Di Gaetano Strano
La Sicilia, 27 maggio 2024 – Le proteste degli studenti universitari per la “Palestina libera”, iniziate con l’occupazione dei Campus di alcuni atenei americani, proseguite in Europa e anche in Italia nelle principale città, sono da alcuni giorni approdate a Catania con l’occupazione (e relativo accampamento di tende) del Monastero dei benedettini sede delle facoltà umanistiche dell’Università di Catania; un’occupazione “concordata” potremmo dire e con il benevole favore dei vertici universitari (magari per evitare azioni più violente).
L’occupazione è la continuazione come forma di protesta più visibile delle manifestazioni svoltesi in molte città italiane e caratterizzate da azioni di scontro e violenza anche verso le forze di Polizia.
Il risveglio di protesta anti-israeliana e persino antiebraica è iniziato con la reazione legittima del governo israeliano dopo la sanguinosa azione terroristica su vasta scala da parte dei terroristi palestinesi di Hamas che il 7 Ottobre scorso ha fatto oltre 1.200 vittime uccise in un modo che richiama alla nostra memoria i Pogrom culminati nel Novecento con l’Olocausto nazista.
Ecco, trasformare Israele vittima degli spietati atti terroristici come colpevole e imputato internazionale da condannare, è il risultato di questi studenti impregnati di odio verso chi difende la propria esistenza.
Il compito che si è dato il governo israeliano è quello di sconfiggere definitivamente i terroristi, inevitabilmente ciò causa anche delle vittime civili palestinesi la cui morte tuttavia è da imputare più che Israele ad Hamas che li usa come scudi umani. Israele sta difendendo non solo la sua esistenza ma anche la nostra libertà perché una sua eventuale sconfitta darebbe il via libera per azioni violenti e terroristiche in Europa considerato il carattere violento dei movimenti islamici.
L’accusa ad Israele di genocidio è assurda, evidentemente gli studenti sconoscono il significato di tale termine; inoltre gridare “Palestina libera dal fiume al mare” vuol dire letteralmente cancellare Israele dalla carta geografica, quindi ci troviamo di fronte a degli antisemiti o ignoranti che non conoscono la storia mediorientale o indottrinati da cattivi maestri, perché bisogna dirlo chiaramente che non esiste uno Stato palestinese e non è mai esistito e che il termine “Palestina” è solo un’espressione geografica.
Non essendo più tollerabile una protesta che non ha carattere spontaneo di dissenso ma è solo espressione di odio anti israeliano, allora non basta più il dialogo e il buonismo ma bisogna cominciare ad identificare gli occupanti e prevedere delle misure disciplinari in termini di esami e carriera universitaria.
Da parte dei vertici universitari, piuttosto che assecondare la richiesta di interrompere la collaborazione con le università israeliane, si esprima innanzitutto solidarietà al popolo israeliano vittima dei terroristi con degli ostaggi ancora sequestrati, e si ricordi agli studenti o presunti tali che le università israeliane sono ai vertici delle eccellenze internazionali e quindi abbiamo solo da perdere da eventuali cessazioni di collaborazione.
(Intervento di Gaetano Strano pubblicato nella rubrica “Lo dico a La Sicilia”)
Grazie Gaetano, ottima riflessione. Le università (ma anche le scuole) hanno ormai da tempo tradito il loro compito di promuovere lo studio scevro da pregiudizi e ideologie e diffondere conoscenza. Nel caso specifico ci riferiamo alla storia e alla geografia di Israele/Palestina. Naturalmente è chiaro che si può studiare e indagare a vari livelli, alla storia di Israele si può aggiungere la storia degli ebrei che ha portato alla nascita di Israele, ma anche senza andare troppo lontano, è mai possibile che nessuno dia mai un cenno di avere vaga idea di che cosa sia stato il Mandato Britannico per la Palestina e le relative delibere di Sanremo 1920-22? le basi legali del diritto di Israele ad esistere, la lunga serie delle proposte di pace e di riconoscimento dei governi israeliani. Non trascuriamo la dichiarazione di Indipendenza dello Stato d’Israele, 1948, e magari lo si confronti anche con gli statuti intrisi di ideologia islamica di Hamas e del resto della galassia dei movimenti terroristi islamici. Allora lo slogan Palestina libera dal fiume al mare non sarebbe più credibile agli occhi della gente e degli studenti che studiano davvero, per loro si svuoterebbe da sola, senza illuderci naturalmente, quello slogan continuerà a circolare. Ci vuole molto poco a capire che quello slogan equivale all’augurio che venga cancellato Israele, è l’adesione ad un progetto di pulizia etnica, ad un progetto nazista, come nazisti sono i movimenti islamici che compiono crimini orrendi contro ebrei e cristiani, ma cercando di farci credere che la loro guerra è una guerra di autodeterminazione e di libertà, una guerra contro una presunta occupazione abusiva guardacaso ebraica!
Condivido anch’io le vostre riflessioni.
Queste manifestazioni sono fatte da chi non sa assolutamente nulla di quanto è successo e di quanto sta succedendo. Meglio studiare che manifestare!!
Appoggio in pieno la posizione di Gaetano che, ahimè, risulta drammaticamente minoritaria a ogni livello. Dire la verità comporta il paradosso di essere automaticamente considerati fuori di senno.
A proposito, l’accostamento di quello striscione e di quella bandiera con il portale di ingresso principale del Monastero dei Benedettini di Catania, sede della Facoltà di Lettere e Filosofia presso la quale ho studiato, appare vieppiù paradossale.
Sono completamente d’accordo con te Gaetano! Tutte queste manifestazioni pro Palestina sottintendono una grande ignoranza per quanto riguarda la storia e inoltre una recrudescenza inspiegabile di odio contro Israele e gli ebrei. È veramente surreale quello che sta’ succedendo…..nessuno si rende conto che la guerra che sta’ facendo Israele contro Hamas indirettamente sta salvando l’Europa dall’invasione islamica.