Il Presidente della Confindustria Bonomi: «La crisi energetica non dipende dal conflitto in Ucraina ma da decenni di scelte sbagliate. L’Europa è assente, ogni Stato ha la sua politica energetica»

Il Sole24Ore, 12 settembre 2022 – Un’economia che assume connotati umani se i denari dei samaritani diventano più numerosi di quelli di Giuda. È il messaggio lanciato dal Papa, in occasione dell’assemblea pubblica di Confindustria che si è riunita nella Sala Nervi in Vaticano, in occasione dell’udienza di Bergoglio. «La Chiesa fin dagli inizi ha accolto nel suo seno anche mercanti, precursori dei moderni imprenditori», ha detto il Papa, e «nel Vangelo non ci sono soltanto i trenta denari di Giuda» ma anche i «due denari» del Samaritano. In effetti, ha continuato Bergoglio, «lo stesso denaro può essere usato, ieri come oggi, per tradire e vendere un amico o per salvare una vittima. Lo vediamo tutti i giorni quando i denari di Giuda e quelli del buon samaritano convivono negli stessi mercati, nelle stesse borse valori, nelle stesse piazze. L’economia cresce e diventa umana quando i denari dei samaritani diventano più numerosi di quelli di Giuda».

Il Papa incontra gli imprenditori

Tasse non sono usurpazione ma cuore patto sociale
L’intervento del Papa si è focalizzato anche sul tema fisco. Le tasse sono «una forma di condivisione spesso non capita», ha detto. «Il patto fiscale è il cuore del patto sociale. Le tasse sono anche una forma di condivisione della ricchezza, così che essa diventa beni comuni, beni pubblici: scuola, sanità, diritti, cura, scienza, cultura, patrimonio». Le tasse «devono essere giuste, eque, fissate in base alla capacità contributiva di ciascuno, come recita la Costituzione. Il sistema e l’amministrazione fiscale devono essere efficienti e non corrotti. Ma non bisogna considerare le tasse come un’usurpazione. Sono un’alta forma di condivisione di beni, il cuore del patto sociale».

«Imprenditori creino lavoro, specie per i giovani»
Nel suo discorso Papa Francesco ha sottolineato che «un’altra via di condivisione è la creazione di lavoro, lavoro per tutti, in particolare per i giovani. I giovani hanno bisogno della vostra fiducia, e voi avete bisogno dei giovani, perché le imprese senza giovani perdono innovazione, energia, entusiasmo». Per il Pontefice «da sempre il lavoro è una forma di comunione di ricchezza: assumendo persone voi state già distribuendo i vostri beni, state già creando ricchezza condivisa. Ogni nuovo posto di lavoro creato è una fetta di ricchezza condivisa in modo dinamico. Sta anche qui la centralità del lavoro nell’economia e la sua grande dignità».

«Se differenza stipendi troppo alta si ammala società»
Parlando di fronte agli industriali, il Papa ha poi detto che creare lavoro «genera una certa uguaglianza nelle vostre imprese e nella società. È vero che nelle imprese esiste la gerarchia, è vero che esistono funzioni e salari diversi, ma i salari non devono essere troppo diversi. Oggi la quota di valore che va al lavoro è troppo piccola, soprattutto se la confrontiamo con quella che va alle rendite finanziarie e agli stipendi dei top manager. Se la forbice tra gli stipendi più alti e quelli più bassi diventa troppo larga, si ammala la comunità aziendale, e presto si ammala la società».

«Basta donne cacciate via dal lavoro perché incinte»
Parlando “a braccio” nella Sala Nervi all’Assemblea di Confindustria il papa Francesco ha sottolineato: «Su questo aspetto della natalità alle volte una donna che è impiegata qui o lavora là ha paura a rimanere incinta. Perché c’è una realtà, non dico fra voi, ma c’è una realtà: appena incomincia a vedere la pancia la cacciano via. “No, no, tu non puoi rimanere incinta». Per favore, questo è un problema delle donne lavoratrici. Studiatelo, vedete come fare che una donna incinta possa andare avanti, sia col figlio che aspetta e sia col lavoro».

