“La memoria del cuore elimina i cattivi ricordi e magnifica quelli buoni, e grazie a questo artificio, siamo in grado di superare il passato.”
(Gabriel Garcia Marquez)
Sento una flebile voce
Sempre meno limpida
L’eco di qualche lontana nota
Le forme lucenti di quelle foglie d’autunno
Che vestono di malinconia i sentieri del bosco
Antiche icone della danza delle stagioni
Sono il segno di una lunga favola
Piena di ricordi
Di immagini
Rimpianti
Che vedo svanire piano
Ondeggiare lievi alle carezze
E ai capricci del vento
Si lasciano accompagnare
Obbedienti all’amara legge dell’esistenza
Verso la china dell’umano oblio
A niente valgono il chiasso delle città
L’indifferenza della folla distratta
La fretta di correre verso mete indefinite
E vaghe
La nostra
È una dolce camminata
Su un tappeto morbido
Intatto
Velato da una sottile coltre di nostalgia
Inondato di profonde
Intense melodie
Illuminato dal desiderio
Soffocato dall’illusione del sogno
Colorato di tenue speranza
La tua anima forte
Caro amico mio
Non teme la terra inesplorata del mistero
Ma solo ti trafigge insistente una punta di angoscia
Per quella ignara
Nebbiosa polvere del tempo
Quello spazio lucente
Carico di silenzi infiniti
Dall’ombra verde della radura
E quel bagliore
Arcano
Dietro l’euforia del palcoscenico della vita
Le foglie dell’autunno con i loro struggenti colori sono sempre state la metafora dei ricordi e dei rimpianti che “ondeggiano” fino a svanire insieme ai “capricci del vento” nella vita di ognuno.
Come non rimanere estasiati dal fascino che evocano parole magiche, di versi che ci proiettano in una dimensione d’incanto, di contenuti che scavano nell’anima e ci fanno toccare il Cielo. La tua poesia “Amarcord” è un dono per chi crede nel mistero della vita. Grazie Giorgio.
Magdi Cristiano Allam
Cara Ersilia,
quella che noi chiamiamo “struggente malinconia” non è che un nobile richiamo dell’anima che giunge ad accarezzare le frontiere inviolate del nostro essere spirituale. I ricordi che questa malinconia risveglia sono poi pietre miliari della nostra esistenza terrena , pilastri che ne segnano le tappe più significative che portiamo con noi fino alle rive di quel fiume che pare separare i due mondi: il chiassoso antro degli eventi mondani pieno di ingombrante fisicità dall’armonioso silenzio degli spazi dell’anima …pieno di quanto il nostro spirito e il nostro pensiero possono costruire intorno alla nuda realtà!
Carissimo Giorgio. Una poesia piena di pathos. Grandissimo!
Grazie cara Susanna,
Pathos significa nell’uso moderno la capacità che un’opera d’arte, anche musicale o figurativa (o un’espressione, un momento dell’opera), ha di suscitare, con la potenza drammatica in essa contenuta, intensa emozione affettiva e commozione estetica (cfr. drammaticità, di cui spesso è sinonimo ): spesso indica impeto, calore, intensità emotiva. Ebbene propria questa intensa emozione che tu hai ravvisato nelle parole di Amarcord è il valore spirituale del messaggio poetico:
” La tua anima forte
Caro amico mio
Non teme la terra inesplorata del mistero
Ma solo ti trafigge insistente una punta di angoscia
Per quella ignara
Nebbiosa polvere del tempo
Quello spazio lucente
Carico di silenzi infiniti
Dall’ombra verde della radura
E quel bagliore
Arcano
Dietro l’euforia del palcoscenico della vita”
proprio questa intensa…
Caro Giorgio, la tua poesia di struggente malinconia, unità al pensiero di Marquez ( troppo presto scomparso), mi culla nell’oblio dei ricordi. Grazie lia