Il Prof. Remuzzi difende il ministro della Salute Speranza, esalta i vaccini anti Covid-19 “il più grande miracolo che la medicina moderna ha messo a disposizione della popolazione” e sostiene che “la quarta dose va fatta a tutte le persone che hanno più di 50 anni”

Huffpost, 29 agosto 2022 – Gli anitfiammatori riducono il rischio di ospedalizzazione per Covid dell’85-90 per cento. A confermare che a incidere sul tasso di mortalità, e di ospedalizzazione, è quindi l’infiammazione (o flogosi) provocata dal virus è un nuovo studio pubblicato sulla rivista Lancet. Questo assunto non è una novità per il mondo scientifico – da tempo anche in Italia i malati di Covid vengono curati sempre di più con antinfiammatori – ma sta diventando una notizia da cavalcare per chi è contrario ai vaccini. E subito i social si sono riempiti di polemiche e insulti contro i colpevoli della “malagestione della situazione sanitaria”, soprattutto contro Roberto Speranza, ministro della Salute durante l’emergenza, definito da più parti “assassino” e c’è chi tra le forze di estrema destra prova a portare gli antinfiammatori anche nella campagna elettorale.

Tra gli autori dello studio c’è anche Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto Mario Negri, che in un’intervista su La Stampa si è affrettato a chiarire che accusare Speranza è “deplorevole”, che il vaccino rimane “un miracolo della medicina” e che non si può “manipolare la scienza”. L’attacco massiccio contro il ministro Speranza infatti fa leva sull’accusa di non aver preso in considerazione terapie alternative come gli antinfiammatori, di aver causato centinaia di migliaia di morti, di non aver sostenuto l’efficacia delle cure da casa (il titolo dello studio è: “La casa come nuova frontiera per il trattamento di Covid-19: il caso degli antinfiammatori”). Ma Remuzzi replica: “La cosa peggiore che può capitare ai dati della letteratura scientifica è di essere strumentalizzati durante una campagna elettorale, non importa da quale schieramento. Mettere sotto accusa il ministro Speranza è deplorevole. Gli antinfiammatori possono aiutare contro il Covid però i nostri studi presi in considerazione nella review, tra gli altri, sono robusti ma non ancora definitivi. Non si può pensare che le autorità li usino per dare regole valide in maniera assoluta. In Italia l’atteggiamento del ministero e dell’Aifa è sempre stato impeccabile. Non c’era evidenza che qualcos’altro funzionasse quando sono stati pubblicati i primi risultati sugli antinfiammatori. Quando invece sono apparse le prime evidenze, l’Italia è stato il primo Paese al mondo a introdurre gli antinfiammatori nella cura contro il Covid”.

Un’altra domanda che sta facendo il giro dei social è: “Se bastano gli antinfiammatori perché vaccinarsi?”. Ma per l’esperto non ci sono dubbi: “Il vaccino permette di prevenire la malattia grave indipendentemente dalle varianti del virus che si sono create nel corso del tempo. È il più grande miracolo che la medicina moderna ha messo a disposizione della popolazione. Fare il vaccino non vuol dire non ammalarsi. Però, se ci si ammala, si ha a disposizione la scelta tra antivirali, anticorpi monoclonali o antiinfiammatori. Dipende dalla disponibilità di questi strumenti e dalla storia clinica delle persone. È importante però intervenire subito per evitare che l’infiammazione avanzi”. E chiude sulla quarta dose: “In base agli studi pubblicati, la quarta dose va fatta a tutte le persone che hanno più di 50 anni. E il vaccino migliore è quello che si trova disponibile. I nuovi arriveranno, ma non hanno un grado di copertura poi così diverso da quello dei vaccini tradizionali”.