«Integrare i migranti col lavoro, ingiustizia respingerli»
Secondo papa Francesco, «va sottolineato il ruolo positivo che giocano le aziende sulla realtà dell’immigrazione, favorendo l’integrazione costruttiva e valorizzando capacità indispensabili per la sopravvivenza dell’impresa nell’attuale contesto. Nello stesso tempo occorre ribadire con forza il “no” ad ogni forma di sfruttamento delle persone e di negligenza nella loro sicurezza», ha detto parlando nella Sala Nervi all’Assemblea di Confindustria. «Il problema dei migranti – ha quindi aggiunto il Pontefice “a braccio” -: il migrante va accolto, accompagnato, sostenuto e integrato. E un modo di integrarlo è il lavoro. Ma se il migrante è respinto o semplicemente usato come un bracciante senza diritti questa è un’ingiustizia grande, anche fa male al proprio Paese».

Bonomi al Papa: Paese smarrito, servono valori
Siamo in «un Paese smarrito, diviso, ingiusto con troppi dei suoi figli e con lo sguardo schiacciato sui bisogni del presente», c’è bisogno di «parole alte, di valori e di una visione che sappia guardare, insieme, lontano ed in profondità». Così il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, si è rivolto così al Santo Padre all’ingresso di Papa Francesco nell’Aula Nervi.

«Oggi – ha detto Bonomi rivolgendosi al Santo Padre – a procurarci grande preoccupazione non sono solo gli effetti della spaventosa guerra in corso in Ucraina, i costi dell’energia e la perdurante bassa occupazione nel nostro Paese, ma l’onda di smarrimento, sfiducia e sofferenza sociale che esprime una parte troppo vasta della società italiana». E ancora: «Una sofferenza alla quale sentiamo l’urgenza di provare a dare una risposta, insieme a tutti gli altri attori della società, convinti che la direzione verso cui andare è quella di garantire il lavoro, che è certamente la questione chiave», ha detto il presidente di Confindustria.

Bonomi: verso un nuovo umanesimo industriale
Nel suo primo intervento il leader degli industriali si era invece rivolto solo alla platea di imprenditori e delle loro famiglie e aveva messo in evidenza che «gli orizzonti della politica sembrano sempre più corti e schiacciati su false priorità, avvertiamo più che mai la necessità di progetti di lungo orizzonte, come unica via per dare risposta ai drammatici problemi della società italiana. E crediamo profondamente che sia proprio l’industria, la nostra industria, a poter costituire il primo motore di un vero, nuovo, umanesimo industriale, ad essere progettista di futuro».

Bonomi ha citato, in proposito, le parole del pontefice, nel discorso ai lavoratori di Genova nel 2017: «L’obiettivo non deve essere più reddito per tutti, ma più lavoro per tutti, perché senza lavoro non ci sarà la dignità per tutti».

Più di 5mila imprenditori, per questa occasione accompagnati dalle proprie famiglie, si sono dunque dati appuntamento per partecipare a un evento straordinario: l’Udienza del Santo Padre Francesco all’assemblea di Confindustria. L’appuntamento che si è aperto con la relazione del presidente Carlo Bonomi cade nel clou nel confronto politico pre-elettorale e dell’emergenza economica innescata dai costi dell’energia ma sarà una occasione per “parlare al Paese”, sottolineando l’equidistanza sempre proclamata nei rapporti con la politica e senza cadere nel rischio di “farsi tirare la giacca” in vista del voto. In primo piano i valori dell’impresa e del lavoro.

