Orfani

Qui non risere parenti
nec deus hunc mensa, dea nec dignata cubili est.
(Virgilio)

Viandanti smarriti nei sentieri
Di questa corsa fra la gente
Orfani di immagini lontane
Di affetti ingialliti
Di carezze mai ricevute
Di sospiri
Di dolcezze agognate
Di baci insistenti
Di petali caduti
Di profumi remoti
Di navigli vaganti nell’oceano
Del profilo dei monti incoronati di luce
Orfani delle nuvole
Orfani degli alberi
Orfani della campagna
Dei suoi odori e dei suoi rumori
Orfani delle pietre
Candide che imbiancano le facciate dei casali
Orfani dei tramonti dorati
Struggenti richiami della creazione
Orfani di destini incrociati
Orfani di abbazie solitarie
Orfani del canto degli assioli del bosco
Orfani di noi stessi
Orfani dell’amore
Guardiamo con stupore bambino
Il cielo limpido di questi giorni gelidi
La neve indorata dagli ultimi raggi del tramonto
Gli occhi rivolti al cielo
Intrisi di desiderio
E ricolmi di terrena speranza

Ferdinand Victor Eugène Delacroix, più semplicemente noto come Eugène Delacroix, è stato un artista e pittore francese, considerato il principale esponente del movimento romantico del suo paese.
(Fonte: Wikipedia)

2 commenti su “Orfani

  1. Bellissima ed evocativa come sempre la tua grande vena poetica, Giorgio.
    Non smettere mai di vedere il mondo con gli occhi del bimbo e la ragione della vita vissuta ed assaporata fino in fondo. Grazie per l’ossigeno che ci doni con la parola dell’anima!

    1. Non può che confortarmi, caro Gianni questa tua riflessione . Segno che la parola dell’anima , come tu la definisci, ritorna agli arenili dello spirito da dove aveva preso le mosse. Ed è la materia dello spirito che adorna la talvolta troppo celebrata e curata fisicità della nostra esistenza.
      Amiamo purtroppo cambiare spesso la maschera del volto piuttosto che mantenere e fortificare la trasparente purezza del nostro spirito.
      E grazie della metafora dell’ossigeno…

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