della Mecca alla Moschea di Al Aqsa, e da lì sarebbe asceso, in compagnia di Abramo, Mosè e Gesù, fino al Settimo cielo dove avrebbe incontrato e parlato con Allah.
In realtà nel 621 a Gerusalemme non c’era nessuna moschea. La prima struttura della Moschea di Al Aqsa risale al 705, 84 anni dopo, ben 73 anni dopo la morte di Maometto avvenuta nel 632.

Per l’Iran, Israele è definitivamente condannato a morte perché «Entità sionista illegittima, usurpatrice della Palestina, profanatrice della Moschea di Al Aqsa».
La guerra dell’Iran contro Israele non si fonda su ciò che Israele fa, ma su ciò che Israele è. L’Iran è in guerra contro Israele per annientarlo, sulla base di una radicata e immutabile fede islamica. Il Corano è il testo più anti-ebraico della Storia e Maometto è stato uno stragista degli ebrei.

Anche Churchill era convinto dell’assoluta incompatibilità dell’islam con la nostra civiltà che crede nel valore della vita, nella pari dignità tra uomo e donna, nella libertà di scelta personale.
«Sono terribili le idee che l’islam impone ai sui suoi seguaci. Oltre la frenesia fanatica, che è pericolosa in un uomo come l’idrofobia in un cane, c’è questa spaventosa apatia fatalista. Gli effetti sono evidenti in molti paesi. Abitudini improvvide, sistemi sciatti dell’agricoltura, metodi lenti di commercio, e l’insicurezza della proprietà esistono ovunque i seguaci della regola del Profeta vivono. Un sensualismo degradato priva questa vita della sua grazia e raffinatezza; il prossimo della sua dignità e della santità. Il fatto che nel diritto maomettano ogni donna deve appartenere a un uomo come sua proprietà assoluta – sia come bambina, moglie o concubina – ritarderanno l’estinzione definitiva della schiavitù fino a che la fede islamica avrà cessato di essere una grande potenza tra gli uomini. Migliaia diventano i soldati coraggiosi e leali della fede: tutti sanno come morire, ma l’influenza della religione paralizza lo sviluppo sociale di coloro che lo seguono. Nessuna forza retrograda più forte esiste nel mondo. Lungi dall’essere moribondo, l’islamismo è una fede militante che fa proselitismo». (The River War, 1899)

La Storia si ripete. Stati Uniti ed Europa premono su Israele, anche con il ricatto, affinché Israele si senta appagata dall’aver distrutto quasi tutti i missili e i droni iraniani prima che toccassero il proprio suolo e che, soprattutto, non reagisca all’atto di guerra scatenato dall’Iran. Per l’Occidente si tratta di una sfida militare che si sarebbe conclusa in pareggio e, pertanto, non si deve in alcun modo sfidare ulteriormente l’Iran.

Questo Occidente dalla civiltà decaduta, questa Europa condannata all’estinzione perché non fa più figli, quest’Italia dallo Stato collassato e senza un esercito in grado di fare la guerra, hanno paura di guardare in faccia la realtà della guerra che già c’è, che è stata scatenata dall’Iran e, prima ancora, da Hamas.
L’Occidente si illude che, così come accadde con Hitler, si possa nutrire il coccodrillo dell’islam con la speranza di essere mangiati per ultimo. La verità è che questo Occidente ha scelto il disonore e avrà la guerra.

Cari amici, andiamo avanti sulla retta via a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo a realizzare il miracolo per far rinascere la nostra civiltà, salvare gli italiani, riscattare l’Italia.

Magdi Cristiano Allam
Fondatore della Casa della Civiltà

Martedì 16 aprile 2024

La Casa della Civiltà è un’Associazione di Promozione Sociale (APS), fondata da Magdi Cristiano Allam nel 2021.
Promuove la “Federazione di Comunità locali”, nel contesto dell’Italia elevata a “nostra amata Patria”.
Organizza un percorso di Formazione culturale, Mobilitazione civile e Azione politica costruttiva, per dare certezze sul piano dell’informazione responsabile, fortificare gli animi, infondere determinazione, con l’obiettivo di far rinascere la nostra civiltà decaduta, salvare gli italiani dall’estinzione demografica, riscattare lo Stato collassato, trasformando l’Italia nel Paese numero 1 al Mondo per la qualità della vita.

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