Bonomi: sostenibilità sociale unica dimensione possibile per crescere
«Gli obiettivi di sostenibilità – ha sottolineato Bonomi – non devono essere solo uno slogan di marketing. Al contrario, la sostenibilità sociale, fondata sul valore del lavoro, è per noi l’unica dimensione possibile per continuare a crescere». «Noi, ogni giorno, ci confrontiamo con le tumultuose trasformazioni del lavoro che sono in corso, basate sui bisogni e sui desideri delle persone. Dalle trasformazioni tecnologiche e dalla sfida dei mercati internazionali – ha argomentato Bonomi – siamo già stati spinti a darci leadership cooperative fondate su deleghe, autonomia e fiducia verso i collaboratori, lontane anni luce dai vecchi modelli di comando gerarchico. Sappiamo bene che incentivare creatività e passioni accelera la possibilità di realizzare, con l’innovazione, strade inesplorate. Ma per conquistare un futuro, bisogna prima immaginarlo. Il nostro più grande auspicio è di lavorare insieme a tutti gli attori del variegato ecosistema sociale e territoriale del nostro Paese. Per raccoglierne gli stimoli e restituire soluzioni comuni ai problemi da affrontare».

Tema salario minimo per legge non ci tocca, altri si oppongono
Secondo il numero uno di Confindustria, «il criterio per definire un lavoro “degno” non è solo quello monetario. Nel nostro Paese – ha ricordato Bonomi – in troppi settori l’offerta di lavoro continua a essere caratterizzata da infime retribuzioni. Questo non riguarda in alcun modo l’industria. Quelli non siamo noi! Ecco perché il tema dell’intervento per legge sul Salario Minimo non ci tocca. A essersi opposti sono altri settori, sui quali bisognerebbe, invece, avere il coraggio di intervenire. Al di sopra della soglia del Salario Minimo vi sarebbe poi il TEM, la retribuzione minima fissata dai contratti vigenti, perché l’estesa contrattazione italiana è una virtù riconosciuta anche dall’Europa e non va azzerata fissando per legge il trattamento economico complessivo (TEC), che va lasciato ai contratti».

Serve rivoluzione nei tempi di lavoro, non discriminare donne e giovani
«Serve una rivoluzione nei tempi ordinari di lavoro – ha affermato Bonomi – : perché la cura parentale di bambini e anziani deve essere compatibile con il lavoro e, anzi, dovrebbe essere incoraggiata fiscalmente, se vogliamo al contempo più nascite e più anziani attivi». «Come dissi nel 2020, alla mia prima Assemblea nazionale da Presidente di Confindustria, abbiamo la responsabilità di non discriminare le donne ed i giovani in termini di opportunità di carriera, retribuzione, conciliazione vita-lavoro, anche potenziando il welfare aziendale loro rivolto».

Superare la strategia del prepensionamento, imprese pronte
Nel suo intervento, Bonomi ha affrontato anche il nodo pensioni. «Purtroppo – ha affermato -, siamo l’unico Paese al mondo in cui si parla di pensioni appena si inizia a parlare di lavoro. La dignità e libertà del lavoratore over sessantenne non si tutela con il prepensionamento, ma continuando a offrirgli mansioni coerenti all’esperienza preziosa che ha maturato e può trasferire». «S’impone una svolta radicale nella destinazione della spesa sociale – ha continuato -, che non può più essere concentrata a favore dei prepensionamenti ma va riorientata a favore delle persone più svantaggiate. Serve urgentemente un’anagrafe digitale dell’assistenza sociale per garantire in tempo reale a tutte le articolazioni dello Stato piena conoscenza dei benefici erogati a ciascun cittadino. Una proposta che consentirebbe di stimare ex ante gli effetti delle misure adottate e permetterebbe ex post maggiore trasparenza ed equilibrio. Serve una rivoluzione del ciclo vitale di lavoro per la quale noi imprese siamo pronte offrendo la possibilità a chi ha maggior anzianità di continuare nel lavoro con qualifiche diverse commisurate al minor impegno fisico e di tempo. Lo Stato ha la responsabilità di superare la strategia del prepensionamento, perché abbiamo bisogno sia di più occupati giovani sia di più occupati tra gli over sessantenni. I Paesi con tassi di attività più elevata tra la popolazione “anziana” hanno anche il tasso di attività più elevato tra i giovani. Non è vero – ha messo in evidenza il presidente dell’associazione datoriale – che più anziani escono dal mondo del lavoro e più giovani vi entrano. Non dare futuro alle nuove generazioni è la più grande forma di diseguaglianza e mancanza di responsabilità della società nei loro confronti. Più una economia funziona bene, più ci sarà spazio per tutti».