Lo studio è stato condotto dall’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri e dall’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Gli autori – Giuseppe Remuzzi, Fredy Suter, Norberto Perico e Monica Cortinovis – hanno preso in esame tutti gli studi pubblicati su riviste scientifiche di valore, condotti tra il 2020 e il 2021 (inclusi due lavori dello stesso Istituto Mario Negri), su un totale di cinquemila pazienti, tra gruppi di studio e di controllo. Secondo quanto riportato dalla rivista, per forme lievi e moderate di Covid i risultati sono di grande interesse rispetto all’efficacia dei Fans (gli antifiammatori non steroidei): accessi al pronto soccorso e ospedalizzazioni scendono dell’80% (dato accorpato), le sole ospedalizzazioni dell’85-90%, il tempo di risoluzione dei sintomi si accorcia dell’80% e la necessità di supplementazione di ossigeno del 100%.

https://www.huffingtonpost.it/covid/2022/08/29/news/gli_antinfiammatori_bloccano_linfezione_da_covid_sui_social_insulti_a_speranza-10104062/amp/

2 commenti su “Il Prof. Remuzzi difende il ministro della Salute Speranza, esalta i vaccini anti Covid-19 “il più grande miracolo che la medicina moderna ha messo a disposizione della popolazione” e sostiene che “la quarta dose va fatta a tutte le persone che hanno più di 50 anni”

  1. L’ultima pubblicazione del gruppo del Prof Remuzzi dal punto di vista scientifico non aggiunge nulla di nuovo a dati disponibili già da maggio 2020 (vedasi Ippocrate et al). Quello che ha sorpreso è che uno scienziato del suo calibro e con il suo ruolo non abbia mai preso posizione a favore delle cure domiciliari precoci, che non includono soltanto i FANS e contro il “protocollo vigile attesa e paracetamolo”. Il polverone che si è quindi sollevato nei giorni scorsi riguarda soltanto il piano politico perché ha messo in chiaro ancora una volta le gravissime responsabilità del protocollo Speranza nella gestione del COVID che ha portato moltissime persone a sviluppare la forma grave della COVID costringendoli al ricovero ospedaliero e molti di questi sono deceduti. Si tratta di omissione di soccorso. Remuzzi è stato pertanto obbligato ad intervenire a difesa delle scelte e della narrazione menzoniera del governo e di Speranza in prima persona. A distanza di poche ore anche tutti gli altri virostar si sono precipitati, perché richiesti, a fare lo stesso. Nessuno escluso.
    L’Istituto Mario Negri del resto vive ed opera soltanto grazie ai fondi che gli vengono elargiti dal governo e dai privati, cioè dalle case farmaceutiche. Sarà, infine, molto interessante assistere al secondo approfondimento analitico, altrettanto importante, cioè quello che riguarda i protocolli di cura COVID in ambito ospedaliero. Qualcuno dovrà pur spiegare prima o dopo perché e come venivano e vengono utilizzati il remdesivir, il cocktail benzodiazepine e morfina e infine l’intubazione. Siamo soltanto all’inizio quindi ma il vento sembra stia cambiando. Quante vite si potevano quindi salvare dei 175.000 morti per COVID ? La magistratura dov’è ? Perché non apre un fascicolo ? Sento parlare, in questi giorni di campagna elettorale, da alcuni cd leader politici di volere una commissione d’inchiesta parlamentare sul COVID e le cure domiciliari. La storia del nostro paese purtroppo insegna che è stato il miglior metodo per insabbiare in modo tombale qualsiasi ricerca di verità. Chi la propone sa molto bene come vanno a finire queste iniziative.
    Serve urgentemente una Norimberga 2 !

    1. Condivido la richiesta di un Tribunale speciale con pieni poteri che faccia luce sul crimine epocale perpetrato con un virus prodotto in laboratorio, con i cosiddetti vaccini anti Covid-19 che sono farmaci a terapia genica sperimentale, con una gestione della procurata pandemia che ha devastato l’economia e destabilizzato la società. Grazie Leonardo Guerra.

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