Tempi felici, anche se rari, sono quelli in cui è lecito pensare ciò che si vuole ed esprimere ciò che si pensa.
(Publio Cornelio Tacito)

Grazie Magdi
Della saggezza che ci hai donato
Pare venga
Da antiche saghe di principi e faraoni
Questo inesauribile torrente di vita
Il tuo essere timoniere e marinaio
Sfida di ogni tempesta
Sulla barca in balia delle onde
Richiama l’addestramento dei principi egiziani
Prima della gloria dei Faraoni
Vorremmo che l’orologio del tempo
Si fermasse all’aurora di questo giorno
A soddisfare la nostra sete di quella sorgente di linfa vitale
Che solo tu sai alimentare
Con il tuo coraggio
La tua determinazione
La tua disciplina
La tua conoscenza del mondo
La tua esperienza
Il senso intimo dell’amicizia
Che sai dispensare
Vigile testimone del naufragio
Di questo nostro povero paese

Grazie Magdi
Del dono
Dei tuoi settant’anni
Del tuo equilibrato e mite sorriso
Della tua gioia di vivere
Della tua serenità
Della tua fiducia
Della tua lealtà
Della tua dignità
Della tua coerenza
Del tuo riguardo
Della tua sincerità
Del tuo amore per la verità
Della tua voglia di agire

Grazie Magdi
Ci siamo stretti intorno a concetti sbiaditi
Ignorati
Qualche volta vilipesi
Dalla realtà di questo tempo
Retorica anticaglia
Ripescata da un vecchio scaffale
In un dizionario sgualcito
Che usavamo ai tempi delle medie
Li abbiamo recitati poi
Insieme a te
Uno ad uno
Sul palcoscenico
Delle nostre coscienze
Nel pentagramma dei valori dell’anima
Come fosse un canto di speranza
Con tutta la voglia di farli rinascere
Sbocciare
Crescere
Virgulti ai primi accenni di primavera
E farli scoppiare come i colori della campagna alla soglia del giorno
Profumi e desideri
Accarezzati da un lieve sospiro del vento
In un tripudio di gaudio e di passione
Sogno agognato di una nuova
Limpida alba
E risveglio felice
Genuino
Insieme alle gocce limpide di rugiada
Che di primo mattino evaporano dai prati
E portano in cielo
Con l’attesa aurora della vita
Il bagliore trasparente
Di quel sommo
Incontaminato
Divino raggio di luce

Questa rubrica “Sciaveri di tregua” desidera istituzionalizzare la registrazione costante dei pochi ma intensi momenti di riflessione che mi vengono suggeriti in tempo reale in parte dall’osservazione e dalla traduzione poetica di immagini particolari con cui la realtà si manifesta e in parte dalla immancabile dose di esperienza specifica che l’età matura può aggiungere a questa attenta osservazione.

È abbastanza incredibile quanto sia in questo contesto assai prezioso, soprattutto dal punto di vista spirituale, l’affinamento che a questa osservazione si affianca nell’intento di popolare di piccole ma vitali suggestioni le esigue pause spirituali che, con forzata parsimonia, la realtà odierna nella sua corsa ci riserva.

Ho riscoperto il prezioso quanto dimenticato lemma “sciàveri ” per dare un nome a questi momenti, a queste osservazioni e a questi intensi ritagli di esistenza , definendo il termine “tregua” , dal sapore combattivo e guerresco, proprio per stigmatizzare la sconcertante sofferenza del corpo e dello spirito in questa quotidiana “tenzone” che tutti dobbiamo affrontare nel contesto della convivenza sociale e nel caos di questa corsa ad ostacoli , densa di episodi di “fatica” in un mondo in cui la realtà presenta fenomeni di effettive sfide temporali e fisiche oltre a un continuo sopravvenire di istanze etiche e spirituali, materia di problematiche irrisolte, nonché di dubbi esistenziali di non poco conto.

Sciàveri di tregua” è quindi nato con l’ambizione di rappresentare un convinto, coerente e sentito invito a una sosta ferace dello spirito, intesa a lasciare a ciascuno la possibilità di riflettere intorno ai valori propri e intimi dell’esistenza , fatto non sempre concesso dalla realtà “accelerata” e nello stesso tempo “aumentata” dei nostri giorni.
Attraverso pensieri tradotti in sequenze armoniche di parole , qualche volta attraverso ritmi melodici ed onomatopeici in cui si mescolano elementi naturali primordiali e sottili rumori di sentimenti umani , ho cercato di incontrare opere di amici noti o sconosciuti e di invocare il loro aiuto, la loro complicità , per indugiare su qualche immagine di questa turbinosa avventura del vivere gli anni del terzo millennio, in una gara senza pause, senza respiro e “apparentemente” senza alcun segno di pietà per chi rimane relegato a una vana attesa sul ciglio spesso tristemente disadorno e inospitale della strada.
Da artigiano della parola ho scambiato impressioni con solerti artigiani del suono, dei colori e dell’immagine (pittori, scultori , musicisti e fotografi) per scoprire quegli stimoli creativi condivisi che facilitano una risposta corale a una serie di interrogativi comuni alle varie “discipline artistiche”, cioè comuni all’interpretazione della realtà”.

Qualche volta ci siamo insieme domandati dove si voglia arrivare attraverso questa amabile scorciatoia con cui si tende a volere a tutti i costi eliminare le tregue, accelerare la corsa, bruciare tutte le tappe, comprese quelle più solenni e rituali come gli archetipi più sacri e celebrati dalla tradizione della vita e della morte. Qualche altra ci siamo soffermati sui valori tradizionali della nostra esistenza con attenzione e scrupolosa smania di descrivere i colori della realtà com’è o come vorremmo che venisse percepita attraverso il filtro della nostra mediazione spirituale, artistica ed umana.

4 commenti su “Grazie Magdi

    1. Mio padre non aveva il debole delle feste comandate e delle celebrazioni socio-politiche : quando era felice per qualche particolare traguardo raggiunto e anche talvolta quando non lo poteva essere, tornava a casa con qualche pasticcino e tutta la famiglia lo seguiva con l’amore e la condivisione dovuti. Si perchè lui non si perdeva in chiacchiere ma ci ha educati con l’esempio della dedizione al proprio dovere professionale e morale e dell’amore smisurato che nutriva per la sua famiglia. La festa quindi aveva sempre una ragione profonda che non era necessariamente la celebrazione di una data, festa di precetto, compleanno o onomastico che fosse.Ho conservato questo comportamento atipico ed è questo lo spirito della mia riconoscenza nei confronti di Magdi, il cui esempio, la cui guida e la cui dedizione sono materia e senso del dovere di esempio quotidiano . Proprio con lo spirito con cui usavo condividere la gioia di mio padre nel mostrarci il suo esempio, vorrei testimoniare la mia e la nostra riconoscenza a Magdi per il suo sovrumano impegno morale e civile nel coltivare e perseguire con tutti noi il sogno e la speranza della “casa della civiltà” per un futuro migliore e più degno di questa nostra società.
      Per cui senza alcuna ombra retorica ripeto anche in prosa :GRAZIE MAGDI

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