«Choc energia per decenni di scelte sbagliate»
Il presidente di Confindustria ha poi risposto alle domande dei giornalisti nel corso di una conferenza stampa, in cui si è parlato di molti temi, a partire dall’emergenza costi dell’energia: «Siamo entrati in crisi non per come viene raccontato, per il conflitto in Ucraina» ha sottolineato Bonomi ma per «decenni di scelte sbagliate sia a livello nazionale che europeo». «Non c’è un intervento che risolva la situazione – ha detto -, ci sono una serie di interventi» da fare. Un intervento su tutti? «Il tetto al prezzo del gas. Noi lo chiediamo da mesi. Lo abbiamo già detto un anno fa, siamo rimasti inascoltati».

«Sul tema dell’energia l’Europa è completamente assente – ha aggiunto Bonomi -, non c’è una politica energetica a livello europeo, ogni paese si fa la sua politica energetica». Il tema dell’energia, ha affermato, «va inquadrato come tema di sicurezza nazionale».

«Se si fermano le imprese si ferma il Paese»
«Non dobbiamo farci trovare impreparati se ci fosse una decisione unilaterale» da parte della Russia con un stop totale alla fornitura di gas. «È fondamentale fare un piano di razionamento e farlo al meglio», facendosi trovare «pronti», «perché se fermiamo le imprese, fermiamo il Paese», mettendo così a rischio «migliaia di posti di lavoro e redditi delle famiglie. E le imprese che chiudono oggi non riaprono più». Così il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, in conferenza stampa. “Se non si comprende che questo è un tema di sicurezza nazionale c’è un problema», aggiunge. Sulla questione del razionamento «stiamo parlando con il ministro Cingolani», afferma inoltre Bonomi.

Quanto al Pnrr: «Dobbiamo farlo bene e velocemente, è certo che c’è un problema, quel piano è stato pensato prima di un terremoto economico, è evidente che non è possibile andare avanti in quella direzione. Vanno fatte delle correzioni».

«Con una inflazione nominale in Europa tra l’8 ed il 9% non so quanto un rialzo dei tassi dello 0,75 sia lo strumento che consente di tenere sotto controllo l’inflazione. Credo che si debba procedere su altre strade» ha avvertito il presidente di Confindustria in merito alla recente decisione della Bce. Rischiamo «un grave danno sul tema del debito pubblico, un tema italiano. Non guardiamo mai all’altro aspetto, la crescita. Se la crescita non ce l’hai è ovvio che gli interessi ci ammazzano».

Tema lavoro centrale per azione prossimo Governo
Il presidente di Confindustria ha incentrato sui temi del lavoro il suo intervento di oggi, per l’assemblea annuale in coincidenza con una udienza del Papa, perché è su questi nodi che «dovrà girare tutta l’azione del prossimo Governo». È intorno alle scelte che verranno fatte sul lavoro, dice, che dovranno «girare tutti gli altri temi, dall’energia alla finanza. Centrale è il lavoro». Con le aziende in crisi, «bisogna intervenire garantendo interventi a sostegno del reddito», e l’esperienza della cig-covid «può essere un modello», aggiunge, ribadendo poi la proposta di Confindustria per un «taglio del cuneo fiscale da 16 miliardi» perché è «l’unico elemento di competitività su cui possiamo lavorare adesso, ed è strutturale. I 16 miliardi ci sono».

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